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Venerdi, 19 aprile 2024 - Misteri dolorosi - San Leone IX Papa ( Letture di oggi )

Don Nikola Vucic:Gesù ci dice "tenetevi pronti!" Essere pronti significa essere svegli, attenti, presenti. Essere pronti è la maturità più elevata della spiritualità. Una persona pronta è totalmente protesa verso l'Amato, verso il Padrone che torna a casa. La casa certamente sarà in fermento. Il Padrone sa di essere atteso. Ma resterà sorpreso guando vedrà di non essere atteso. Rimarrà deluso quando si renderà conto che ognuno pensa a sé stesso. Chi è pronto, sa attendere: il suo cuore scandisce il ritmo del desiderio più intenso; chi è pronto non si frammenta, non si disperde, ma è raccolto nell'attesa.
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Le Glorie di Maria - Sant'Alfonso Maria de Liguori

Liguori

A te sospiriamo, gementi e piangenti in questa valle di lacrime: Seguito dello stesso argomento



San Bernardo dice che come un uomo e una donna hanno cooperato alla nostra rovina, così fu conveniente che un altro uomo e un'altra donna cooperassero alla nostra riparazione: Gesù e Maria sua Madre. Senza dubbio, dice il santo, Gesù Cristo da solo sarebbe stato pienamente sufficiente per redimerci, ma « fu più conveniente che alla nostra redenzione collaborassero l'uno e l'altro sesso, non essendo stato estraneo alla nostra perdizione né l'uno né l'altro ». Perciò il beato Alberto Magno chiama Maria la « cooperatrice della redenzione ». La santa Vergine stessa rivelò a santa Brigida che, come Adamo ed Eva vendettero il mondo per una mela, così ella e il Figlio riscattarono il mondo con un solo cuore. Sant'Anselmo conferma: « Dio ha potuto creare il mondo dal nulla, ma essendosi perduto il mondo per il peccato, Dio non ha voluto ripararlo senza la cooperazione di Maria ». Il padre Suarez spiega che la divina Madre ha cooperato in tre modi alla nostra salvezza: in primo luogo con l'aver meritato, con merito di convenienza (de congruo), l'incarnazione del Verbo. In secondo luogo, con il suo zelo a pregare per noi, mentre viveva su questa terra; infine con l'offrire a Dio il sacrificio della vita del Figlio per la nostra salvezza. Perciò il Signore ha stabilito che avendo Maria cooperato con tanto amore verso gli uomini e con tanta gloria per Dio alla redenzione di tutti, tutti poi per mezzo della sua intercessione ottengano la salvezza. « Maria viene chiamata la cooperatrice della nostra giustificazione perché Dio ha affidato a lei tutte le grazie che vengono dispensate a noi ». Perciò san Bernardo la proclama universale mediatrice della salvezza: « Tutti quelli che ci hanno preceduto, noi che esistiamo e quelli che seguiranno dobbiamo tutti rivolgere i nostri sguardi verso Maria, come verso il centro e il punto culminante di tutti i secoli ».

Disse Gesù Cristo: « Nessuno può venire a me se il Padre non lo attira » (Gv 6,44). Così pure, secondo Riccardo di san Lorenzo, Gesù dice di sua Madre: « Nessuno viene a me se la madre mia non lo attira con le sue preghiere ». Gesù fu frutto di Maria, come le disse santa Elisabetta: « Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo seno » (Lc 1,42). Chi vuole il frutto, deve andare all'albero. Chi vuole dunque Gesù, deve andare a Maria e chi trova Maria trova certamente anche Gesù. Santa Elisabetta, quando vide la santa Vergine che era andata a visitarla nella sua casa, non sapendo come ringraziarla, esclamò umilmente: « A che debbo che la madre del mio Signore venga a me? » (Lc 1,43). Ma come? Non sapeva santa Elisabetta che non solo Maria, ma anche Gesù era venuto nella sua casa? Perché poi si dice indegna di ricevere la Madre e non piuttosto di vedere il Figlio venuto a trovarla? Il fatto è che la santa comprendeva che quando viene Maria, porta anche Gesù e perciò le bastò ringraziare la Madre senza nominare il Figlio. « E come la nave di un mercante, che fa venire da lontano il suo pane » (Pro 31,14). Maria fu questa felice nave che dal cielo portò a noi Gesù Cristo, pane vivo, disceso dal cielo per dare a noi la vita eterna: « Io sono il pane vivo, disceso dal cielo.

Se qualcuno mangia di questo pane, vivrà in eterno » (Gv 6,51). Riccardo di san Lorenzo scrive: « Nel mare di questo mondo si perderanno tutti coloro che non saranno ricevuti in questa nave », cioè non protetti da Maria. « Perciò, ogni volta che ci vediamo in pericolo di perderci per le tentazioni e le passioni della vita presente, dobbiamo ricorrére a Maria gridando: Presto, Signora, aiutaci, salvaci se non vuoi vederci perduti ». Si noti qui per inciso che Riccardo di san Lorenzo non dubita che si possa dire a Maria: « Salvaci, siamo perduti », come fa difficoltà l'autore più volte citato nel paragrafo precedente, il quale proibisce di poter dire alla Vergine che ci salvi, poiché, secondo lui, il salvarci spetta solo a Dio. Ma se un condannato a morte può chiedere a un favorito del re che lo salvi intercedendo presso il principe affinché gli faccia grazia della vita, perché non possiamo noi dire alla Madre di Dio che ci salvi ottenendoci la grazia della vita eterna? San Giovanni Damasceno non esitava a dire alla Vergine: « Regina immacolata e pura, salvami, liberami dalla dannazione eterna ». San Bonaventura chiamava Maria: « Salvezza di quelli che ti invocano ».

La santa Chiesa approva che la si invochi « Salute degli infermi ». E noi ci faremo scrupolo di chiederle che ci salvi, dal momento che, come dice un autore, « a nessuno se non per mezzo suo si apre il cammino della salvezza ». Già prima san Germano aveva esclamato: « Nessuno sarà salvo se non per mezzo tuo ». Ma vediamo altre parole dei santi sulla necessità che abbiamo dell'intercessione della divina Madre. Diceva il glorioso san Gaetano che noi possiamo chiedere le grazie, ma non potremo mai ottenerle senza l'intercessione di Maria. Sant'Antonino lo confermava con queste belle parole: « Chi domanda e vuole ottenere le grazie senza l'intercessione di Maria, pretende di volare senza le ali ». Come Faraone disse a Giuseppe: « La terra d'Egitto è nelle tue mani » (Gn 47,6) e mandava da Giuseppe tutti coloro che ricorrevano a lui per soccorso: « Andate da Giuseppe » (Gn 41,55), così Dio, quando noi gli chiediamo le grazie, ci manda da Maria: « Andate da Maria ». Egli infatti, dice san Bernardo, « ha decretato di non concedere alcuna grazia se non per mano di Maria ». Perciò Riccardo di san Lorenzo osserva: « La nostra salvezza è nelle mani di Maria, sicché con maggior ragione che gli Egiziani a Giuseppe, noi cristiani possiamo dire: "La nostra salvezza è nelle sue mani" ». Anche Raimondo Giordano, il venerabile Idiota, dice: « La nostra salvezza è nelle sue ma». Con maggior forza Cassiano asserisce: « Tutta la salvezza del mondo sta nella moltitudine dei favori di Maria ». Egli afferma dunque che la salvezza di tutti consiste nell'essere favoriti e protetti da Maria.

Chi è protetto da Maria si salva; chi non è protetto, si perde. San Bernardino da Siena le dice: « Tu sei la dispensatrice di tutte le grazie: la nostra salvezza è nelle tue mani » e da te dipende. Perciò Riccardo di san Lorenzo aveva ragione di dire che come una pietra cade appena viene tolta la terra che la sostiene, così un anima, tolto l'aiuto di Maria, cadrà prima nel peccato e poi nell'inferno. San Bonaventura aggiunge che Dio non ci salverà senza l'intercessione di Maria e continua: « Come un bambino senza la nutrice non può vivere, così senza la nostra regina non si può avere la salvezza ». Conclude dunque esortando: « Che l'anima tua abbia sete di devozione a Maria; conservala sempre e non lasciarla, finché tu non abbia ricevuto in cielo la sua materna benedizione». Ascoltiamo le belle parole di san Germano: « Nessuno arriva alla conoscenza di Dio se non per mezzo tuo, Maria santissima; nessuno si salva se non per mezzo tuo, Madre di Dio; nessuno sarebbe libero dai pericoli se non fosse per te, Vergine madre; nessuno riceverebbe alcuna grazia da Dio se non fosse per te, piena di grazia ». E altrove san Germano le dice: « Se tu non gli aprissi la via, nessuno sarebbe libero dai morsi della carne e del peccato ». Come abbiamo accesso presso l'eterno Padre soltanto per mezzo di Gesù Cristo, così, dice san Bernardo, noi abbiamo accesso presso Gesù Cristo soltanto per mezzo di Maria. Il Signore, prosegue san Bernardo, ha determinato che ci salviamo tutti per intercessione di Maria affinché per mezzo di Maria ci riceva quel Salvatore che per mezzo di lei è stato a noi donato e perciò il santo la chiama madre della grazia e della nostra salvezza « Che ne sarà di noi, riprende san Germano, quale speranza ci rimarrà di salvarci se ci abbandoni, Maria, tu che sei la vita dei cristiani? » Ma, replica l'autore moderno di cui abbiamo parlato, se tutte le grazie passano per le mani di Maria, quando noi imploriamo l'intercessione dei santi, devono essi ricorrere alla mediazione di Maria per ottenerci le grazie? Questo, nessuno lo crede né lo ha mai sognato.

In quanto al crederlo, rispondo che in ciò non vi può essere alcun errore o inconveniente. Quale inconveniente vi sarà nel dire che Dio per onorare sua Madre, che ha costituito regina dei santi, volendo che tutte le grazie siano dispensate per mano di lei voglia anche che i santi stessi ricorrano a lei per ottenere grazie ai loro devoti? In quanto poi al dire che nessuno lo ha mai sognato, io trovo che l'hanno asserito espressamente san Bernardo, sant'Anselmo, san Bonaventura, il padre Suarez e altri. « Invano, dice san Bernardo, si pregherebbero gli altri santi per ottenere qualche grazia, se Maria non intervenisse ». Così un autore spiega questo passo di Davide: « I ricchi del popolo cercano il tuo volto » (Sal 44,13).

I ricchi del grande popolo di Dio sono i santi, i quali quando vogliono impetrare qualche grazia per i loro devoti si raccomandano a Maria per ottenerla. Giustamente, dice il padre Suarez, noi preghiamo i santi che siano i nostri intercessori presso Maria, loro signora e regina: « Non ci rivolgiamo ai santi perché uno di loro interceda a nostro favore presso un altro, perché sono tutti uguali. Ma possono intercedere presso la Vergine come loro signora e regina ». Il padre Marchese racconta che san Benedetto apparve un giorno a santa Francesca Romana e prendendola sotto la sua protezione le promise di essere suo avvocato presso la divina Madre. A conferma di ciò, sant'Anselmo così parla alla Vergine: « Quello che possono ottenere le intercessioni di tutti questi santi uniti con te, puoi ben ottenerlo da sola, senza il loro aiuto. Perché, seguita a dire il santo, tu sola hai tanta potenza? Perché tu sola sei la Madre del nostro comune Salvatore, la sposa di Dio, la regina universale del cielo e della terra. Se tu non parli per noi, nessun santo pregherà per noi e ci aiuterà. Ma se tu vorrai pregare per noi, tutti i santi si faranno premura di supplicare per noi il Signore e di soccorrerci » « Il giro del cielo da sola ho percorso » (Eccli [= Sir] 24,8 Volg.).

Nel suo libro Divoto di Maria, il padre Segneri, con la santa Chiesa, applica a Maria queste parole della Sapienza e dice che come la prima sfera con il suo movimento fa muovere tutte le altre, così quando Maria si mette a pregare per un' anima fa sì che tutto il paradiso si metta a pregare con lei. «Anzi, dice san Bonaventura, quando la santa Vergine avanza verso il trono di Dio per intercedere in nostro favore, comanda con la sua autorità di regina agli angeli e ai santi che l'accompagnino e uniscano insieme alla sua le loro preghiere all'Altissimo» Comprendiamo così la ragione per cui la santa Chiesa ci impone di invocare e salutare la divina Madre col grande nome di Speranza nostra: Spes nostra, salve. Lutero diceva di non poter sopportare che la Chiesa romana chiamasse Maria, una creatura, la nostra speranza, la nostra vita. Egli diceva infatti che solo Dio e Gesù Cristo, come nostro mediatore, sono la nostra speranza e che Dio maledice invece chi ripone la propria speranza nella creatura, secondo le parole di Geremia: « Maledetto l'uomo che confida nell'uomo » (Ger 17,5). Ma la Chiesa ci insegna a invocare sempre Maria e a chiamarla nostra speranza, Spes nostra, salve. Chi ripone la sua speranza nella creatura indipendentemente da Dio, questi certamente viene maledetto da lui, poiché Dio è l'unica fonte e il dispensatore di ogni bene e la creatura senza di lui non ha niente né può dare niente.

Ma se, come abbiamo dimostrato, il Signore ha disposto che tutte le grazie passino per le mani di Maria come per un canale di misericordia, possiamo, anzi dobbiamo affermare che Maria è la nostra speranza, per mezzo di cui riceviamo le grazie divine. Perciò san Bernardo esclamava: « Figlioli, in lei è la mia più grande fiducia, in lei tutto il fondamento della mia speranza ». E san Giovanni Damasceno così parlava alla santa Vergine: « Mia regina, in te ho posto tutta la mia speranza e con gli occhi fissi su di te da te attendo la mia salvezza ». San Tommaso dice che Maria è tutta la nostra speranza di vita. Sant'Efrem esclama: « Vergine fedele, se vuoi vederci salvi, accoglici sotto le ali della tua misericordia, poiché non abbiamo altra speranza di salvarci che per mezzo tuo » Concludiamo dunque con san Bernardo: « Procuriamo di venerare con tutti gli affetti del cuore la nostra divina Madre, poiché è volontà di Dio che noi riceviamo tutto il bene per mano di Maria ». Perciò il santo ci esorta: ogni volta che desideriamo e domandiamo qualche grazia, raccomandiamoci a Maria e confidiamo di ottenerla per mezzo suo. Poiché « se sei indegno di ricevere la grazia desiderata, meriterà di ottenerla Maria che la chiederà a tuo favore ». San Bernardo ammonisce quindi: « Se non vuoi avere un rifiuto da parte di Dio, per tutto ciò che gli offri di opere o di preghiere, ricordati di raccomandarlo a Maria ».

Esempio

È famosa la storia di Teofilo scritta da Eutichiano, patriarca di Costantinopoli, che fu testimone oculare del fatto qui narrato e che è confermata da san Pier Damiani, da san Bernardo, san Bonaventura, sant'Antonino e altri citati dal padre Crasset. Teofilo era arcidiacono della chiesa di Adana, città della Cilicia. Era tanto stimato che il popolo lo voleva come suo vescovo, ma egli rifiutò per umiltà. In seguito però ad accuse di alcuni calunniatori, egli fu deposto dalla sua carica e ne provò un tale dolore che, accecato dalla passione, andò a trovare un mago ebreo il quale lo fece incontrare con Satana, perché lo aiutasse nella sua disgrazia. Il demonio rispose che se voleva il suo aiuto doveva rinunziare a Gesù e a Maria sua Madre e consegnargli l'atto di rinunzia scritto di propria mano. Teofilo scrisse l'atto esecrando. Il giorno seguente il vescovo, avendo saputo il torto che gli era stato fatto, gli chiese perdono e lo reintegrò nella sua carica. Allora Teofilo, lacerato dai rimorsi per l'enorme peccato commesso, non faceva altro che piangere. Se ne va quindi in una chiesa, si butta piangendo ai piedi di un'immagine di Maria e dice: « Madre di Dio, io non mi voglio disperare, poiché tu sei così pietosa e mi puoi aiutare ». Passò così quaranta giorni a piangere e a pregare la santa Vergine. Ed ecco che una notte la Madre di misericordia gli appare e gli dice: « Teofilo, che hai fatto? Hai rinunziato all'amicizia mia e di mio Figlio e per chi? Per il nemico mio e tuo ». « Signora, rispose Teofilo, ci devi pensare tu a perdonarmi e a farmi perdonare da tuo Figlio ». Allora Maria, vedendo la sua fiducia, gli disse: « Fatti coraggio, perché voglio pregare Dio per te ». Rianimato da queste parole Teofilo raddoppiò le lacrime, le penitenze e le preghiere, rimanendo davanti a quell'immagine. Ed ecco che Maria gli comparve di nuovo e con aria gioiosa gli disse: « Teofilo, rallègrati; ho presentato le tue lacrime e le tue preghiere a Dio. Egli le ha accettate e già ti ha perdonato, ma da oggi in poi sii grato e fedele a lui ». « Signora, replicò Teofilo, ciò non mi basta per essere pienamente consolato; il demonio ha ancora in mano sua quell'atto esecrando in cui ho rinunziato a te e a tuo Figlio. Tu puoi farmelo restituire ». Tre giorni dopo Teofilo si sveglia di notte e si trova sul petto lo scritto. L'indomani, mentre il vescovo stava in chiesa alla presenza di una grande folla, Teofilo andò a gettarsi ai suoi piedi, gli narrò tutto il fatto piangendo dirottamente e gli consegnò l'infame scritto, che il vescovo fece subito bruciare davanti a tutta la gente che piangeva di gioia, esaltando la bontà di Dio e la misericordia di Maria verso quel misero peccatore. Teofilo ritornò nella chiesa della Vergine e li dopo tre giorni morì serenamente, ringraziando Gesù e la sua santa Madre.

Preghiera

O regina e madre di misericordia, che dispensi le grazie a tutti coloro che ricorrono a te, con tanta liberalità perché sei regina e con tanto amore perché sei la nostra amorevole madre, a te oggi mi raccomando io così povero di meriti e così carico di debiti verso la giustizia divina. Maria, tu detieni la chiave di tutte le misericordie divine; non ti scordare delle mie miserie, non mi lasciare nella mia così grande povertà. Tu sei così generosa con tutti, pronta a dare più di quello che ti si chiede, sii così anche con me. Signora, proteggimi: è tutto ciò che ti domando. Se tu mi proteggi, io non temo nulla. Non temo i demoni, perché tu sei più potente di tutto l'inferno; non temo i miei peccati, perché basterà una parola detta da te a Dio per ottenermene il perdono generale. Non temo neppure, se ho il tuo favore, la collera di Dio, poiché a una tua preghiera egli subito si placa. Insomma, se tu mi proteggi, io spero tutto, perché tu puoi tutto. Madre di misericordia, io so che tu trovi il tuo piacere e la tua gloria nell'aiutare i più miserabili quando, non trovandoli ostinati nel male, li puoi aiutare. Io sono peccatore, ma non sono ostinato; voglio cambiare vita. Tu dunque puoi aiutarmi: aiutami e salvami. Oggi mi metto tutto nelle tue mani. Dimmi che cosa devo fare per piacere a Dio, perché lo voglio fare e con il tuo aiuto spero di farlo, Maria, Maria, madre, luce, consolazione, rifugio e speranza mia. Amen, amen, amen.