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Venerdi, 29 marzo 2024 - Misteri dolorosi - Santi Simplicio e Costantino ( Letture di oggi )

San Francesco di Sales:Se m’accorgessi d’avere nel mio cuore una sola sottilissima fibra, che non vibrasse per Dio e di Dio, subito la strapperei.
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Febbraio, mese dedicato alla Madonna di Lourdes.



Maria Lourdes

20 - MARIA E LA PASSIONE DI GESÙ

«Sono venuto a portare il fuoco sulla terra: e come vorrei che fosse già acceso! C'è un battesimo che devo ricevere; e come sono angosciato finché non sia compiuto!» (Lc 12,49.50). Quale fuoco, quale battesimo? L'Incarnazione, la grande auto-rivelazione di Dio all'uomo, ci ha fatto conoscere l'amore immenso del Creatore per la sua creazione. Dio era liberissimo di creare o no: Egli è l'Essere infinito, perfettissimo, cui nulla manca per essere felice. Creando per amore, doveva logicamente amare la sua creazione con un amore pari al suo Essere, cioè infinito, e farle ancora il dono totale di Sé: «l'amore più grande è donare la vita» (cf Gv 15,13). Questo ha fatto con l'Incarnazione. Quanto ci resta da scoprire di questo amore!... Che l'ha spinto ad incarnarsi per una umanità peccatrice, per ridonare cioè la vita divina all'uomo che ne aveva fatto getto con un orgoglio stolto. La logica dell'amore esigeva la morte di Dio-incarnato. Dio è Dono di Sé, totale e infinito, nella sua vita divina, trinitaria: non può perciò non essere dono totale anche nelle sue opere: prima fra tutte l'Incarnazione redentrice. Questo amore che faceva divinamente battere il Cuore di Gesù, lo spingeva di conseguenza al dono totale di sé «mi ha amato e ha dato se stesso per me» (Gal 2,20). Gesù stesso ci ha fatto conoscere questa dinamica irresistibile d'amore che lo spingeva con ansia al suo battesimo di sangue. A più riprese, nel suo Vangelo, Egli ha annunciato ai suoi discepoli la conclusione dolorosa della sua vita. Un discorso non facile ad intendersi. Per questo l'ha proposto solo dopo averli formati alla sua scuola d'amore e di sacrificio. «Da allora, e cioè da quando l'ebbero riconosciuto per il Figlio di Dio, Gesù cominciò a dire apertamente ai suoi discepoli che doveva andare a Gerusalemme e soffrire molto da parte degli anziani, dei sommi sacerdoti e degli scribi, e venire ucciso e risuscitare il terzo giorno» (Mt 16,21). La reazione fu immediata, energica e proprio da parte di Pietro il quale aveva appena professato la divina missione di Gesù ed era stato da Lui proclamato "pietra-fondamento" della sua futura Chiesa» (cf Mt 16,16-20). Il Maestro richiama con fermezza il discepolo, per formarlo alla mentalità della redenzione. La lezione resterà tuttavia difficile: nell'ora della prova Pietro giungerà a rinnegare Gesù, imprecando e giurando di non conoscerlo (cf Mc 14,71). «Mentre si trovavano insieme in Galilea, Gesù ritorna sull'argomento: "Il Figlio dell'uomo sta per essere consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno, ma il terzo giorno risorgerà"» (Mt 17,23.23). Questo secondo annuncio della passione segue immediatamente la trasfigurazione di cui Pietro era stato testimone entusiasta (Mt 17,1-13). E siamo ormai prossimi alla passione. Addirittura sulla via che porta a Gerusalemme per l'ultima Pasqua. Gesù prende in disparte i suoi dodici: «Ecco, noi stiamo salendo a Gerusalemme e il Figlio dell'uomo sarà consegnato ai sommi sacerdoti e agli scribi, che lo condanneranno a morte e lo consegneranno ai pagani perché sia schernito e flagellato e crocifisso; ma il terzo giorno risusciterà» (Mt 20,17-19). Quale la risposta dei discepoli?... La richiesta di una distinzione d'onore, fatta dalla madre di Giacomo e Giovanni: «Di' che questi miei figli siedano uno alla tua destra e uno alla tua sinistra nel tuo regno» (Mt 20,21). Gesù paziente richiama ancora una volta alla realtà della redenzione: si giunge alla gloria, bevendo il calice (cf Mt 20,22). Quale contrasto! Gesù, innocente, ama il sacrificio e gli va incontro come ad una festa lungamente, da sempre, attesa. È l'ora per la quale Egli è venuto; l'ora che dà il senso alla sua vita: la «sua» ora; perché può dare la prova definitiva del suo amore più grande (Gv 15,13). E noi, peccatori, rifuggiamo dal sacrificio, triste conseguenza dei nostri peccati. Ama veramente Dio chi ne comprende l'amore; chi lo fa suo, nella accettazione del sacrificio. In questa luce vediamo Maria, la Madre di Gesù. L'Immacolata Concezione: la creatura tutta innocenza, pura capacità d'amore e perciò, come il Figlio, totale capacità di dono, di offerta di sé. Gesù ama la sua passione: perché ama il Padre e gli uomini, prima fra tutti la Madre sua, per la redenzione della quale anela al sacrificio. Anche l'Immacolata la ama, perché ama il Padre ed ama il Figlio suo: lo ama più di se stessa. Per questo vorrebbe fare sue tutte le pene di Lui, pur di non vederlo soffrire, o almeno per mitigargliele. L'abbiamo visto: Ella aderì con tutta l'intensità della sua grazia alla sorte di vittima di Gesù, fin dal momento della sua incarnazione, offrendosi con Lui al Padre per procurargli la gloria della redenzione. Unita all'offerta del Figlio; divinamente accesa da quel medesimo fuoco che Egli era venuto a portare alla terra; fu questa la fiamma che alimentò il dono totale di sé, consumandolo sul Calvario insieme con Lui. Unico l'amore, unico il sacrificio. Di diverso l'indicibile pena che tutte le altre di gran lunga superava: per Gesù, vedere soffrire sua Madre; per l'Immacolata, vedere soffrire suo Figlio-Dio. Divina la sete di patire che li condusse uniti, giorno per giorno, fino al Calvario, in un totale abbandono di fiducia e di amore al Padre dei Cieli, per la sua gloria e per la salvezza di tutti noi, figli peccatori.

CONSACRAZIONE A Maria, Madre della Divina Grazia
Cuore Immacolato di Maria, che sei la Madre di Dio, la Corredentrice del mondo e la Madre della Grazia Divina: io riconosco che ho bisogno del tuo aiuto per santificare questa mia giornata e l'invoco con filiale confidenza. Sii Tu l'ispiratrice d'ogni mio pensiero, il modello d'ogni mia preghiera, azione e sacrificio, ch'io intendo compiere sotto il tuo sguardo materno ed offrirti con tutto il mio amore, in unione a tutte le tue intenzioni: per riparare le offese che ti reca l'umana ingratitudine e specialmente le bestemmie che continuamente ti trafiggono; per salvare tutti i poveri peccatori ed in particolare perché tutti gli uomini ti riconoscano loro vera Madre. Tieni oggi lontano da me e da tutti i miei cari ogni peccato mortale e veniale; concedimi di corrispondere fedelmente ad ogni tua grazia, e dona a tutti la tua materna benedizione. Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.