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Giovedi, 25 aprile 2024 - Misteri luminosi - San Marco ( Letture di oggi )

Don Nikola Vucic:Penso che, nell'AVVENTO, il nostro atteggiamento di fondo dovrebbe essere quello del desiderio vivo di Dio. Gesù Cristo, il Messia promesso, è venuto dopo essersi fatto desiderare per secoli. Ora anche noi entriamo in un periodo di attesa. Certo, Gesù è già venuto, ma questa venuta deve ancora essere compresa, vissuta. Gesù attende ancora di essere accolto e amato. Gesù è già nato, ma siamo noi che dobbiamo ancora nascere. E dobbiamo attendere ancora il ritorno del Signore nella Sua gloria ed il Giudizio finale. Un antico inno dice: "Ricordati, o buon Gesù, che sei venuto per me: non perdermi nel giorno del Giudizio. Nel cercarmi, ti sei affaticato, mi hai riscattato morendo sulla croce: tanti sforzi non siano vani!" Oggi, se vuoi essere buon cristiano, devi andare controcorrente, devi farti stolto al mondo per amore di Cristo. Buon cammino dell'Avvento.
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Aprile, mese dedicato alla Vergine della Rivelazione
Santa Maria del Terzo Millennio alle Tre Fontane



Vergine Rivelazione

SAI CHI E’ LA BESTIA DELL’APOCALISSE?

Non scrivo per fare propaganda militare a favore di un belligerante o di un altro ma scrivo quello che ho vissuto.

Mi presentai alla Caserma Roma con un paio di scarpe rotte trovate in uno scarico al Quadraro. La suola e la tomaia erano tenute insieme da un filo di ferro. La sera, così conciato partii per Ravenna. Il 9 aprile 1934 arrivai a Ravenna al 28° Reparto Fanteria, Sezione Cannoni, al quale ero stato affidato.

Il primo paio di vere scarpe, il primo vestito e cappotto nuovi, l’ebbi nel cortile della caserma. Più volte chiesi al furiere, che mi elencava e consegnava diligentemente indumenti e buffetteria, se tutto quel ben di Dio, che non avevo mai visto, fosse mio.

Incredibile! Tutto quel corredo, che io non finivo mai di raccogliere in una coperta era veramente mio! Quel giorno, come risulta dal libretto matricolare, era il 12 aprile1934.

Ad uno come me, che non aveva mai avuto nulla, al quale la famiglia non aveva insegnato nulla e la società era stata assente, il servizio militare dette molto ed ancor più insegnò. Mi insegnò l’obbedienza, e la disciplina, l’ordine oltre al dovere, dette il diritto rispetto degli altri.

Mi guadagnai i gradi di Caporal-maggiore e fui inviato alle gare nazionali Roma al poligono della Farnesina dove vinsi alcune gare come tiratore scelto, nelle quali partecipò anche il Capo del Governo.

Al mio ritorno a Roma in licenza, in attesa di congedo che non venne mai mi fidanzai con la giovane Iolanda Lo Gatto, figlia di una guardia carceraria conosciuta da mio padre durante una sua detenzione al carcere romano di Regina Coeli. Conoscevo Iolanda, la mia fidanzata (alla SACRI sorella M. Monica, morta a Roma il 2 Dicembre 1976) fin da bambina, perché il padre era venuto ad abitare vicino alla mia famiglia.

Quando decidemmo di sposarci, le manifestai brutalmente la mia incredulità religiosa: “Non voglio sposarmi in Chiesa - le dissi - ma con cerimonia civile.” Lei si oppose con tutte le sue forze e pianse. Siccome era addoloratissima, dovetti cedere. Lo feci malvolentieri e solo in parte: “Va bene in Chiesa... ma in sacrestia! e senza cerimonie!” Lei insistette a lungo, scongiurò, ma fui irremovibile. Era il massimo che potesse concedere il mio odio e disprezzo per i “pretacci”, che consideravo disonesti e furbi sfruttatori del popolo, inventori della Chiesa, per cavarne benefici senza lavorare.

La stessa cosa, arrogantemente ripetei al Parroco nel colloquio prematrimoniale: “Mi sposo in sacrestia, purché voi preti non incominciate a parlarmi di Sacramenti... Confessioni... Comunioni perché io a voi non ci credo!”.

E così, come io avevo promesso, ci sposammo il 7 Marzo 1936 nella sacrestia della Chiesa parrocchiale di Sant’Elena sulla Via Casilina. Mi sposai in maglietta e giacchetta, senza cravatta (non come sono stato “cerimonialmente” rappresentato in alcune quadrucci e vignette.)

Quella cerimonia fu l’inizio di una vita coniugale piena di maltrattamenti, percosse, incomprensioni e tradimenti, alla quale soltanto la Vergine della Rivelazione riuscì a porre fine il 12 Aprile 1947.

Dopo il matrimonio andammo a dormire da mio padre, che abitava in una baracca alla località “Tombe Latine” a Porta Furba. Ci avevano preparato il letto in un piccolo vano ricavato dall’intercapedine di due baracche accostate, quella di mio padre e di mio fratello Mario. Dopo alcune settimane, però mio padre ci scacciò. Lei tornò da suo padre e io andai a dormire nella sala d’aspetto della Stazione Termini.

Al mio ritorno dal servizio militare, mi iscrissi al Partito d’Azione di Ferruccio Parri; e ripresi a partecipare alle riunioni politiche clandestine del Partito Comunista Italiano, 6° zona (Appio), tenute dal capocellula Antonio P.

Noi del partito d’Azione lavoravamo insieme ai comunisti perché avevamo gli stessi ideali antifascisti. Fui un attivo collaboratore e distributore della stampa clandestina e, nel periodo bellico riuscii più volte a rubare armi dalla caserma dove prestavo servizio militare e a consegnarle alla cellula.

I capi decisero che dovevo arruolarmi volontario nelle truppe fasciste, apparentemente per combattere a fianco dei falangisti del Generalissimo Francisco Franco 13 contro i bolscevichi, ma in realtà come compagno sabotatore, clandestino.

E così feci dal 1936 al 1939, anche come informatore, rischiando molte volte la vita.

Nel 1937, a Saragozza, in zona d’operazione, incontrai un soldato tedesco, certo “Otto”, anch’egli in forza presso una stazione radio tedesca, che poi fu ucciso nel bombardamento dell’aeroporto di Siviglia da aerei miliziani che colpirono la stazione radio.

Questi aveva spesso con sé, sotto il braccio, un libro che attirava la mia curiosità. Siccome ho sempre cercato d’istruirmi un po’ da solo, un giorno gli chiesi in spagnolo. “Che romanzo é’? Me lo fai leggere’?”

“Non è un romanzo - mi rispose in spagnolo - e il libro è scritto in Redesco. Questo libro è la Bibbia, la Verità”.

“La Bibbia’?! Che cosa é? Non la conosco e non ne ho mai sentito parlare”.

Allora incominciò a parlarmi di Cristo, documentando il suo dire con la sacra Bibbia. Parlavamo in spagnolo, l’unica lingua che conoscevamo abbastanza ambedue. Il suo modo di fare, affabile e suadente, e le abbastanza ambedue. Il suo nodo di fare, affabile e suadente, e le citazioni scritturali sempre a portata di mano, riuscirono a convincermi: dovevo cambiare vita e vivere come Dio ci ha insegnato.

L’occasione di mutare vita mi capitò un giorno, sempre a Saragozza, mentre ci trovavamo davanti ad una grande Chiesa, il famoso Santuario dedicato alla Virgen del Pilar.

C’era tanta gente radunata per celebrare l’anniversario di un miracolo. Durante il bombardamento della città da parte dei franchisti C.T.V. contro i miliziani, prima che fosse occupata dalle truppe di Franco e dai volontari italiani e tedeschi, tre bombe erano cadute sulla Chiesa senza esplodere, salvando il Santuario dalla distruzione. Due davanti alla statua della Vergine e la terza era rimasta incastrata nel soffitto nel tempio. Mi sentivo anch’io di partecipare a quel giorno di festa e di preghiera. Pensavo al giorno della mia prima Comunione.

Quando, però, invitai Otto ad entrare in Chiesa per confessarci e comunicarci, si rifiutò sdegnato.

Ma allora non hai capito niente! lo non voglio confessarmi!”“Ma come - risposi meravigliato - tu non mi hai sempre parlato di Dio? allora perché dici queste cose’?!”“Sì, è vero - reagì - io ti ho sempre parlato di Dio, di Gesù Cristo.., ma non ti ho mai parlato della Chiesa Cattolica, di Confessione, Comunione ... di Preti...”.

“Non hai parlato di queste cose - risposi urtato - ma parlavi sempre di Cristo. Ma di che razza sei’?!”

“Io sono protestante, e ti ho sempre insegnato che tutto quello che dice o fa la Chiesa Cattolica è sbagliato!’.

Dopo questa ammissione, che mi colpi molto, incominciò a spiegarmi che egli combatteva la Chiesa Cattolica, come il peggiore di tutti i mali che affliggono l’umanità. Le sue argomentazioni eretiche collimavano con le mie idee; e i miei dubbi, mai rimossi e sempre alimentati, finalmente trovavano per me, povero ignorante, una base di verità dottrinale inconfutabile. Argomentava sempre indicandomi i versetti della Bibbia dai quali traeva la “sua” verità. Era un fiume di parole che mi sbalordiva. Parlava contro i Sacramenti e i Dogmi di Fede, da me sempre disprezzati perché considerati utili invenzioni dei Preti, dileggiando e schernendo particolarmente la realtà dell’Eucaristia, dell’immacolata e del Papa.

Infine il segreto sconvolgente: “Sai chi vuole questa guerra di Spagna, chi controlla la finanza del mondo’? E’ la bestia dell’Apocalisse! E sai chi è la bestia dell’Apocalisse che sta a Roma’?

“No, ma dimmi chi è che l’ammazzo!”.

“E il Papa! E sai chi lo dice? La Bibbia stessa! Ma tu non devi uccidere nessuno!”

Otto continuò a presentarmi il Vicario di Cristo, come l’occulto fomentatore di guerre e rivoluzioni in tutto il mondo, e non soltanto della guerra civile in Spagna che stavamo combattendo. Era Lui “la bestia dell’Apocalisse”, che alimentava e sfruttava l’ignoranza dei popoli a proprio vantaggio, che accumulava immensi tesori, sottraendo il necessario ai poveri, per conservare il suo diabolico potere teocratico....

Credimi - concluse - per salvare l’umanità bisogna far spogliare i preti e far togliere il velo alle suore, chiudere tutti i conventi! Bisogna instaurare nella chiesa una base democratica che comandi, abolendo il potere assolutistico del Papa! Tutti devono presiedere l’assemblea come facciamo noi protestanti; bisogna togliere la Confessione, perché la Bibbia non ne parla..., l’Immacolata, perché la Bibbia non ne parla..., e tante altre idolatrie che la Chiesa ha inventato e conservato! “.

Più lo ascoltavo e più cresceva in me un odio profondo e violento contro Romano Pontefice, il Successore di Pietro. Pensavo: se riesco ad uccidere il Papa, “il capo della sinagoga di satana’’ come lo chiama Otto, libero l’umanità da tutti i mali.

A Toledo, città famosa per la qualità dell’acciaio e per la produzione di armi bianche, acquistai in un negozio un pugnale e sul manico incisi col temperino le parole, come un giuramento - A morte il Papa! -.

Come già chiarito più volte, ripeto: mai Otto e i molti protestanti che frequentai in seguito, mi dissero di uccidere il Sommo Pontefice; anzi sempre mi dissuasero dal mio progetto criminale. Furono l’ignoranza religiosa, la vita violenta della strada e il peccato, alimentati da una presentazione ingannatrice della Parola di Dio, che mi fecero giungere alla determinazione perversa di eliminare fisicamente il Papa appena mi fosse capitata l’occasione opportuna; perché con questa azione meritoria (così pensavo) avrei sradicato tutti i mali che affliggevano questa povera umanità.

Fra i tanti episodi accadutimi nella guerra di Spagna desidero ricordarne uno, a mio avviso, significativo.

Nel 1938 (mi sembra) avevamo lasciato Toledo per raggiungere Siviglia. Ci avvicinavamo alla città quando in mezzo alla strada ci ferma un bambino gridando “Bombas... camion. ..“. Capisco che c’è un camion che stà andando a fuoco. Faccio fermare il nostro camion con sopra la stazione radio e scendo di corsa.

Vedo in mezzo alla strada un camion italiano dal quale esce molto fumo.

Salgo dalla sponda posteriore dell’automezzo. Dentro vi sono tante bombe di aerei. All’improvviso seduta sul cruscotto del camion vedo una ragazza vestita di bianco che mi fa cenno con la mano di scendere. Mi sembra che dica con autorità: “Scendi. Vai!”.

Salto dal camion e grido all’automezzo con la stazione radio, che mi sta alle spalle, di fare marcia indietro. All’improvviso una terribile esplosione. Mi butto in una cunetta e così ci siamo salvati. Passato il pericolo andiamo a vedere cosa è successo. In mezzo alla strada c’è una voragine. Cerco un ricordo della giovane. Trovo soltanto un pezzetto di legno bruciato del camion che metto in tasca e porterò a Roma. Forse è qui nel mio studio e qualcuno lo troverà. Non ho mai saputo spiegarmi l’accaduto. Dopo l’Apparizione riflettendo a quello che mi ha detto la Vergine: “Ti sono sempre stata vicina”, ho pensato che quella ragazza fosse un’anima od un Angelo inviatomi dal Signore. Prima della grazia ricevuta, invece, pensavo che fosse una mia illusione...

In concomitanza a questi fatti accadde una cosa straordinaria. Nel 1937, la Signorina Luigina Sinapi, catechista alla Garbatella, portò in gita un gruppo di bambini alla vicina località allora quasi disabitata delle Tre Fontane. Questi si misero a giocare, e lei, allontanatasi un poco, si trovò nello spiazzo antistante la Grotta dell'Apparizione.

Testi presi da varie fonti: Biografia di Cornacchiola, S.A.C.R.I.; La Bella Signora delle Tre Fontane di padre Angelo Tentori; La vita di Bruno Cornacchiola di Anna Maria Turi; ...

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