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Giovedi, 28 marzo 2024 - Misteri luminosi - San Castore di Tarso ( Letture di oggi )

San Pio da Pietrelcina:Gesù solo può comprendere che pena sia per me, allorché mi si prepara davanti la scena dolorosa del Calvario. È parimenti incomprensibile che sollievo si dà a Gesù non solo col compatirlo nei suoi dolori, ma quando trova un'anima che per amor suo gli chiede non consolazioni, ma di essere fatta partecipe dei suoi medesimi dolori.
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Catechesi sulla confessione per il Tempo di Quaresima



Quaresima

PADRE SLAVKO: CHI STABILISCE IL CRITERIO?



"Gesù si avviò allora verso il monte degli ulivi. Ma all'alba si recò di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da lui ed egli, sedutosi, li ammaestrava. Allora gli scribi e farisei gli conducono una donna sorpresa in adulterio e, postala nel mezzo, gli dicono: “Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio. Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?” Questo dicevano per metterlo alla prova e per avere di che accusarlo. Ma Gesù, chinatosi, si mise a scrivere col dito per terra. E siccome insistevano nell'interrogarlo, alzò il capo e disse loro: “Chi di voi è senza peccato, scagli per primo la pietra contro di lei”. E chinatosi di nuovo, scriveva per terra. Ma quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani fino agli ultimi.

Rimase solo Gesù con la donna là in mezzo. Alzatosi allora Gesù le disse: “Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?” Ed essa rispose: “Nessuno, Signore”! E Gesù le disse: “Neanche io ti condanno; va' e d'ora in poi non peccare più”. (Gv 8,1-11).

Certamente ci si pone la domanda: come si può intuire il significato della vita? E in che cosa consiste la pienezza della vita? In quale direzione deve crescere l'uomo? Cosa sono in realtà i genitori, la Chiesa, il popolo, la famiglia, le comunità religiose? Chi è che reca il fine ultimo e fondamentale per la maturità dell'uomo?

Certamente non sono interrogativi di poco conto. Solo l'ultimo di essi basterebbe a fare insorgere conflitti, separazioni, omicidi, persecuzioni, assenza di libertà.

Non accade infatti tutto questo quando un uomo, o la famiglia, il padre o la madre o la comunità cominciano ad imporre a qualcuno i loro limiti, a stabilire regole ed a fissare stili e schemi di vita? Ed allora? Tutte le rivoluzioni dei giovani o meno, si fondano e si comprendono proprio sulla base di questa domanda: chi è che stabilisce per me la regola o la direttiva di vita? Inizialmente si potrebbe dare la seguente risposta: l'uomo non deve determinare né la regola né la strada per un altro uomo. Ciò non possono farlo né la famiglia, né il popolo o la nazione in cui si vive, né il sistema di governo a cui si è sottoposti.

L'uomo conduce già con sé medesimo i principi più profondi che devono dirigerlo. Tutte le altre componenti devono solo servire ad estrinsecare tali principi. Allora, diciamo diversamente, i genitori non sono tenuti ad educare il figlio o la figlia secondo le proprie finalità, ma per formarli come persone autonome. Il sistema non esiste per istruire gli uomini secondo le proprie direttive, ma per aiutarli a realizzare ed a sviluppare le doti di cui già dispongono: lo spirito di libertà, di giustizia, di carità. Se accade che gli individui, i sistemi di governo, le famiglie, le comunità tentano di indirizzare l'animo dei propri simili per i propri scopi, l'uomo diventa un mezzo, la persona subisce un'errata involuzione anziché evoluzione. E se la persona si sviluppa in modo sbagliato, tutto il resto ha una crescita distorta. Quindi governi, scuole ed istituzioni educative, inclusa la famiglia, hanno la loro ragione d'essere solo in qualità di sopporto alla maturazione dell'uomo.

Una volta che l'uomo è cresciuto ed ha raggiunto la maturità, saprà assumersi le proprie responsabilità ed osservare e rispettare i propri diritti e quelli degli altri. Salvo però che, in lotta per la sua posizione nella comunità e nella famiglia, non torni ad essere capriccioso, a scegliere mezzi e persone secondo il suo discernimento, rischiando così di perdersi nuovamente, proprio come gli sarebbe accaduto se fosse cresciuto agli ordini di qualcun altro.

In ogni caso l'uomo non è stato creato per stabilire da sé medesimo un criterio arbitrario che determini una linea di condotta per sé e per gli altri, così che neppure gli altri possono fare nulla che sia arbitrariamente fondato. La vita in sé e per sé ed il profondo bisogno dell'uomo di crescere nell'amore sono i fondamenti su cui tutto deve basarsi ed ai quali si deve sottomettere tutto. Da questo nasce il vero e corretto rapporto tra individuo e comunità, la relazione giusta che è sicuramente frutto di maturità.

"Quando il Figlio dell'uomo verrà nella sua gloria con tutti i suoi angeli, si sederà sul trono della sua gloria. E saranno riunite davanti a lui tutte le genti, ed egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dai capri, e porrà le pecore alla sua destra e i capri alla sua sinistra. Allora il re dirà a quelli che stanno alla sua destra: Venite, benedetti dal Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi sin dalla fondazione del mondo. Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi. Allora i giusti gli risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo veduto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando ti abbiamo visto forestiero e ti abbiamo ospitato, o nudo e ti abbiamo vestito? E quando ti abbiamo visto ammalato o in carcere e siamo venuti a visitarti? Rispondendo, il re dirà loro: In verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me. Poi dirà a quelli alla sua sinistra: Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli. Perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare; ho avuto sete e non mi avete dato da bere; ero forestiero e non mi avete ospitato, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato. Anch'essi allora risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo visto affamato o assetato o forestiero o nudo o malato o in carcere e non abbiamo assistito? Ma egli risponderà: In verità vi dico: ogni volta che non avete fatto queste cose a uno di questi miei fratelli più piccoli, non l'avete fatto a me. E se ne andranno, questi, al supplizio eterno, e i giusti alla vita eterna". (Mt 25,31-46).

L'amore, quale realtà profonda e più viva esigenza di tutti gli uomini, è diventato nell'insegnamento di Gesù il criterio principale. Per Lui la prima ed ultima domanda è: Hai amato? Quindi questo è il fondamento di tutto: servire nell'amore reciproco ed essere pronti a morire perché altri possano vivere. E morire per amore non significa scomparire, distruggersi, ma significa diventare capaci in ogni senso a vivere pienamente nell'amore.

L'uomo è stato creato ad immagine e somiglianza di Dio, e Dio è amore. Quindi l'unica e vera immagine dell'uomo ed il suo unico ideale è l'amore. Diventare simile a Dio nell'amore. E più l'uomo ama e più assomiglia a Dio, rendendosi così più vicino agli altri uomini ed alle creature tutte. Allora diventa chiaro che l'uomo non è stato creato ad immagine e somiglianza della sua famiglia o della società, e neppure ad immagine e somiglianza della Chiesa, ma tutto concorre affinché l'uomo sia aiutato ad assomigliare nell'amore al suo Creatore.

Per comprendere bene che cosa sono le buone famiglie, i buoni educatori, la buona Chiesa, dobbiamo avere chiaro in mente qual è il loro ruolo. Nella misura in cui qualcuno o qualcosa aiutano l'uomo, l'individuo, a scoprire la sua somiglianza con Dio ed a crescere tendendo verso questo modello ideale rendendo felice se stesso e coloro che lo circondano, questo qualcuno o qualcosa sono buoni.

La risposta alla nostra domanda: qual è il criterio per il bene e chi lo stabilisce, qual è il criterio per il peccato e chi lo stabilisce, la troviamo in una espressione molto semplice: nessuno costituisce per se stesso un criterio per discernere il peccato e nessuno se l'inventa per propria ispirazione, ma il peccato si può solo individuare e connotare come un pericolo che avvelena e distrugge il seme dell'amore nel cuore dell'uomo e che per questo bisogna combattere.

Lo stesso si potrà dire per i mezzi che ci aiutano a far fiorire l'amore: essi non sono invenzioni escogitate dalla Chiesa o dalle altre istituzioni educative, ma sono gli imprescindibili presupposti perché l'uomo sappia scegliere gli strumenti utili e più adatti per la crescita della propria anima.

L'invito cristiano alla preghiera, al digiuno, alla confessione, alla partecipazione alla Messa, alla lettura ed alla meditazione della Parola di Dio, rappresenta semplicemente un'offerta d'aiuto perché ognuno possa trovare la strada ed i mezzi per raggiungere lo scopo. E queste offerte d'aiuto saranno accettate anche dai non cristiani solo se essi si renderanno consapevoli di quanto siano importanti per la maturazione di ciascuno.

Fonte: Dammi il tuo cuore ferito di P. Slavko Barbaric