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Giovedi, 28 marzo 2024 - Misteri luminosi - San Castore di Tarso ( Letture di oggi )

San Giovanni Bosco:Addio, o cari figlioli, addio: Io vi attendo in cielo. La parleremo di Dio, di Maria, Madre e sostegno della nostra Congregazione; là benediremo in eterno questa nostra Congregazione, la cui osservanza delle regole contribuì potentemente ed efficacemente a salvarci.
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La vita di San Giovanni il Battista di San Giovanni Bosco



Giovanni Battista

Santificazione, di s. Giovanni Battista prima di sua nascita.

Elisabetta divenuta feconda stava ritirata meditando e lodando le misericordie del Signore, allorchè gioia novella, miracoli più grandi rivelarono la sua fortuna. L'arcangelo Gabriele discese una seconda volta dal cielo, non più in Gerusalemme, la città reale, nè nel tempio, che ne faceva la grandezza, nè nel santuario, che ne era la parte più sacra, nè fra gli esercizi più santi di una funzione tutta divina, nè ad un uomo famoso per la dignità di sua carica e per lo splendore di sua nascita sacerdotale, ma bensì in una città di Galilea, provincia delle meno considerate, e di più in una piccola città, il cui nome era appena noto. Egli entrò in una delle più meschine case di Nazaret per annunziare a Maria l'incarnazione del Figliuol di Dio, che lo Spirito Santo doveva operare nel suo seno. Ed in pari tempo egli le annunziò che Dio aveva concesso un figlio alla sua cugina Elisabetta moglie del sacerdote Zaccaria. Questa notizia la sorprese senza dubbio, ma le fu cagione di grande gioia, di maniera che l'angelo ritiratosi, essa se ne partì da Nazaret e se ne andò con diligenza alla città ove dimoravano Zaccaria ed Elisabetta che discendeva da Aronne per mezzo del padre, e per mezzo della madre da Davidde, ed era prossima parente di Maria. Maria si portò frettolosa a visitar sua cugina senza che la trattenesse il rigore della stagione e la lunghezza del viaggio. Imperocchè da Nazaret che era in fondo alla Galilea sino a Ebron che era all'altra estremità delle montagne di Giuda vi erano per lo meno ottanta miglia. Entrata Maria in casa di sua cugina la salutò, ed Elisabetta appena udito quel saluto, sentì l'infante esultare per la gioia, ed essa medesima fu tosto riempita di Spirito Santo ed esclamò ad alta voce: « Benedetta tu tra le donne, e benedetto il frutto del ventre tuo. E donde a me questo, che la madre del Signor mio venga da me? Imperocchè appena il suono del tuo saluto giunse alle mie orecchie, saltellò per giubilo nel mio seno il bambino, e beata te che hai creduto perchè si adempiranno le cose dette a te dal Signore. » Ecco come Elisabetta ripiena di Spirito Santo loda Maria, impariamo anche noi da essa a benedire e lodare questa grande regina che schiacciò il capo del serpe infernale, questa nostra pietosissima e potentissima madre.

Maria per rispondere ad Elisabetta e per celebrare le grandezze di Dio, pronunziò il cantico del Magnificat che ormai da diciannove secoli fa risuonare le volte de' templi cristiani, e che noi teniamo come il trionfo dell' umiltà sulla superbia del secolo. È un atto ben autentico della riconoscenza che essa aveva per tutti i favori di cui Iddio l'avea ricolmata, ed una gloriosa confessione della bassezza, dalla quale era stata tratta, per essere elevata alla dignità di Madre di Dio, e dove la profonda sua umiltà la faceva rientrare, per manifestare in se medesima la verità di quanto essa espresse nel suo mirabil cantico riguardo alla gloria degli umili e dei piccoli, e all'abbondanza dei veri beni di cui Iddio arricchisce quelli che sono nell' indigenza. Ecco come l'umile Maria nulla vuole per se, ma tutto riferisce a Dio. Impariamo da questo a conoscere e ad imitare l'umiltà di Maria.

Maria, dopo essersi fermata con Elisabetta tre mesi, se ne ritornò in Nazaret per adempiere ai suoi doveri domestici, ed assistere il suo sposo.

Fonte: http://www.donboscosanto.eu