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Venerdi, 19 aprile 2024 - Misteri dolorosi - San Leone IX Papa ( Letture di oggi )

Santo Curato d'Ars (San Giovanni Maria Vianney):Dio è così buono che, nonostante gli oltraggi che gli facciamo, ci porta in paradiso quasi nostro malgrado. E' come una madre che porta in braccio il suo bambino al passaggio di un precipizio. E' interamente occupata ad evitare il pericolo, mentre il suo bambino non smette di graffiarla e di maltrattarla.
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Aprile, mese dedicato alla Vergine della Rivelazione
Santa Maria del Terzo Millennio alle Tre Fontane



Vergine Rivelazione

L'ASSUNTA E LA CHIESA

La Madonna poi, per far capire in che cosa consista la vera Rivelazione, passa a rassicurare Bruno su un aspetto della propria vita che egli si ostinava a negare cercando prove contrarie proprio nella sacra Scrittura. Ed è il destino del suo corpo, quando lasciò questa terra. La Chiesa non si era ancora espressa in forma dogmatica su questa verità, ma da secoli la viveva e la celebrava con certezza. La definizione solenne avvenne il 1° novembre 1950 . La Madonna dice espressamente al veggente: «Il mio corpo non poteva marcire e non marcì. Mio Figlio e gli angeli mi vennero a prendere al momento del mio trapasso».

Logicamente la Madonna non si mette a dare spiegazioni teologiche, almeno a quanto sembra. Questo è compito della Chiesa. Una mamma a un bambino piccolo dà solo delle affermazioni, perché non è ancora in grado di capirne le ragioni profonde. Al momento Maria riteneva urgente rassicurare Bruno su questa verità che egli combatteva come errore. Chiarito questo punto, era ora più facile che il veggente potesse accettare anche gli altri, quali quello dell'Immacolata Concezione e quello della maternità divina. Lei sapientemente era partita dall'epilogo. Adesso era più facile risalire fino all'inizio. Il suo corpo non marcì e fu portato in Cielo proprio perché quel corpo non fu mai toccato dal peccato e da quel corpo aveva tratto l'umanità la seconda Persona della Trinità. E siccome lei fu associata al Salvatore in tutto, era logico e naturale che fosse unita subito, con tutta se stessa, al Figlio nella gloria del Cielo.

Il fatto che non usi il termine «morte» non vuol dire che la Madonna intenda affermare che lei non sia morta, come molti hanno ritenuto e ritengono. Lei si guarda bene dal dirimere una questione dibattuta tra i teologi. Cosa che non farà neppure Pio XII, che nella definizione dell'Assunzione così si esprimerà: «Maria, terminato il corso della sua vita terrena, fu assunta alla gloria celeste in anima e corpo». Ci sembra che «trapasso», o «transito», o «dormizione» siano termini più squisitamente cristiani. «Morte» è parola comune anche ai non credenti, anche a «coloro che non hanno speranza», mentre per i cristiani la morte intesa come fine di tutto non esiste, perché la vita continua. Dopo questo, la Vergine della Rivelazione passa a toccare un punto personalissimo della vita di quel figlio che le sta inginocchiato davanti. Si tratta del rapporto nuovo da stabilire tra loro due, adesso che si conoscono: «Tu mi perseguiti, ora basta!» Ci ha sempre enormemente affascinato questa caratteristica della Madonna: la sua estrema determinazione e decisione, sia pure nella sua dolcezza. Come madre sa che a volte con i figli che si comportano male, che continuano a sbagliare, occorre il richiamo deciso e serio: «Ora basta!».

Senza dare altre spiegazioni e senza cercare attenuanti, anche se in realtà nella vita di Bruno ce n'erano molte. Lei sa che non si può continuare a discutere, cercare prove o scusanti. Da autentica madre molto pratica preferisce quell'«Ora basta!» che taglia ogni inutile discussione, o difesa o piagnisteo, con le conseguenti perdite di tempo. Una madre, anche se è del Cielo, anzi proprio perché è del Cielo, ha tutto il diritto e il dovere di parlar chiaro e di esigere da quel suo figlio, al quale aveva fatto il favore di farsi vedere, di cambiare vita. Il richiamo alla conversione di san Paolo sul cammino per Damasco lo conferma. Anche suo Figlio con Saulo andò per le spicce e non si attardò a dare spiegazioni o a fare discussioni: lo butta giù da cavallo e lo acceca. Con gente del genere occorrono le maniere forti. «Chi sei, o Signore?», fu la domanda di Saulo. «Colui che tu perseguiti», gli rispose Gesù. «Duro ti è recalcitrare contro il pungolo!». Come a dirgli: «Non ci provare nemmeno!». E Saulo accetta senza altre spiegazioni. Anche Bruno ha bisogno di una parola decisa, e la madre del Cielo, che conosce bene il suo carattere, gliela dà. Va ridimensionata la figura che alcuni si sono fatti della Madonna, tutta zucchero, sospiri e sdolcinature: lei è una vera madre e una donna decisa, che sa bene quello che vuole e che deve fare. Del resto, a Gesù, ritrovato nel Tempio dopo tre giorni di ricerca, è lei che chiede spiegazioni. Gesù a Saulo dice: «Alzati e prosegui verso Damasco: là ti verrà detto tutto quello che è stabilito che tu faccia» (At 22,10). In altre parole, Gesù lo inviava alla comunità cristiana di quella città. Là avrebbe ricuperato la luce degli occhi e avrebbe conosciuto la volontà di Dio nei suoi riguardi. Doveva essergli chiaro subito che la luce e la conoscenza della volontà di Dio si trovano nella Chiesa. Non bisogna pretendere di riceverle direttamente da Dio stesso. La stessa cosa avviene alle Tre Fontane: « Entra nell'ovile santo, corte celeste in terra».

E la definizione che Maria santissima dà della Chiesa: ovile santo. E l'espressione che il Figlio aveva usato e viene riportata dal Vangelo. Rappresentava anche il suo anelito: che si facesse un solo ovile con un solo pastore. Occorre stare nell'ovile, altrimenti si è fatalmente vittime dei «lupi rapaci», che azzannano e sbranano senza pietà. E solo uno è il vero e buon pastore: quello che ha dato la vita per le pecore. Gli altri sono ladri e mercenari, ai quali non importa la salvezza delle pecore, ma le usano per i loro interessi. Proprio in quella Chiesa che Bruno aveva combattuto con tanto odio e acredine stanno la salvezza e la verità.

E quella Chiesa, così umana e piena di difetti nei suoi componenti, è addirittura la «corte celeste» su questa terra. Non è quindi una istituzione umana, messa in piedi da chissà chi o per chissà quale scopo. Proviene, anzi è la continuazione dell'opera di suo Figlio stesso. Proprio per questo è già fin d'ora qualche cosa di «celeste», è anticipazione sulla terra della vita divina che verrà vissuta in pienezza in Cielo. La vita in Dio comincia a essere vissuta qui sulla terra, per cui la Chiesa è già una porzione di Paradiso sulla terra. Corte celeste perché è la fidanzata, la sposa dell'Agnello che lei segue ovunque vada. Del resto anche Maria fa parte della Chiesa.

Quindi Bruno può stare sicuro: se vuole continuare a sentire la sua presenza, deve entrare nella Chiesa. E poi questa è il «corpo di suo Figlio». E se è madre del Figlio, non può non essere madre anche di tutto il suo corpo, che continua a vivere lungo il corso dei secoli. Non si può credere in Cristo e negare o, peggio, combattere la Chiesa , perché sono un unica realtà. Anche qui la Vergine usa l'imperativo: «Entra!». Basta con timori vacillanti o dubbi. Non c'è tempo da perdere in inutili disquisizioni, aggrappandosi a questo o quello scandalo che emerge nella Chiesa. Sia come sia, essa è la corte celeste, è l'ovile santo, e questo gli deve bastare.

Testi presi da varie fonti: Biografia di Cornacchiola, S.A.C.R.I.; La Bella Signora delle Tre Fontane di padre Angelo Tentori; La vita di Bruno Cornacchiola di Anna Maria Turi; ...

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