I QUINDICI SABATI DEL SANTO ROSARIO DI POMPEI
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QUINTO MISTERO GAUDIOSO: GESÙ RITROVATO NEL TEMPIO (Luca 2, 22 - 51)
Meditazione:I. Cesù non ha che dodici.... ma quante pene ha sostenuto fino a questo giorno! Compiuta appena la Purificazione, l'Angelo del Signore comanda in sogno a Giuseppe di fuggire in Egitto per salvare il Bambino e la Madre dalla mano omicida di Erode. Ecco una seconda prova dell'obbedienza. E di notte tempo fugge la più santa, la più ubbidiente, la più povera, la più umiliata famiglia del mondo. Vive povera e sconosciuta in Egitto, paese immerso nella superstizione, nell'idolatria, nel peccato. Gli Innocenti sono stati trucidati da Erode, che non perdona al proprio figlio, e che in fine muore, roso dai vermi, tra fetore insopportabile. Le profezie sulla nascita del Messia si sono adempiute. L'esilio ha fine, e Giuseppe ha l'ordine dall'Angelo di ritornare in Israele. E sempre Giuseppe è il capo. Gesù e Maria tacciono, e si lasciano guidare, osservando le leggi della più esatta ubbidienza. Quanti altri stenti in questo secondo viaggio! quali sofferenze e privazioni! O santo Patriarca Giuseppe, vero modello delle anime interiori, fa' parte all'anima mia del tuo silenzio interno, della tua pace prodotta dalla ubbidienza perfetta ai comandi di Dio, e della purezza del cuore e della mente, per eseguire appieno i suoi divini disegni, le sue sante ispirazioni, e le sue voci che mi vengono dai miei superiori e dai doveri del mio stato.
II. "Quando egli ebbe dodici anni, vi salirono di nuovo secondo l'usanza; ma trascorsi i giorni della festa, mentre riprendevano la via del ritorno, il fanciullo Gesù rimase a Gerusalemme, senza che i genitori se ne accorgessero" (Lc 2, 42 -43). Ciò non per colpa, ma per disegno della divina Sapienza. Gesù rimase, sia per manifestarsi ai dottori giudei, sia per riaffermare in Giuseppe e in Maria l'idea della sua divinità, sia per rendere l'uno per l'altra il modello, il rifugio, la consolazione delle anime desolate. Solamente le anime innamorate di Gesù, le quali più non sentono le dolcezze sensibili della sua presenza e della devozione, e si vedono immerse nella oscura notte dei sensi e delle passioni, delle aridità, delle tentazioni e dell'abbandono... queste anime soltanto possono avere un'immagine del grave cordoglio che o~ presse i cuori santi di Maria e di Giuseppe! Ne domandano essi, lo cercano; e nessuno l'ha veduto. O Maria, o Giuseppe, quale fu allora la vostra sollecitudine? Quale fu l'eccesso del vostro dolore? Come passaste quelle notti crudeli? Quanti timori! Quanti pensieri! Quanti rimpr(» veri ciascun di Voi non fece a se stesso! Nulla di simile vi fecero provare i furori di Erode e i pericoli dell'Egitto: allora avevate con Voi Gesù; ed ora più non lo avete. Dio mio, Dio mio, quante volte ti ho perduto senza provarne pena! Quante volte son vissuto senza di te, senza averne inquietudine? Che sarebbe stato di me, se per tua bontà non mi avessi cercato Tu stesso per primo?
III. Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai dottori, mentre li ascoltava e li interrogava ... Partì dunque con loro e tornò a Nazaret e stava loro sottomesso" (Lc 2, 46-51). Ecco l'unica parola di San Luca che svela quel che fece Gesù fino al trentesimo anno di età. E gli altri Evangelisti nulla ne hanno detto, perché Egli ha voluto che, dei suoi trent'anni di vita, altro non sapessimo se non che Egli era sottomesso a quelli che suo Padre gli aveva dati per superiori. Questa sottomissione è compendio di tutta la sua vita e della sua dottrina, e, secondo l'Apostolo S. Paolo, l'origine di tutta la sua gi~ ria. "Umiliò se stesso facendosi ubbidiente fino alla morte e alla morte di croce. Per questo Dio l'ha esaltato e gli ha dato il nome che è al di sopra di ogni altro nome..." (Fil 2, 8-9). Le prime sue parole infatti riportate nel Vangelo sono parole di ubbidienza: "Non sapevate, diceva alla Madre sua quando fu da lei ritrovato nel Tempio, che io devo occuparmi delle cose del Padre mio? (Lc 2, 49). E nella vita privata , Gesù non appariva agli uomini che un figlio ubbidiente ai suoi genitori savi e moderati. Considera qui, anima mia, con quanta pena, umiltà e perfezione, Maria e Giuseppe comandavano e ricevevano obbedienza da un tal Figlio ... che sapevano essere il loro Creatore. Giuseppe, come capo della famiglia, era rispettato dalla Madre e dal Figlio di Dio, e questa superiorità lo umiliava infinitamente: vedere Dio soggetto e ubbidiente ad un semplice falegname. Maria sapeva che, comandando al Figlio, ubbidiva a Dio che così voleva. Gesù ubbidiva ad ambedue in silenzio, con rispetto e con gioia, come a coloro che tenevano le veci di Dio suo Padre. Ecco l'ubbidienza più perfetta che si sia mai praticata sopra la terra. O dolce modello della vita nascosta! Osservavano esattamente la legge di Dio, e vivevano secondo il loro stato con la fatica delle loro mani! Alla fine del lavoro si ritiravano a pregare: quale orazione! quanti doni celesti! Nella vita pubblica ancora Gesù si manifestò obbediente alla volontà del Padre suo. Ecco la sua dottrina: Egli era sceso dal cielo per fare la volontà di suo Padre, e questa era il suo cibo: la sua dottrina non era sua, ma quella di suo Padre; il calice che doveva bere per noi era quello che suo Padre gli aveva dato. Tutta l'osservanza della Legge Egli rinchiuse nella carità; ma tutta la prova della carità si ridusse alla pratica dell'ubbidienza. "Se mi amate - dice - osserverete i miei comandamenti" (Gv 14, 15). "Chi non mi ama, non osserva le mie parole" (Gv 14, 24). Nessuno, dunque, piace a Dio se non ama, e colui che ama ubbidisce. Ecco, amore e ubbidienza che riconciliano l'animo con Dio, lo uniscono a lui, gli meritano il paradiso. Difatti, Egli ubbidì con perfetta sottomissione a giudici ingiusti, a un preside idolatra, a ministri crudeli, come a superiori che suo Padre gli dava per quel tempo. Dunque per bene obbedire, noi non dobbiamo guardare in quelli che ci comandano nè l'età, nè la idoneità, nè il merito, nè l'ingegno, nè l'affabilità, neppure la virtu o la santità; ma solo dobbiamo guardare Colui di cui fanno le veci. Gèsù Cristo ha elevato l'ubbidienza alla sua più alta perfezione. Il Figlio di Dio serviva in una povera casa, sino a stancare le sue delicatissime membra, senza speranza di ricompensa anzi sapeva bene che per ubbidire a suo padre, avrebbe infine perduto il riposo, l'onore, il sangue, la vita, con una morte ignominiosissima, in mezzo a due ladri. Ed affinché le ultime sue parole fossero conformi al principio e al seguito del suo vivere, spirando sulla croce gridò: "Tutto è compiuto. Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito" (Gv 19, 30; Lc 23, 46). La sapienza del cristiano, dunque, consiste nell'ubbidienza; e per questo Davide domanda spesso a Dio: "Signore insegnami a compiere il tuo volere, perché tu sei il mio Dio" (Sal 142-10). "Una cosa ho chiesto al Signore, questa sola io cerco: abitare nella casa del Signore tutti i giorni della mia vita" (Sal 27, 4). Come un servo fedele che sa e fa la volontà del suo padrone. O eterna Sapienza incarnata, io ti adoro. A te tutto è sottomesso naturalmente: gli Angeli e i vermi, i corpi terrestri e quelli celesti. Nondimeno, per confondere il mio orgoglio, nascondi la tua grandezza, ti assoggetti alle tue creature anche ingiuste e crudeli. Che bisogno hai Tu della guida di Maria e di Giuseppe per trent'anni, obbligandoli a comandarti per prestare loro ubbidienza, Tu che sei la vera Luce e l'infinita Sapienza, che governi quelli che ubbidiscono? Tu vedevi la mia continua ribellione, effetto della presunzione e dell'amor proprio! Perciò sono sempre inquieto e pieno di mille errori, di malumore, di contraddizione e di collera. O Maestro divino, fa' che il mio spirito e la mia carne ti siano soggetti, e che questo fango mai si opponga alla tua volontà. Infondi la virtù dell'ubbidienza nell'anima mia meschina e riformala da tutti gli errori e dalle sue miserevoli colpe. O purissima Madre di Dio, o glorioso Patriarca San Giuseppe, i più umili e i più ubbidienti di tutte le creature, abbiate pietà delle misere cadute del mio orgoglio. Ottenetemi dal vostro ubbidientissimo Figlio la grazia di far sempre la sua volontà. Amen.
Virtù - Ubbidienza. Fioretto - Compi oggi la volontà altrui, senza fare opposizioni. Reprimi il pensiero di aver sempre ragione in ogni cosa, e di voler eseguiti i tuoi consigli. Persuaditi che piace più a Dio che si ubbidisca a un altro uomo, benché non sia dei migliori, che seguire, il proprio giudizio. L'ubbidienza, dice il Savio, vai più che le vittime. Giaculatoria - O Maria, Stella del mare, salvami dalle angustie in cui mi vedi.
PREGHIERE PRIMA DELLA COMUNIONE
O Maria, o Giuseppe, Voi versaste dolenti lacrime per i tre giorni in cui smarriste senza colpa il vostro Gesù; e io, che l'ho perduto tante volte e per anni interi, non verso neanche una lacrima? Chi scioglierà questo cuor mio più duro di un macigno, finché gli occhi miei si riempiano di amaro pianto? Ai genitori di Gesù è riservato il pianto prodotto dall'amore; e dal pianto dell'amore non è esente lo stesso Santo dei Santi, che piange sul popolo di Gerusalemme ribelle e indurito. E io non piango, con tante frequenti cadute, con tante colpe, con nere ingratitudini al mio Dio, che non cessa per questo di beneficarmi? L'unica confidenza è il dolore vostro e il vostro amore, o Maria, o Giuseppe! Io lo presento oggi al vostro Figlio in cambio del dolore e dell'amore che io non ho, e a Voi domando in questa Comunione i vostri sospiri, i vostri ardenti desideri di ritrovare Gesù. Voi lo rinveniste nel tempio, e nel tempio, in questo altare, ora io lo troverò, tra le vostre braccia. Egli d'allora non si distaccò più da voi, e da questa ora io vi giuro eterna fedeltà. Mai più mi allontanerò da te, o Gesù mio, con qualsiasi peccato. E se Tu vedi che io dovrò commetterne alcuno, fammi prima morire, anzi oggi stesso dopo averti ricevuto, affinché non ti perda in eterno. Vieni, o dolce amico dell'anima mia, in questo cuore, ove l'amore insegnerà le più sapienti lezioni per trasformarmi interamente in te. Tu che ubbidisci alle creature, dammi questa virtù dell'ubbidienza, onde io ti divenga accetto. Tu, o Agnello divino, sempre mansueto, umile e ubbidiente, obbedisci allora alla voce del cuore mio, che ardentemente ti desidera, dopo tante amarezze che ti ha fatto gustare. Quando ti furono chieste le mani per caricarle di catene, Tu le desti. Quando ti fu ordinato di prendere e lasciare la tua veste, Tu lo facesti. Quando ti fu presentato il fiele e l'aceto, Tu li gustasti. Quando ti fu comandato di stenderti sulla croce, Tu ubbidisti e adempisti la volontà dei tuoi carnefici, come se l'Eterno tuo Padre ti avesse per bocca loro parlato. Ubbidisci ora alla voce del tuo ministro, che ti offre al Padre quale vero Agnello di espiazione per i peccati del mondo. Ubbidisci infine all'amore tuo infinito, che brama unirsi alla sua creatura con nodi di indissolubile carità. Angeli del paradiso, che regnate in una perfettissima obbedienza, rompete il legame dell'anima mia, ottenetemi con questa Comunione l'avventurosa libertà in cui voi vivete; affinché, distaccato da me medesimo, non abbia altra volontà che quella del vostro e mio Signore che voi vedete e adorate per sempre. Amen.(Si dice l'Orazione per chiedere a Gesù Cristo la grazia della quale si. ha bisogno, e la Domanda alla Beatissimo Vergine di Pompei, come sono a pag. 7)
PREGHIERE DOPO LA COMUNIONE
Ti lodino le tue virtù, o Signore del cielo e della terra, ti glorifichino gli angeli e i santi; ti benedicano le potenze dell'anima mia! Ti ho ricevuto finalmente, o Dio del mio cuore: finalmente ho trovato Colui che l'anma mia ama! Oh, come ti desideravo, fonte di eterna vita, sapienza celeste! Come ho languito, lontano da te per tanto tempo! L'anima mia è arida come terreno senz'acqua, perché si è abbeverata nel fonte avvelenato dei piaceri: ècome fieno secco che ha bisogno dell'acqua salutare per rinverdire. Tu sei la sorgente di eterna vita, o celeste Sapienza. Ora sei tutta in me: io ti abbraccio, ti stringo al mio cuore, e non mi partirò dalle tue ginocchia. Tu darai all'intelletto mio lumi celesti, al mio cuore grazia efficace di non perderti più. Ora io ti amo, o Gesù mio, vita dell'anima mia, ed unisco questa mia contentezza e questo mio amore alla gioia che provarono la tua diletta Madre e il tuo putativo Padre, quando ti ritrovarono nel tempio. O Maria, o Giuseppe, per quei tre giorni di angoscia che passaste senza Gesù, e per quella ineffabile allegrezza che sentiste allorché lo ritrovaste nel tempio, ottenetemi da questo vostro Figlio, che ora tengo stretto al cuore mio, che mai più l'offenda. Voi ottenetemi la grazia di non commettere più peccati sino alla morte, e la grazia della perseveranza finale. E se Egli dispone ch'io non senta la sua presenza sensibile in tutta la vita, mostratemelo Voi nella mia agonia! Gesù, Maria, Giuseppe, assistetemi nell'ora estrema. E Tu, sapienza e amore infinito, ascoltami in questo momento. Quello che tu richiedi da me sopra ogni altra cosa, è che io ti obbedisca; e la prima cosa che mi comandi è che io ti ami. Io, miserabile peccatore, in contraccambio dell'amore col quale ti sei dato interamente a me, facendo qui, in presenza del cielo e della terra, professione pubblica di ubbidienza perpetua all'amor tuo. Ricevi, o divino Amore, queste mani, questi piedi, questa lingua, questi occhi, tutti i miei sentimenti, tutto il mio corpo, la mia volontà, la mia memoria, il mio intelletto, i desideri, i sospiri, le intenzioni e tutti i movimenti dell'anima. Ricevi, o Signore, tutte le ore, tutti i momenti, tutte le circostanze della mia vita, tutto l'uomo interiore ed esteriore. Il tuo amore governi tutto in me, le potenze e le azioni; regoli il mio lavoro, il mio riposo e mi faccia andare e stare dove ti piacerà. Il tuo amore arda nel mio cuore, mi affligga e mi consoli, mi umilii e mi esalti; consumi le mie imperfezioni e tenga tutto il mio interno nella dipendenza e obbedienza perfetta. Rinunzio alla mia volontà; Tu guidami per quella strada che ti piace, e governami per mezzo di chi vuoi, giacché Tu sarai il mio maestro, e riconoscerò sempre in ogni cosa, in ogni superiore, la tua voce, o mia guida, o mio maestro, o mio buon Padre. Amen.(Segnano le Orazioni per domandare la grazia di cui si ha bisogno, e le altre invocazioni e preghiere per acquistare le Indulgenze, da pag. 8 a pag. 9).