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Giovedi, 25 aprile 2024 - Misteri luminosi - San Marco ( Letture di oggi )

Santa Faustina Kowalska:L'uomo giunge alla divina misericordia in quanto egli stesso interiormente si trasforma nello spirito di un simile amore verso il prossimo, che costituisce per lui uno stile di vita, una caratteristica essenziale della vocazione cristiana.
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Meditazioni su Bernardetta Soubirous e Lourdes


Bernadette

VII APPARIZIONE



Martedì 23 febbraio 1858 - Mattino presto

È appena l'alba, ma già un centinaio di persone attendono alla grotta.

Bernadette teme di non veder più la Bella Signora; la sofferenza del giorno innanzi e l'apprensione della notte hanno lasciato i segni sul suo volto. Si inginocchia tremando e si appoggia con una mano ad un cero acceso, mentre con l'altra tiene la coroncina del Santo Rosario. La Madonna appare subito e, sorridendo piena di tenerezza, la chiama per nome; il viso della veggente si trasforma con gioia celestiale.

Il dialogo continuò per circa un'ora, ma non si è mai saputo che cosa riguardasse, o meglio, dalla veggente si seppe solo che la Madonna le aveva manifestato tre segreti, che riguardavano solo lei e con lei sono scesi nella tomba. Da alcuni indizi avuti più tardi da Bernadette, è lecito pensare che la Vergine Santa le avesse parlato della sua vocazione religiosa e della brevità della sua vita; ma sono soltanto congetture.

Il primo convertito di Lourdes
Questa settima apparizione provoca invece un fatto di grande risonanza: la conversione, se così si può definire, del Sig. Estrade, ricevitore delle tasse di Lourdes e giornalista, autore di documenti importanti sugli avvenimenti da lui vissuti così da vicino. Quel mattino egli si era recato in anticipo alla grotta con alcuni amici, tra cui il Dottor Dozous, ed avevano discusso su tutte le possibili cause dei fenomeni che avvenivano.

«Ci domandammo anche - egli scrive -, se nel cavo della roccia non si trovasse qualche forma bizzarra o qualche gioco di luce che poteva ingannare l'occhio prevenuto della ragazzetta. Esplorammo dunque la grotta in tutti i sensi e dovemmo concludere che non appariva possibile alcuna illusione di tal genere».

Assistette all'apparizione con gli amici, accanto a Bernadette, e la grazia li trasformò. «Inutilmente - egli prosegue - la Signora della roccia mi si era celata; io avevo sentito la sua presenza... Ora solenne della mia vita! Mi turbavo fino al delirio pensando che io, l'uomo dei sogghigni e della boria, ero stato ammesso ad occupare un posto presso la Regina del cielo... Ci dirigemmo verso il pendio e facemmo la salita senza parlare: una grande lotta si combatteva in noi; i pregiudizi cadevano. Infine, dando libero sfogo all'emozione fino allora contenuta, ci gridammo l'un l'altro. - È un prodigio!... È sublime!... È divino!...».

Riflessioni: La virtù dell'umiltà
L'umiltà è come il filo di una corona del Santo Rosario; i grani sono le virtù. Se il filo si spezza, i grani se ne vanno.

L'umiltà e la purezza sono come i due piatti di una bilancia. Quando l'umiltà è profonda, la purezza si innalza. Se l'umiltà si innalza e diviene superbia, la purezza si inabissa e scompare.

Perché praticare l'umiltà. - Benché il mondo pensi in modo contrario, senza umiltà non si può piacere a Dio, non si può piacere alla Madonna e dirsi suoi devoti. Il «Serpente» è superbia ed i suoi seguaci sono superbi.

«Non servirò a Dio!,, fu il grido di Lucifero. L'Immacolata ama invece l'umiltà ed i suoi figli debbono essere umili. «Ecco la schiava del Signore», rispose Maria all'Angelo.

Bernadette comprese subito molto bene questa lezione di umiltà. Quando le chiedevano:

- Non hai sentito qualche tentazione di orgoglio, per essere stata così favorita dalla Santa Vergine?

- Oh, - rispondeva -, se la S. Vergine mi ha scelto, è solo perché ero la più ignorante. Se avesse trovato una più ignorante di me, avrebbe scelto quella!

Come praticare l'umiltà. - Non stimarsi migliori degli altri e non pensare di aver maggiori doti. Non giudicare mai gli altri, ma pensare alle proprie colpe e difetti.

Dei doni che Dio ti ha elargito, non insuperbirti. Li hai ricevuti e devi farli fruttificare; non sono tua proprietà e ne dovrai rendere conto.

Comportati con gli altri con mitezza e bontà di tratto e di pensiero.

Fioretto: Non parlerò oggi di me o delle mie imprese con superbia o vanagloria.

Giaculatoria: O Gesù, mite ed umile di cuore, rendi il mio cuore simile al tuo!

GUARIGIONE E CONVERSIONE DI ENRICO LASSERRE PRIMO STORICO DELLE APPARIZIONI DI LOURDES (1862)

Giornalista, scrittore e uomo illustre per cultura, Enrico Lasserre non si era mai curato troppo delle cose di Religione, ma nel 1862 la sua vista, che era stata sino allora eccellente, si indebolì talmente che dovette abbandonare i libri e la penna e mettersi in assoluto riposo.

Sacrificio enorme per un uomo di grande attività come il Lasserre.

Fu un suo amico, protestante, ad indurlo a rivolgersi alla Madonna di Lourdes.

- «Se io fossi cattolico - gli scriveva questo amico, dopo essere per caso passato da Lourdes e dopo aver veduto l'entusiasmo delle folle -, non esiterei a tentare la sorte!».

Enrico Lasserre aveva un presentimento che la Madonna lo avrebbe esaudito, ma, leale com'era, confessò al suo amico che egli addirittura temeva un miracolo: «Un miracolo come quello di cui io potrei essere l'oggetto, mi imporrebbe l'obbligo di sacrificare tutto e di diventare un santo; ed io non ne ho né la voglia, né la vocazione!».

Ciononostante l'amico protestante scrisse al parroco di Lourdes, perché gli venisse inviata a Parigi un po' di acqua della sorgente miracolosa e, strano eretico davvero, esortò nell'attesa il Lasserre a confessarsi e comunicarsi bene, «come deve fare un buon cattolico», diceva.

Ecco come il Lasserre stesso racconterà più tardi, nel libro Notre Dame de Lourdes», la sua guarigione:

Prima di supplicare Dio di guarire il mio corpo, pensai, devo fare qualche cosa per guarire la mia anima. E, riflettendo a queste serie considerazioni, mi diressi verso la casa del confessore... ma non lo potei vedere in quel momento e dovetti tornare più tardi...

Rientrato in casa vide sul caminetto la cassetona dell'acqua di Lourdes.

«Conteneva - egli dice proseguendo nel racconto -, una bottiglia piena di acqua. Tolsi il turacciolo, versai dell'acqua in una chicchera e presi dal cassettone un tovagliolino...

La fede, una fede ardente, intensa, era venuta a infiammarmi l'anima.

"Santa Vergine Maria, - dissi a voce alta -, abbiate pietà di me e guarite la mia cecità fisica e morale".

E, dicendo queste parole, col cuore pieno di fiducia, bagnai successivamente tutti e due gli occhi e la fronte col tovagliolo, che avevo immerso nell'acqua di Lourdes.

Appena ebbi toccato con l'acqua miracolosa gli occhi e la fronte, mi sentii d'un tratto guarito, bruscamente, senza intervallo di tempo, con una velocità che, nel mio modo di esprimermi imperfetto, non posso paragonare che al fulmine.

Strana contraddizione! Un momento prima credevo, avevo fede che sarei guarito, ed ora invece non potevo credere che la guarigione fosse avvenuta!...

Andai a cercare sul caminetto un opuscolo sulle apparizioni; lessi 104 pagine senza interrompermi e senza l'ombra di stanchezza. Venti minuti prima non avrei potuto leggere tre righe! E, se mi fermai a pag. 104, fu perché erano le 17,35 del 10 ottobre e a Parigi, a quest'ora, è quasi notte: nei negozi si accende la luce...».

Enrico Lasserre il mattino seguente faceva la Comunione in ringraziamento a Dio ed alla Vergine Santa e più tardi diveniva il primo storico dei fatti di Lourdes. La sua opera «Notre Dame de Lourdes» ha avuto numerose edizioni in tutte le lingue, con oltre un milione di copie. Forse fu il libro che ebbe maggior successo nel secolo XIX (Cfr. L. Manent, op. cit. p. 13).

Fonte: BERNADETTE E LE APPARIZIONI DI LOURDES di p. Luigi Chierotti C.M. - Scaricato dal sito www.preghiereagesuemaria.it