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Giovedi, 25 aprile 2024 - Misteri luminosi - San Marco ( Letture di oggi )

Santa Faustina Kowalska:Chiesi a Gesù: «Per la tua misericordia, Gesù dolcissimo, ti supplico di farmi sapere se non vi sia qualche cosa che, per mia colpa, non ti piaccia nel modo con cui porto avanti la tua opera». Mi fu risposto che l'opera deve essere messa alla prova e che io devo raddoppiare le mie preghiere, affinché l'opera stessa abbia a riuscire.
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La vita di San Giovanni il Battista di San Giovanni Bosco



Giovanni Battista

Giovanni alla corte di Erode. Sua prigionia.

Erode Antipa in quel tempo era Tetrarca della Galilea, Esso era figlio di Erode il grande, l'uccisore degl' innocenti. Dopo la morte di suo padre esso ebbe per sua parte il regno di Giudea e la Galilea. Era un principe vile, dato ai piaceri, lascivo e libertino. Aveva un fratello chiamato Filippo, il quale teneva un' altra parte del regno di Giudea, ma poco considerevole. Filippo erasi ammogliato con Erodiade figlia del suo fratello Aristobolo, e per conseguenza sua nipote, essendo questi matrimonii assai frequenti alla corte di Erode. Il marito era uno spirito dolce e moderato che reggeva bene il suo piccolo governo, e si compiaceva assai in rendere giustizia al suo popolo, e con tanto ardore che arrestava spesso il suo cocchio nelle vie ed ascoltava con pazienza i più poveri del suo regno che avessero qualche lite, per metterli d'accordo. La moglie invece era uno spirito superbo, ambizioso ed impudico.

E non ebbe difficoltà di farsi sposa di Antipa, vivendo tuttora Filippo fratello di lui. Questo fatto cagionò grave scandalo in tutto Israele. S. Giovanni in quel tempo predicava e battezzava, e alcuni sono d'opinione che udendo quello scandalo sia venuto alla corte di Erode, per farlo rientrare nella buona strada. Tuttavia non si sa precisamente quale occasione lo fece venire, se sia il suo zelo, o se vi fu costretto da Erode. Che che ne sia, sappiamo che Giovanni andò alla corte di Erode che cercava di scusare questo suo scandalo presso i popoli, e per meglio arrivarvi desiderava che san Giovanni l' avesse approvato, o che stando presso di lui senza dir parola, il suo silenzio mostrasse che egli lo approvava. Ma Erode giudicava troppo vilmente un uomo di così specchiata virtù. Il sant'uomo non era una canna da piegar ad ogni più piccolo soffio di vento, ed alzò risolutamente la voce e gli disse: Non ti è lecito di tener la moglie del tuo fratello: quindi soggiunse che era un adulterio odioso al cuore di Dio e scandaloso per tutti i suoi sudditi. Gli fece conoscere gli obblighi della legge alla quale era soggetto come tutti gli altri, gli mostrò l'esempio dei buoni re che l'aveano preceduto, i castighi dei cattivi che aveano sperimentato il peso della giustizia di Dio. Gli fece vedere come gli stati che erano nella povertà, nella miseria, e di più nella barbarie, lo erano perchè quei che li governavano erano ingiusti, iniqui ed empi. Di più nella lezione che gli dava, dimostrò come il disprezzo di Dio era, sopratutto da temersi, e che doveva guardare all'interesse del suo fratello, al cattivo esempio che dava alla sua famiglia, al mormorare del popolo; insomma non dimenticò nulla che potesse toccare il cuore di lui e farlo rientrare nella buona strada.

Lo spirito di Erode non era del tutto cattivo, nè ancora abbandonato da Dio, perciò ascoltava s. Giovanni, concepiva qualche volta un po' di rimorso di quel suo scandalo; ma appena veduto Erodiade dimenticava tutto, e non si ricordava più delle parole dell'uomo di Dio, o se sene ricordava non osava dimostrare scrupolo alcuno del suo matrimonio, tanto quella donna malvagia aveva d'impero sul suo cuore. Ella seppe che l' uomo di Dio aveva parlato, e si sentì trasportata da un furore così grande, che non gli permise di respirare altro che minaccie e vendetta. E per questo, vedendo che Erode non poteva rifiutarle cosa alcuna, gli insinuò che Giovanni era pericoloso al bene dello stato, e che era capace, tanto avea del potere sul popolo, di sollevarglielo contro, per farsi strada al trono; che era una grande arroganza il voler trovare a ridire al suo padrone, che perciò dovea essere punito. Essa non cessava mai di insinuargli diffidenza contro s. Giovanni. Erode subito non volle fare quello che Erodiade gli consigliava, perchè temeva Giovanni; ma finalmente tanto fece quella iniqua donna, che Erode ordino d'incatenare s. Giovanni, e lo fece rinchiudere in una prigione sotto pretesto che volesse turbare lo stato. Questa ingiusta prigionia di un uomo così santo e così celebre fece grande rumore in tutta la Giudea, ma quella perfida donna avea questa massima: che bisognava contentare i suoi sensi e non curarsi di quanto avrebbero detto il popolo e le persone dabbene, che bisognava chiudere tutte le bocche col rigore dei supplizi, e che sarebbero innocenti quando non avrebbe più osato alcuno ridire qualche cosa alle sue azioni. Questa pessima massima costò la vita a s. Giovanni.

Fonte: http://www.donboscosanto.eu