Catechesi sulla confessione per il Tempo di Quaresima
L'anima onesta al confessionale: Settimo e Decimo Comandamento
- Cambiando argomento, vediamo se c'è qualche mancanza nella pratica di questo punto della legge di Dio.
- E che cosa dice il settimo Comandamento?
- « Settimo: Non rubare! »
- Ah, questo è troppo!... Fare a me delle domande per sapere se abbia rubato!?... Non c'è in paese un operaio più onesto di me. Rubare? Giammai!... Povero sì ma ladro mai!... Io guadagno il pane con queste mani benedette!
- Avete ragione! Tuttavia... qualche domanda devo farla! È sempre per vostro bene.
- La faccia pure... ma troverà la mia coscienza pulita! Io a questo riguardo mi sento puro come Maria Vergine... togliendomi i peccati!
- Voi sapete che i ladri non sono soltanto quelli che stanno in prigione; la maggior parte dei ladri è in libertà. Non deve considerarsi ladro solamente colui che ruba a mano armata, ma è ladro anche chi froda il prossimo nella roba. Detto ciò rispondete: Avete lavorato con coscienza?
- Sempre coscienziosamente!
- Avete fatto pagare il vostro lavoro più del giusto?
- Ecco, io mi comporto così: Viene un cliente bisognoso? Gli domando poco. Si presenta un ricco? Deve costui pagare per sé e per quelli che hanno pagato poco.
- Non è esatto! Fate bene, potendo, ad aiutare i bisognosi; non è giustizia domandare al ricco ciò che non vi deve... E la merce che vendete, i lavori che eseguite, subiscono delle alterazioni o falsificazioni?
- Necessariamente!... Se non s'imbroglia un po' nella vendita, come si può vivere? Del resto tutti fanno così! Si vende il vino? Si allunga con l'acqua... Si vende la farina di frumento? La si mescola con qualche cosa di estraneo. Si confeziona un paio di scarpe? Nella solatura si falsifica un poco. Il cliente non può accorgersi, perché esternamente il lavoro è in regola.
- E questo non vi pare furto? Se vi dessero denaro falso in compenso del lavoro, che cosa direste voi?
- Mi ribellerei!
- Dunque, state attento a non imbrogliare la gente!... Vi è capitato qualche sbaglio nel dare il denari, o nel riceverlo?
- Difficilmente; e quando ciò è avvenuto, ho ringraziato Dio della provvidenza avuta.
- Questo è rubare!
- Ma, Padre, mi danno per sbaglio un po' di denaro in più ed io devo ridarlo?... Faccio conto di non essermene accorto - Una volta presi in un negozio un paio di pantaloni e stavo per pagarli; siccome c'era molto concorso di clienti, vedendo che io ero inosservato, andai via senza pagare...
- Malissimo!
- Ma questi negozianti ne rubano tanto denaro!... Fanno pagare la merce un occhio!
- Se sono ladri loro, non dovete essere ladro voi!... Avete restituita la roba trovata?
- Io non trovo mai niente! Una o due volte mi è avvenuto di trovare qualche biglietto da mille e l'ho restituito al padrone. Una volta soltanto, molti anni fa, cadde il portafoglio ad un mio cliente dentro la mia bottega. Siccome in quei giorni avevo bisogno di danaro, volli approfittare. Però, Padre, trovai poche migliaia di lire solamente. Rimasi deluso! Speravo di trovare molto di più!
- Questo è furto!... Avete fatta qualche altra ingiustizia, ad esempio, nel peso?
- Nella mia bottega si lavora semplicemente; non si pesa niente. Ma una ventina di anni addietro avevo una piccola rivendita ed ordinariamente nel peso imbrogliavo; però roba da poco! I pesi erano doppi; quando venivano ragazzi o persone semplici, mettevo i pesi falsi. Nessuno si accorse mai del trucco... perché io sono intelligente e so fare bene le mie cose!
- Di altre ingiustizie ne avete commesse... ad esempio... viaggiando... comprando merce a conto di altri... ecc.... ?
- Riguardo ai viaggi sto attento; ma quando posso fare a meno di pagare qualche biglietto, per incuria del bigliettaio, lo faccio volentieri. A proposito di compra a conto di altri, un amico mi diede una volta cento mila lire per comprargli un vestito in città. Potei averlo per ottanta mila e così guadagnai venti mila lire.
- Anche questo è rubare!... Avete dato denaro in prestito durante la vostra vita?
- Al presente cerco chi possa prestarlo a me. Siccome verso i trent'anni le mie faccende andavano a gonfie vele, misi da parte circa un milione di lire. Mia moglie mi consigliò di fare fruttare il denaro dandolo in prestito. Credo che in ciò non ci sia male!
- E quanto interesse avete richiesto?
- Quello che vuole la Santa Chiesa. Sempre il giusto... mai approfittare. Mi davano il dieci per cento.
- Ogni anno?...
- Per carità!... ogni tre mesi!
- Dunque non è più il dieci per cento; è il quaranta per cento annuo; è peccato mortale fare così!... È peggio che andare a rubare.
- Ma, meno di tanto non si poteva domandare!
- Allora è meglio non prestare denaro!... Di tutte queste ingiustizie chiedete perdono a Dio e dovete riparare il male recato al prossimo. Se conoscete qualcuno che avete frodato, compensatelo in qualunque modo o col denaro o con il lavoro... Se non potete ora, fate ciò quando sarete in grado di farlo.
- Ma quando gli altri frodano me, non vengono a ripararmi il danno... E devo farlo io?
- Non c'è via di mezzo: o restituzione o dannazione. E se non avete la volontà di riparare le ingiustizie, non posso darvi l'assoluzione.
- Ma quello che ho fatto io lo fanno tutti. Il commercio è così.
- Se sono ladri gli altri, non avete il diritto di esserlo voi. Dunque promettete.
- E pazienza... promettiamo...
- Rispondete ancora a questa domanda: siete contento del vostro stato oppure agognate la ricchezza altrui?
- Padre, questa domanda è curiosa!... Certamente che non sono contento del mio stato... Io abito in una piccola casa e quel ricco in un grande palazzo!... Io devo nutrirmi di pane e legumi e quell'altro fa pranzi prelibati!...
- Desiderare di avere il necessario o di migliorare decentemente la propria condizione, non è peccato. Desiderare il superfluo, non è giusto!
- Ma intanto i ricchi se la godono!...
- Sarà! Potranno godere un po' di anni... ma poi daranno conto a Dio! Dice Gesù Cristo: « Guai ai ricchi!... È più facile che un cammello passi per il buco di un ago, che un ricco entrare in Paradiso! »
- Veramente è così! Meritano l'inferno! Non lavorano, si dànno a tutti i piaceri, sprecano il denaro nel lusso e non vogliono fare la carità!
- Non tutti però sono così
- Tutti indistintamente!... Ne conosco tanti.
- Dunque, voi contentatevi di avere la salute, una casetta per abitarci ed una bottega per lavorare. Guardate coloro che stanno peggio di voi!... Anche Gesù Cristo fu povero operaio. Non dimenticate che morendo non si porta niente alla tomba!…
- Esaminiamo la vostra coscienza sull'ottavo Comandamento che sarebbe l'ultimo, secondo le interrogazioni da farvi. -
Fonte:L'ANIMA ONESTA AL CONFESSIONALE di DON GIUSEPPE TOMASELLI
- E che cosa dice il settimo Comandamento?
- « Settimo: Non rubare! »
- Ah, questo è troppo!... Fare a me delle domande per sapere se abbia rubato!?... Non c'è in paese un operaio più onesto di me. Rubare? Giammai!... Povero sì ma ladro mai!... Io guadagno il pane con queste mani benedette!
- Avete ragione! Tuttavia... qualche domanda devo farla! È sempre per vostro bene.
- La faccia pure... ma troverà la mia coscienza pulita! Io a questo riguardo mi sento puro come Maria Vergine... togliendomi i peccati!
- Voi sapete che i ladri non sono soltanto quelli che stanno in prigione; la maggior parte dei ladri è in libertà. Non deve considerarsi ladro solamente colui che ruba a mano armata, ma è ladro anche chi froda il prossimo nella roba. Detto ciò rispondete: Avete lavorato con coscienza?
- Sempre coscienziosamente!
- Avete fatto pagare il vostro lavoro più del giusto?
- Ecco, io mi comporto così: Viene un cliente bisognoso? Gli domando poco. Si presenta un ricco? Deve costui pagare per sé e per quelli che hanno pagato poco.
- Non è esatto! Fate bene, potendo, ad aiutare i bisognosi; non è giustizia domandare al ricco ciò che non vi deve... E la merce che vendete, i lavori che eseguite, subiscono delle alterazioni o falsificazioni?
- Necessariamente!... Se non s'imbroglia un po' nella vendita, come si può vivere? Del resto tutti fanno così! Si vende il vino? Si allunga con l'acqua... Si vende la farina di frumento? La si mescola con qualche cosa di estraneo. Si confeziona un paio di scarpe? Nella solatura si falsifica un poco. Il cliente non può accorgersi, perché esternamente il lavoro è in regola.
- E questo non vi pare furto? Se vi dessero denaro falso in compenso del lavoro, che cosa direste voi?
- Mi ribellerei!
- Dunque, state attento a non imbrogliare la gente!... Vi è capitato qualche sbaglio nel dare il denari, o nel riceverlo?
- Difficilmente; e quando ciò è avvenuto, ho ringraziato Dio della provvidenza avuta.
- Questo è rubare!
- Ma, Padre, mi danno per sbaglio un po' di denaro in più ed io devo ridarlo?... Faccio conto di non essermene accorto - Una volta presi in un negozio un paio di pantaloni e stavo per pagarli; siccome c'era molto concorso di clienti, vedendo che io ero inosservato, andai via senza pagare...
- Malissimo!
- Ma questi negozianti ne rubano tanto denaro!... Fanno pagare la merce un occhio!
- Se sono ladri loro, non dovete essere ladro voi!... Avete restituita la roba trovata?
- Io non trovo mai niente! Una o due volte mi è avvenuto di trovare qualche biglietto da mille e l'ho restituito al padrone. Una volta soltanto, molti anni fa, cadde il portafoglio ad un mio cliente dentro la mia bottega. Siccome in quei giorni avevo bisogno di danaro, volli approfittare. Però, Padre, trovai poche migliaia di lire solamente. Rimasi deluso! Speravo di trovare molto di più!
- Questo è furto!... Avete fatta qualche altra ingiustizia, ad esempio, nel peso?
- Nella mia bottega si lavora semplicemente; non si pesa niente. Ma una ventina di anni addietro avevo una piccola rivendita ed ordinariamente nel peso imbrogliavo; però roba da poco! I pesi erano doppi; quando venivano ragazzi o persone semplici, mettevo i pesi falsi. Nessuno si accorse mai del trucco... perché io sono intelligente e so fare bene le mie cose!
- Di altre ingiustizie ne avete commesse... ad esempio... viaggiando... comprando merce a conto di altri... ecc.... ?
- Riguardo ai viaggi sto attento; ma quando posso fare a meno di pagare qualche biglietto, per incuria del bigliettaio, lo faccio volentieri. A proposito di compra a conto di altri, un amico mi diede una volta cento mila lire per comprargli un vestito in città. Potei averlo per ottanta mila e così guadagnai venti mila lire.
- Anche questo è rubare!... Avete dato denaro in prestito durante la vostra vita?
- Al presente cerco chi possa prestarlo a me. Siccome verso i trent'anni le mie faccende andavano a gonfie vele, misi da parte circa un milione di lire. Mia moglie mi consigliò di fare fruttare il denaro dandolo in prestito. Credo che in ciò non ci sia male!
- E quanto interesse avete richiesto?
- Quello che vuole la Santa Chiesa. Sempre il giusto... mai approfittare. Mi davano il dieci per cento.
- Ogni anno?...
- Per carità!... ogni tre mesi!
- Dunque non è più il dieci per cento; è il quaranta per cento annuo; è peccato mortale fare così!... È peggio che andare a rubare.
- Ma, meno di tanto non si poteva domandare!
- Allora è meglio non prestare denaro!... Di tutte queste ingiustizie chiedete perdono a Dio e dovete riparare il male recato al prossimo. Se conoscete qualcuno che avete frodato, compensatelo in qualunque modo o col denaro o con il lavoro... Se non potete ora, fate ciò quando sarete in grado di farlo.
- Ma quando gli altri frodano me, non vengono a ripararmi il danno... E devo farlo io?
- Non c'è via di mezzo: o restituzione o dannazione. E se non avete la volontà di riparare le ingiustizie, non posso darvi l'assoluzione.
- Ma quello che ho fatto io lo fanno tutti. Il commercio è così.
- Se sono ladri gli altri, non avete il diritto di esserlo voi. Dunque promettete.
- E pazienza... promettiamo...
- Rispondete ancora a questa domanda: siete contento del vostro stato oppure agognate la ricchezza altrui?
- Padre, questa domanda è curiosa!... Certamente che non sono contento del mio stato... Io abito in una piccola casa e quel ricco in un grande palazzo!... Io devo nutrirmi di pane e legumi e quell'altro fa pranzi prelibati!...
- Desiderare di avere il necessario o di migliorare decentemente la propria condizione, non è peccato. Desiderare il superfluo, non è giusto!
- Ma intanto i ricchi se la godono!...
- Sarà! Potranno godere un po' di anni... ma poi daranno conto a Dio! Dice Gesù Cristo: « Guai ai ricchi!... È più facile che un cammello passi per il buco di un ago, che un ricco entrare in Paradiso! »
- Veramente è così! Meritano l'inferno! Non lavorano, si dànno a tutti i piaceri, sprecano il denaro nel lusso e non vogliono fare la carità!
- Non tutti però sono così
- Tutti indistintamente!... Ne conosco tanti.
- Dunque, voi contentatevi di avere la salute, una casetta per abitarci ed una bottega per lavorare. Guardate coloro che stanno peggio di voi!... Anche Gesù Cristo fu povero operaio. Non dimenticate che morendo non si porta niente alla tomba!…
- Esaminiamo la vostra coscienza sull'ottavo Comandamento che sarebbe l'ultimo, secondo le interrogazioni da farvi. -
Fonte:L'ANIMA ONESTA AL CONFESSIONALE di DON GIUSEPPE TOMASELLI