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Venerdi, 29 marzo 2024 - Misteri dolorosi - Santi Simplicio e Costantino ( Letture di oggi )

Santa Teresina di Lisieux:Non ho paura affatto degli ultimi combattimenti, né della sofferenza della malattia, per quanto grandi siano. Dio mi ha aiutata e guidata per mano fin dalla primissima infanzia: conto su di lui. Sono sicura che mi soccorrerà fino infondo. Potrò ben soffrire fino all'ultimo limite, ma non mai troppo: ne sono certa.
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Nell'intimità della Santa Famiglia - meditazioni tratte dagli scritti della Serva di Dio Maria Costanza Zauli




Sacra Famiglia

23. CONTEMPLAZIONE LA VITA DI OGNI GIORNO

Mentre Giuseppe era ancora in vita, il divin Figlio si era trattenuto dal manifestare troppo apertamente il suo essere e la sua missione; ora è necessario che Maria conosca tutta la verità, e della sua luce irradia l'anima di lei, aperta alla comprensione e all'amore più generoso e fedele. Ella parla poco, ascolta molto, ed immensamente apprende! Che deliziose giornate!

Al primissimo sbiancare dell'alba sorgevano dal modesto giaciglio e si ponevano in preghiera. Gesù, interamente prostrato a terra, su di una specie di piano leggermente inclinato, e Maria inginocchiata. Immobili rimangono profondamente immersi in altissima contemplazione.

Il Figlio di Dio, con tutto il suo essere entrava in diretta comunicazione col Padre, e la Madre si associava alla preghiera del suo figliolo, che molto le trasmetteva, perché l'accordo perfetto delle loro anime tornasse maggiormente gradito all'Altissimo! Uscivano da quella sublime contemplazione quasi circonfusi di celeste splendore, in uno straordinario raccoglimento.

Mentre veniva apprestata la colazione, Gesù lavorava per circa mezz'ora, ed era prontissimo alla benedizione della mensa, che si faceva in piedi come il ringraziamento finale. Qui continuava il silenzio; il rimanente della mattinata era dato con assiduo impegno al lavoro, e a mezzogiorno preciso, il divino operaio veniva per il pasto principale, al quale si premetteva la preghiera, che sembrava aprire ogni volta di più, la corrente dell'intimo contatto col Padre celeste.

Cibi comuni, ma preparati con cura ed abbondanti, perché il nostro primogenito fratello, che pur avrebbe potuto sottrarsi alla legge comune, sentiva come la sentiamo noi, la necessità di sostenersi in forze, con un conveniente nutrimento.

Si sorridevano, scambiavano qualche rara parola, durante la mensa, per proseguire poi, per una ventina di minuti in familiare conversazione, durante la quale venivano date lezioni di capitale importanza. Infine si ritornava a pregare, e si cantavano tre lunghi salmi bellissimi, in un tono che tanto somiglia al gregoriano, in cadenza lenta, grave, con voci armoniose, perfettamente intonate.

L'argomento di quelle conversazioni versava sulla Chiesa, sul nuovo ordinamento gerarchico, sull'unico capo che sempre avrebbe dovuto reggerla quale suo vicario in terra, ed indefettibile custode della sua dottrina; sullo Spirito Santo che avrebbe mandato per assisterla sempre; sul come si sarebbe svolta la sua vitalità ed attuato il suo programma, mediante la cooperazione del sacerdozio, degli ordini religiosi etc., etc...

Mi pare che i punti principali a questo riguardo venissero brevemente annotati dalla Vergine con una scrittura fatta a segni impressi su tavolette, una delle quali dev'essere stata consegnata a San Pietro...

Uno degli argomenti più ampiamente trattati, è stato quello riguardante la vita contemplativa e la formazione delle anime ad essa chiamate. Con una forza di eloquio che imprimeva alle parole il tono del comando, al quale Maria timidamente assentiva (il contegno delicatamente verginale di lei aveva sempre l'impronta della più umile modestia) le diceva: "L'anima contemplativa appartiene tutta a Dio, e deve saper vivere con Dio e per lui solo! Le sue potenze spirituali dovrebbero abitualmente rimanere impegnate, fin dall'esilio, a rendere omaggio di lode all'Altissimo!"

E' giusto Figliolo, ma come potrà sostenersi l'umana debolezza? replicava lei; e Gesù indicava quali mezzi avrebbe provveduto, mediante i sacramenti, e le sovrabbondantissime grazie, frutto della redenzione, perché le anime potessero facilmente rendersi vittoriose delle resistenze dell'inferma natura, e totalmente donarsi al suo amore.

Saranno molte queste anime? domandava Maria, e lui, con un accoramento che sembrava spegnersi in un singhiozzo: "Molte, molte saranno chiamate, ma... (e la pena gli troncava la parola, lasciando intendere alla Madre, come sarebbe stato necessario riparare, suscitare riparatrici, anime di preghiera e d'immolazione per la santificazione dei sacerdoti e delle consacrate).

Fino alle cinque pomeridiane, si riprendeva il lavoro, poi la Madonna svolgeva i rotoli della sacra scrittura e si metteva a leggere. Gesù non tardava a seguirla, e dopo averla guardata con compiacenza, le si sedeva accanto e le spiegava e commentava i passi più oscuri, perché poi queste lezioni venissero fatte conoscere agli apostoli.

Dopo circa tre quarti d'ora di lettura meditata, seguita dal canto di altri tre salmi, si allestiva e consumava una frugalissima cena, che terminava col canto di altri tre inni. In tutto, nella giornata, se ne cantavano nove, alquanto lunghi, cosicché la lode impegnava una buona parte del tempo. Non mi pare che prima del riposo si pregasse ancora in comune, e nemmeno che Gesù e Maria uscissero per ricrearsi all'aperto, avendo la casa disposta in modo da poterlo fare senza uscire. Assai presto si ritiravano nelle loro stanzette, perché all'alba del nuovo giorno avrebbero reso il mattinale omaggio al Creatore.

11 settembre 1950


PREGHIERA CON LE PAROLE DI MADRE ZAULI
San Giuseppe, nostro amabile patrono, ti preghiamo di ottenerci la grazia di corrispon-dere con la massima fedeltà alla nostra voca-zione, in modo da compiacere in pieno il nostro Dio.

A te, dopo che a Maria santissima, fu dato di penetrare il più a fondo possibile il gran palpito dell'Amore infinito; fa' che noi pure, coltivando a tua imitazione il silenzio interiore e il sacro raccoglimento, siamo immersi in una sempre maggiore intimità con il Cuore divino.

Come tu attendevi al tuo umile mestiere con lo sguardo su Gesù, che avevi sempre sotto gli occhi, aiuta anche noi ad attendere alle nostre occupazioni senza mai perdere di vista l'Ostia santa, Sole della nostra vita.

In te risplende particolarmente l'umiltà, tanto profondamente e sinceramente sentita: aiutaci ad imitarti, per essere irradiati intima-mente dalla Luce dello Spirito Santo.

Tu, che avesti il privilegio di stringere tante volte al tuo cuore il Verbo Incarnato, ottienici la grazia immensa di farlo tutto nostro ed immedesimarci in Lui quando lo riceviamo nella santa Comunione.

Tu che, con Maria, fosti il primo adoratore in spirito e verità, insegnaci a saperci valere della preziosità del sacramento eucaristico e ad unirci a te nell'offerta continua di Gesù Ostia al Divin Padre per la Chiesa e per il mondo intero. Amen.

Fonte: Preghiere a Gesù e Maria