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Venerdi, 29 marzo 2024 - Misteri dolorosi - Santi Simplicio e Costantino ( Letture di oggi )

Sant'Agostino:Non uscire fuori, rientra in te stesso: nell'uomo interiore abita la verità. E se scoprirai mutevole la tua natura, trascendi anche te stesso. Tendi là dove si accende la stessa luce della ragione.
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Aprile, mese dedicato alla Vergine della Rivelazione
Santa Maria del Terzo Millennio alle Tre Fontane



Vergine Rivelazione

NELLA TRINITÀ DIVINA

La Bella Signora veste una tunica bianchissima. Così si presenta a Bruno, che sta preparandosi a iniziare il suo discorso affermando: « La Madonna non è vergine, non è immacolata, non è assunta in cielo». Lei gli risponde, prima che con le parole esplicite, con i colori del suo vestito: la fascia di colore rosa, il manto verde. E qui ci sono dei richiami. A Guadalupe Maria appare con la veste rosa e il manto verde. Anche a Ghiaie di Bonate, all'apice delle sue manifestazioni, la Madonna è vestita di rosa, con il manto verde e la fascia bianca: era una predizione e una preparazione al suo prossimo appuntamento a Roma? Vorrà forse significare speranza quel colore verde del manto che la Madonna ostenta a Guadalupe, alle Ghiaie e alle Tre Fontane? Si sa che la virtù della speranza caratterizzò tutta la vita della Vergine e che lei viene sempre a richiamarla nei momenti più difficili della storia dei popoli e della Chiesa.

Lei vuole che mai ci lasciamo schiacciare dagli avvenimenti, anche i più dolorosi e conturbanti, perché suo Figlio ha «vinto il mondo» ed è sempre con noi, «tutti i giorni, fino alla fine del mondo». E con la fede in lui, bisogna sempre ricominciare daccapo, fino al giorno in cui egli ritornerà glorioso. E quel colore rosso-rosato della fascia ci ricorda l'amore di Maria per il Signore e per noi, ma forse anche la presenza della sua persona viva e concreta, nella sua femminilità e maternità, dato che ha messo tutta se stessa a disposizione di Dio e dei suoi figli, con tutte le sue doti, non solo di grazia ma anche di natura. L'essere Madre di Dio non ha intaccato per nulla il suo essere e le tipiche espressioni e qualità di donna. Anzi, Dio ha esaltato tanto le sue qualità da fare di Maria l'espressione umana del suo amore «materno». E questo significa che Dio non spegne nessun dono nelle sue creature, ma anzi li sviluppa fino al massimo delle loro potenzialità. E Maria ne è la prova più evidente. I suoi piedi sono nudi e poggiano sopra un masso di tufo. La sacra Scrittura dà molti significati ai piedi, che diventano belli quando portano l'annuncio del Vangelo, della bella notizia. Sono segno anche della presenza su questa terra. Maria ci vuole dire che lei è si in Cielo ma anche qui, e che lei è la regina che tiene in suo potere questo mondo. Proprio come si manifesta a Caterina Labouré, nella apparizione conosciuta come quella «della medaglia miracolosa».

Nell'Apocalisse e a Guadalupe ha la luna sotto i piedi, immagine del dominio che ha sulle alternanze del tempo. Se il Figlio è il re dell'universo, lei ne è la regina. E come il Figlio ha voluto accanto a sé la madre nella redenzione, così ora lei gli è accanto anche nella vittoria sul male e sul peccato: il serpente infernale insidia ancora i suoi piedi, ma è destinato a essere da essi schiacciato. Tra l'altro quella grotta era luogo di peccato. Ma dove arriva lei, satana deve ritirarsi. E lei non ha alcun timore di toccare quella terra di peccato, perché i suoi piedi non solo non si sporcano, ma santificano tutto ciò che viene in contatto con essi. Inoltre i piedi hanno sempre dato l'idea del camminare. E lei non solo viene dal Cielo, non solo accorre alle nostre suppliche, ma si fa compagna e guida nel nostro viaggio verso l'eternità. Ma in questa apparizione Maria si presenta con un oggetto mai mostrato prima. Benché raccomandi la recita del rosario, questa volta lei non lo porta con sé: tra le mani ha un libricino di colore cinerino, che appoggia sul cuore. Dopo le sue parole di presentazione si capisce che cosa sia e che cosa contenga quel libricino.

Certamente questa alle Tre Fontane è una visione fortemente personalizzata. La Madonna sa che si presenta a un protestante, per cui lascia stare la corona del rosario, ma porta con sé quel libro che anche i protestanti accettano come rivelazione e parola di Dio: la Bibbia. Anche Bruno l'aveva portata con sé, anche se nella traduzione «addomesticata» alle teorie protestanti. Paradossalmente Bruno pretendeva di trovare proprio nella Bibbia argomenti contro la santità e la missione della Madonna, stravolgendone i significati, perché pensava che tutto ciò che la Chiesa cattolica insegna su di lei fosse stato inventato di sana pianta per ingannare la povera gente e che facilmente si potesse controbattere ricorrendo alla parola di Dio per eccellenza, fissata nella sacra Scrittura. Ora la Madonna gli dimostra il contrario: ciò che di lei dice la Chiesa sta proprio nella Parola di Dio, basta leggerla con occhi senza squame, illuminati dalla luce dello Spirito santo. Sì, lei è contenuta proprio nella sacra Scrittura. Prima la Madonna parla con le immagini, con i simboli e solo dopo ricorre alle parole. Alle Tre Fontane, diversamente da altre apparizioni, lei si presenta subito, mostrando le sue credenziali, sorprendendo non solo Bruno che cercava di diminuirla il più possibile, ma anche gli stessi sacerdoti e teologi.

L'espressione che usa è ardita, mai pronunciata così esplicitamente, a bruciapelo, ma non lascia adito a dubbi. Infatti dice: «Sono colei che sono nella Trinità divina». Davanti a chi vuole abbassarla, lei si innalza alla sua altezza vertiginosa. L'affermazione «Sono colei che sono», solenne e forte, sembra riecheggiare addirittura l'autodefinizione di Dio sul monte Oreb. Sono espressioni nuove queste che Maria usa parlando di se stessa, e bisogna riconoscere che sono al di fuori del vocabolario usato dalla riflessione ecclesiastica su di lei. Tuttavia il significato di questa affermazione e delle altre era già contenuto nel libro che ella ha tra le mani, appoggiato sul suo cuore. Innanzi tutto ci vuole dire che lei vive nella Trinità, per cui ribadisce la verità del Dio unico in tre Persone. Lei non è la quarta persona della Trinità, ma vive e opera in quella Trinità che la avvolge e compenetra tutta, rendendola simile a sé. Nella sua prima lettera san Giovanni scrive che «noi già fin da ora siamo figli di Dio, ma ciò che saremo non è stato ancora rivelato. Sappiamo però che quando egli si sarà manifestato, saremo simili a lui, perché lo vedremo così come egli è» (1Gv 3,2). Per la Madre di Dio tutto è già rivelato, non deve attendere la manifestazione ultima del Figlio, quindi lei è già simile a Dio, perché lo vede così come egli è. A ragione può dire che lei è nella Trinità divina. Con questa affermazione, inoltre, sembra che la Vergi ne voglia richiamare le sue speciali relazioni con ognuna delle Persone divine. Da lei e soltanto da lei fu presa quella umanità con la quale il Verbo di Dio si è incarnato. Come madre di Gesù, vero Dio e vero uomo, mantiene sempre viva con la Trinità una relazione che nessun'altra creatura avrà mai. Figlia dilettissima del Padre, ha una specifica e unica affinità con lui: tutti e due hanno il Figlio in comune.

Secondo la natura divina, il Cristo è generato dal Padre, secondo la natura umana invece è generato da lei. E con il Figlio anche lei fa parte del disegno divino dell'Incarnazione previsto fin dall'eternità, indipendentemente dal peccato dell'uomo. Del Figlio è madre amorevolissima e sua collaboratrice nell'opera dell'incarnazione e della redenzione e, per conseguenza, nella mediazione. E questa sua maternità divina non è qualche cosa che si sia conclusa al termine della vicenda storica dei due. Nella Trinità e per l'eternità lei sarà sempre la Madre di quel Figlio che oltre a essere Dio è anche vero uomo e ha portato in Dio la natura umana divinizzandola. E questa relazione di maternità e di figliolanza rimarrà per l'eternità. E siccome il Figlio ha preso da lei e soltanto da lei la natura umana, si può dire che un po' di lei faceva già parte di Dio, ancora prima dell'Assunzione. Ora Bruno non potrà più dubitare o asserire che lei non è la Madre di Dio. Nei riguardi poi della terza persona della Trinità, lo Spirito santo, Maria ha avuto e mantiene tuttora una speciale relazione di cooperazione. L'incarnazione, il concepimento del Figlio di Dio in modo verginale, avviene per opera dello Spirito santo, che non solo suscita la potenzialità umana di Maria ma opera in lei il congiungimento delle due nature di Gesù: quella divina con quella umana. È lo Spirito che unisce intimamente e inseparabilmente le due nature nell'unica persona del Figlio di Dio.

E con lo Spirito che l'ha preparata immacolata, ella porta a compimento la sua missione di madre di Dio e degli uomini. Perché, sempre mediante lo Spirito, Maria è associata a Gesù nella rigenerazione dei credenti e ne diviene vera, autentica madre. Gesù stesso dalla croce la proclama ufficialmente tale, effondendo su di lei il suo Spirito che la abilita a questa missione. E come a Nazareth per opera dello Spirito Maria concepisce il Cristo, capo del corpo mistico, a Gerusalemme nella Pentecoste, sempre per opera dello Spirito, nasce la Chiesa , corpo di Cristo, con la presenza e l'intercessione di Maria. E non c'è motivo per pensare che questa stretta collaborazione di Maria con lo Spirito Santo sia venuta meno in Paradiso. Bruno sosteneva che Maria non era né immacolata né era stata assunta in cielo in anima e corpo. Lei allora gli fa capire che colei che è stata tempio di Dio, nuova arca dell'alleanza, non poteva essere stata intaccata da alcun peccato e colei che aveva dato un corpo a Dio non poteva marcire nel proprio corpo, ma con questo doveva seguire il destino del corpo del Figlio asceso in Cielo. Lei è la prima e unica creatura umana che al momento si trova nella Trinità in anima e corpo, proprio come il Figlio, mentre gli eletti per ora non lo sono in modo totale, in attesa della risurrezione dei corpi. Per questo Maria dirà al veggente: «Il mio corpo non poteva marcire e non marcì. Mio Figlio e gli angeli mi vennero a prendere al momento del trapasso».

Da notare: la Vergine non usa la parola «morte» ma quella più sfumata e delicata di «trapasso», come del resto gli antichi amavano parlare di «dormizione» e di «transito». Per ultimo, è chiaro che se lei è nella Trinità, se viene dalla Trinità, allora viene a noi in suo nome, inviata dalla stessa Trinità, appunto. Tutto ciò che ella compie per noi non è qualcosa che parte soltanto dalla sua iniziativa, ma è soprattutto applicazione dell'iniziativa dell'amore di Dio. E tutto ciò che ella opera è sempre in accordo con la volontà di Dio, mai al di fuori o in competizione con essa. Se sulla terra fu dichiarata beata per avere compiuto la volontà divina, tanto più ora in Cielo, dove tutto è volontà di Dio nel modo più puro e perfetto. Pensiamo che la Madonna molto coraggiosamente (è sempre stata una donna coraggiosa!) abbia voluto usare per la prima volta quella espressione in modo esplicito perché ora la Chiesa è in grado di capirla meglio, senza scandalizzarsi. O per lo meno invitava la comunità ecclesiale a rifletterci sopra per scoprirne la verità profonda e bellissima, addirittura vertiginosa.

Testi presi da varie fonti: Biografia di Cornacchiola, S.A.C.R.I.; La Bella Signora delle Tre Fontane di padre Angelo Tentori; La vita di Bruno Cornacchiola di Anna Maria Turi; ...

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