Santo Rosario on line

Sabato, 20 aprile 2024 - Misteri gaudiosi - Beata Chiara Bosatta ( Letture di oggi )

San Filippo Neri:Giovanni Tommaso Arena, un giovane proveniente da Catanzaro, era uno schernitore di mestiere, un vero maleducato come ce ne sono ancora oggidì, purtroppo. Costui, appena scoperto quello che si faceva all'oratorio di San Filippo, aveva preso ad andarvi assiduamente, ma non con le più belle intenzioni: entrava e usciva liberamente cercando di attirare l’attenzione per distrarre gli altri; durante i pii esercizi, le letture o i sermoni commentava con mormorazione o sghignazzi; canzonava questo o quello, zufolava. Faceva insomma quello che voleva in modo scandaloso. Tutti erano stufi di vedersi quel vagabondo tra i piedi: Noi, padre, non possiamo più sopportarlo dicevano. La risposta di Filippo era invariabilmente questa: Abbiate un po’ di pazienza e vedrete. L’Arena intanto continuava il suo andirivieni e le sue canzonature; rifaceva i versi degli oratori aggiungendovi la caricatura. Pazientate e non dubitate... interveniva allora Padre Filippo per calmare gli animi. E infatti l’Arena a un certo punto incominciò a stancarsi del giuoco, non solo, ma si accorse che si era affezionato a quel ritrovo. Gli pareva così bello quel raduno pomeridiano e anche quello che andavano dicendo i vari oratori su Dio e i Santi: tutto lasciava un certo godimento interno che non sapeva descrivere. E poi quel Padre Filippo sempre cosi amabile! Incominciò a darsi un contegno e a tacere. Voleva assaporare intimamente il dolce di quell’armonia fraterna; quando parlavano il Tarugi e il Baronio, gli oratori che più si distinguevano, chiudeva perfino gli occhi. Li chiudeva perché era l’anima che doveva vibrare in quei momenti: sembrava che stesse ascoltando una musica. Ogni giorno che passava si notava il cambiamento profondo del giovane e un giorno giunse a un totale capovolgimento. Si dette tutto nella mani di Filippo e diventò tanto fervente che, per consiglio stesso del Santo vestì la gloriosa divisa di San Domenico rinchiudendosi nel convento dei Domenicani, dove mori durante il noviziato, santamente.
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Il diario di Santa Gemma Galgani



Santa Gemma

Domenica, 2 settembre - Lunedì, 3 settembre



Domenica, 2 settembre - Lunedì, 3 settembre

Tenerezza, severità e rimproveri dell'angelo custode.

Stanotte ho dormito, col mio angelo custode accanto; nello svegliarmi l'ho veduto vicino a me; mi ha dimandato dove andassi. « Da Gesù », ho risposto.

Tutto il resto del giorno è corso benissimo. Dio mio, ma verso sera che è mai avvenuto! L'angelo custode si è fatto serio e severo; io non sapevo indovinarne la cagione, ma lui, ché nulla posso celargli, in tuono severo (nel momento che mi ero messa a recitare le solite preghiere) mi ha demandato che facessi. «Prego». «Chi aspetti?» (facendosi sempre più serio). lo non pensavo a nulla. «Confratel Gabriele» [risposi]. A sentir pronunziare quelle parole, ha cominciato a gridarmi, dicendomi che invano aspettassi, come pure aspettassi invano la risposta, poiché...

E qui mi ricordò due peccati fatti nel corso del giorno. Dio mio, che severità! Pronunziò queste parole più volte: «Mi vergogno di te. Finirò col non farmi più vedere, e forse... chi sa se neppure demani ».

E mi lasciò in quello stato. Mi fece pure piangere tanto. Ho voglia di chiedere perdono, ma, quando è così inquietato, non ci è caso che mi voglia perdonare.

Lunedì, 3 settembre

L'angelo le manifesta la sua benevolenza. Avvertimenti di vita spirituale.

Non l'ho più riveduto stanotte, neppure stamattina; oggi mi ha detto che adorassi Gesù, che si trovava solo, e poi è risparito. Stasera poi era assai meglio della sera innanzi; gli

ho chiesto più volte perdono, e pareva disposto a perdonarmi. Stanotte è stato sempre con me: mi ripeteva che fossi buona e non disgusti più il nostro Gesù e, quando sono alla sua presenza, stia meglio e più buona.