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Mercoledi, 24 aprile 2024 - Misteri gloriosi - San Fedele da Sigmaringen ( Letture di oggi )

Santa Teresina di Lisieux:Gesù non vuole che troviamo nel riposo la sua presenza adorabile. Egli si nasconde, si avvolge di tenebre. Non è così che agiva nei confronti della folla dei Giudei, perché vediamo nel Vangelo. che il popolo era rapito quando egli parlava (Lc. 19, 48). Gesù affascinava le anime deboli con le sue parole divine. Cercava di renderle forti per il giorno della prova. Ma come fu piccolo il numero degli amici di nostro Signore quando taceva (Mt. 26, 63) davanti ai suoi giudici!

LETTURE A CASO

Lc 2,1-52

1In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. 2Questo primo censimento fu fatto quando era governatore della Siria Quirinio. 3Andavano tutti a farsi registrare, ciascuno nella sua città. 4Anche Giuseppe, che era della casa e della famiglia di Davide, dalla città di Nàzaret e dalla Galilea salì in Giudea alla città di Davide, chiamata Betlemme, 5per farsi registrare insieme con Maria sua sposa, che era incinta. 6Ora, mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. 7Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia, perché non c'era posto per loro nell'albergo.

8C'erano in quella regione alcuni pastori che vegliavano di notte facendo la guardia al loro gregge. 9Un angelo del Signore si presentò davanti a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande spavento, 10ma l'angelo disse loro: "Non temete, ecco vi annunzio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: 11oggi vi è nato nella città di Davide un salvatore, che è il Cristo Signore. 12Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, che giace in una mangiatoia". 13E subito apparve con l'angelo una moltitudine dell'esercito celeste che lodava Dio e diceva:

14"Gloria a Dio nel più alto dei cieli
e pace in terra agli uomini che egli ama".

15Appena gli angeli si furono allontanati per tornare al cielo, i pastori dicevano fra loro: "Andiamo fino a Betlemme, vediamo questo avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere". 16Andarono dunque senz'indugio e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, che giaceva nella mangiatoia. 17E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro. 18Tutti quelli che udirono, si stupirono delle cose che i pastori dicevano. 19Maria, da parte sua, serbava tutte queste cose meditandole nel suo cuore.

20I pastori poi se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com'era stato detto loro.

21Quando furon passati gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dall'angelo prima di essere concepito nel grembo della madre.

22Quando venne il tempo della loro purificazione secondo la Legge di Mosè, portarono il bambino a Gerusalemme per offrirlo al Signore, 23come è scritto nella Legge del Signore: ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore; 24e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o di giovani colombi, come prescrive la Legge del Signore.

25Ora a Gerusalemme c'era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e timorato di Dio, che aspettava il conforto d'Israele; 26lo Spirito Santo che era sopra di lui, gli aveva preannunziato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Messia del Signore. 27Mosso dunque dallo Spirito, si recò al tempio; e mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per adempiere la Legge, 28lo prese tra le braccia e benedisse Dio:

29"Ora lascia, o Signore, che il tuo servo
vada in pace secondo la tua parola;
30perché i miei occhi han visto la tua salvezza,
31preparata da te davanti a tutti i popoli,
32luce per illuminare le genti
e gloria del tuo popolo Israele".

33Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. 34Simeone li benedisse e parlò a Maria, sua madre: "Egli è qui per la rovina e la risurrezione di molti in Israele, segno di contraddizione 35perché siano svelati i pensieri di molti cuori. E anche a te una spada trafiggerà l'anima".

36C'era anche una profetessa, Anna, figlia di Fanuèle, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto col marito sette anni dal tempo in cui era ragazza, 37era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. 38Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme.

39Quando ebbero tutto compiuto secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nàzaret. 40Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era sopra di lui.

41I suoi genitori si recavano tutti gli anni a Gerusalemme per la festa di Pasqua. 42Quando egli ebbe dodici anni, vi salirono di nuovo secondo l'usanza; 43ma trascorsi i giorni della festa, mentre riprendevano la via del ritorno, il fanciullo Gesù rimase a Gerusalemme, senza che i genitori se ne accorgessero. 44Credendolo nella carovana, fecero una giornata di viaggio, e poi si misero a cercarlo tra i parenti e i conoscenti; 45non avendolo trovato, tornarono in cerca di lui a Gerusalemme. 46Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai dottori, mentre li ascoltava e li interrogava. 47E tutti quelli che l'udivano erano pieni di stupore per la sua intelligenza e le sue risposte. 48Al vederlo restarono stupiti e sua madre gli disse: "Figlio, perché ci hai fatto così? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo". 49Ed egli rispose: "Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?". 50Ma essi non compresero le sue parole.

51Partì dunque con loro e tornò a Nàzaret e stava loro sottomesso. Sua madre serbava tutte queste cose nel suo cuore. 52E Gesù cresceva in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini.


Un Vangelo commentato a caso

Vangelo Mt 20, 1-16: Sei invidioso perché io sono buono?

1 Cor 9,1-27

1Non sono forse libero, io? Non sono un apostolo? Non ho veduto Gesù, Signore nostro? E non siete voi la mia opera nel Signore? 2Anche se per altri non sono apostolo, per voi almeno lo sono; voi siete il sigillo del mio apostolato nel Signore. 3Questa è la mia difesa contro quelli che mi accusano. 4Non abbiamo forse noi il diritto di mangiare e di bere? 5Non abbiamo il diritto di portare con noi una donna credente, come fanno anche gli altri apostoli e i fratelli del Signore e Cefa? 6Ovvero solo io e Bàrnaba non abbiamo il diritto di non lavorare?

7E chi mai presta servizio militare a proprie spese? Chi pianta una vigna senza mangiarne il frutto? O chi fa pascolare un gregge senza cibarsi del latte del gregge? 8Io non dico questo da un punto di vista umano; è la Legge che dice così. 9Sta scritto infatti nella legge di Mosè: Non metterai la museruola al bue che trebbia. Forse Dio si dà pensiero dei buoi? 10Oppure lo dice proprio per noi? Certamente fu scritto per noi. Poiché colui che ara deve arare nella speranza di avere la sua parte, come il trebbiatore trebbiare nella stessa speranza. 11Se noi abbiamo seminato in voi le cose spirituali, è forse gran cosa se raccoglieremo beni materiali? 12Se gli altri hanno tale diritto su di voi, non l'avremmo noi di più? Noi però non abbiamo voluto servirci di questo diritto, ma tutto sopportiamo per non recare intralcio al vangelo di Cristo. 13Non sapete che coloro che celebrano il culto traggono il vitto dal culto, e coloro che attendono all'altare hanno parte dell'altare? 14Così anche il Signore ha disposto che quelli che annunziano il vangelo vivano del vangelo.

15Ma io non mi sono avvalso di nessuno di questi diritti, né ve ne scrivo perché ci si regoli in tal modo con me; preferirei piuttosto morire. Nessuno mi toglierà questo vanto! 16Non è infatti per me un vanto predicare il vangelo; è un dovere per me: guai a me se non predicassi il vangelo! 17Se lo faccio di mia iniziativa, ho diritto alla ricompensa; ma se non lo faccio di mia iniziativa, è un incarico che mi è stato affidato. 18Quale è dunque la mia ricompensa? Quella di predicare gratuitamente il vangelo senza usare del diritto conferitomi dal vangelo.

19Infatti, pur essendo libero da tutti, mi sono fatto servo di tutti per guadagnarne il maggior numero: 20mi sono fatto Giudeo con i Giudei, per guadagnare i Giudei; con coloro che sono sotto la legge sono diventato come uno che &egregrave; sotto la legge, pur non essendo sotto la legge, allo scopo di guadagnare coloro che sono sotto la legge. 21Con coloro che non hanno legge sono diventato come uno che è senza legge, pur non essendo senza la legge di Dio, anzi essendo nella legge di Cristo, per guadagnare coloro che sono senza legge. 22Mi sono fatto debole con i deboli, per guadagnare i deboli; mi sono fatto tutto a tutti, per salvare ad ogni costo qualcuno. 23Tutto io faccio per il vangelo, per diventarne partecipe con loro.

24Non sapete che nelle corse allo stadio tutti corrono, ma uno solo conquista il premio? Correte anche voi in modo da conquistarlo! 25Però ogni atleta è temperante in tutto; essi lo fanno per ottenere una corona corruttibile, noi invece una incorruttibile. 26Io dunque corro, ma non come chi è senza mèta; faccio il pugilato, ma non come chi batte l'aria, 27anzi tratto duramente il mio corpo e lo trascino in schiavitù perché non succeda che dopo avere predicato agli altri, venga io stesso squalificato.


Il Pastore d'Erma - Le similitudini: Ottava similitudine

LXVII (1), 1. Mi mostrò un grande salice che copriva piani e monti e alla sua ombra si erano raccolti tutti i chiamati nel nome del Signore. 2. Il glorioso angelo del Signore, che era assai alto, stava sopra il salice. Con una grande roncola tagliava i rami dell'albero e li dava al popolo che era riparato sotto il salice. Erano piccoli i rami che distribuiva, di circa un cubito. 3. L'angelo depose la roncola, dopo che tutti avevano ricevuto i rami, e l'albero rimase integro, come l'avevo visto prima. 4. Mi meravigliai in me stesso dicendo: "Come mai dopo il taglio di tanti rami l'albero è rimasto integro?". Mi risponde il pastore: "Non ti meravigliare se l'albero è rimasto integro dopo il taglio di tanti rami. Lascia che tu veda tutto, mi dice, e ti sarà spiegata ogni cosa". 5. L'angelo richiedeva di nuovo i rami che aveva distribuito al popolo. Come ognuno l'aveva ricevuto, così veniva chiamato dall'angelo e gli dava il ramo. L'angelo del Signore li prendeva e li osservava. 6. Da alcuni riaveva i rami secchi e rosi come dal tarlo. L'angelo dispose che i consegnatari di tali rami fossero messi in disparte. 7. Altri li consegnavano secchi ma non erano rosi dal tarlo; dispose che anche loro fossero messi in disparte. 8. Altri li ridiedero mezzi secchi; anche questi furono messi in disparte. 9. Altri rendevano i rami mezzo secchi con delle fessure; anche questi furono messi in disparte. 10. Altri consegnavano i rami verdi con delle fessure; anche questi messi in disparte. 11. Altri ridavano i rami per metà secchi e metà verdi; anche questi messi in disparte. 12. Altri poi riportarono i rami per due parti verdi e per una terza secchi; anche questi messi in disparte. 13. Altri li consegnarono per due parti secchi e per una terza verdi; anche questi messi in disparte. 14. Altri rendevano i rami quasi tutti verdi, mentre era secca una piccolissima parte, la punta e con fessure; anche questi messi in disparte. 15. Altri rami avevano una piccolissima parte verde, il resto, invece, era secco; anche questi messi in disparte. 16. Altri vennero a consegnare i rami verdi come li avevano ricevuti dall'angelo. La maggior parte consegnava tali rami e l'angelo se ne rallegrò molto; anche questi messi in disparte. 17. Altri ridavano i loro rami verdi e con germogli; anche questi in disparte. L'angelo pure per loro si rallegrò. 18. Altri consegnarono i loro rami verdi e con germogli che portavano quasi il frutto. Gli uomini di questi rami erano molto gioiosi. L'angelo si rallegrava nei loro riguardi, e con lui era pure lieto il pastore.

LXVIII (2), 1. L'angelo del Signore comandò che si portassero delle corone. Furono portate corone intrecciate come di palma e incoronò gli uomini che avevano consegnato i rami con i germogli e i frutti e li mandò alla torre. 2. Mandò alla torre anche gli altri, quelli che avevano consegnato i rami con germogli ma senza il frutto, e diede loro un sigillo. 3. Tutti quelli che andavano alla torre avevano una veste bianca come la neve. 4. Mandò alla torre anche quelli che avevano consegnato i rami verdi come li avevano ricevuti, dando loro una veste bianca e il sigillo. 5. Dopo aver compiuto queste operazioni, l'angelo disse al pastore: "Io vado e tu mandali alle mura come uno è degno di abitare. Osserva con cura i loro rami e così licenziali. Esamina bene. Sta' attento che nessuno resti fuori e che qualcuno non ti sfugga; li proverò io sull'altare". Detto questo al pastore, andò via. 6. Dopo che l'angelo partì, il pastore mi disse: "Prendiamo i rami di tutti e piantiamoli, se mai qualcuno potrà riprendere". Gli faccio notare: "Signore, come potranno riprendere i rami secchi?". 7. Mi risponde: "L'albero è un salice che ama la vita. Se noi piantiamo i rami ed essi prendono un po' di umidità, molti potranno riprendere; proveremo poi ad innaffiarli. Se qualche ramo potrà riprendere me ne rallegrerò; diversamente, se non riprenderà, non sarò stato negligente". 8. Il pastore mi ordinò di chiamare i consegnatari dei rami, secondo il posto in cui erano stati assegnati. Vennero gruppo a gruppo e consegnarono al pastore i rami. Il pastore prendeva i rami e secondo i gruppi li piantava. Dopo averli piantati versò su di essi molta acqua, tanto che i rami non ne emergevano. 9. Dopo aver innaffiato i rami, mi dice: "Andiamo via, e tra pochi giorni ritorneremo ad ispezionarli tutti. Chi fece nascere quest'albero vuole che tutti quelli che hanno da esso preso i rami vivano. Io pure spero che questi rami, prendendo umidità e imbevuti d'acqua, per la maggior parte riprendano".

LXIX (3),1. Gli dico: "Signore spiegami che cosa è quest'albero. Su di esso sono perplesso perché, dopo il taglio di tali rami, l'albero è integro e nulla appare da esso tagliato. Per questo sono esitante". 2. "Ascolta, mi dice, questo grande albero che copre piani e monti e tutta la terra è la legge di Dio data a tutto il mondo. Questa legge è il Figlio di Dio che fu annunziato sino ai confini della terra. I popoli che sono sotto l'ombra sono quelli che hanno ascoltato la predicazione e creduto in Lui. 3. L'angelo grande e glorioso è Michele che ha il potere su questo popolo e lo governa. Egli pone la legge nel cuore dei credenti e scruta se quelli cui la diede l'hanno osservata. 4. Osserva i rami di ciascuno: i rami sono la legge. Vedi che molti rami sono inservibili e vi riconoscerai quelli che non hanno osservato la legge; di ognuno noterai la posizione". 5. Gli chiedo: "Signore, perché alcuni mandò alla torre e altri affidò a te?". Mi risponde: "Quelli che trasgredirono la legge da lui ricevuta li lasciò in mio potere per la penitenza; quelli poi che furono nella legge e la osservarono sono a lui soggetti". 6. Chiedo: "Signore chi sono gli incoronati che si dirigono alla torre?". Mi risponde: "Gli incoronati sono quelli che lottarono contro il diavolo e lo sconfissero. Essi hanno sofferto per la legge. 7. Gli altri che hanno consegnato i rami verdi, con i germogli senza il frutto, sono quelli che hanno sofferto per la legge. Non avendola rinnegata non sono stati torturati. 8. Quelli che hanno consegnato i rami verdi come li hanno ricevuti, sono santi e giusti. Hanno molto camminato con il cuore puro, osservando i precetti del Signore. 9. Conoscerai il resto quando ispezionerò i rami piantati e innaffiati".

LXX (4), 1. Dopo alcuni giorni ritornammo sul luogo, il pastore si sedette al posto dell'angelo di grande altezza ed io vicino a lui. Mi disse: "Mettiti un grembiule e servimi". Cinsi il grembiule di sacco che era pulito. 2. Visto che avevo il grembiule e che ero pronto a servirlo, mi disse: "Chiama gli uomini per gruppi, come ognuno consegnò i rami che abbiamo piantato". Andai alla pianura e li chiamai tutti e si disposero per gruppi. 3. Disse loro: "Ognuno prenda il proprio ramo e me lo porti". 4. Li consegnarono per primi quelli che li avevano secchi e mutili. Perché secchi e mutili, ordinò che fossero messi in disparte. 5. Poi consegnarono quelli che li avevano secchi e non mutili. Altri consegnarono i rami verdi, altri ancora i rami secchi e rosi come dal tarlo. Ordinò che fossero messi in disparte quelli che avevano consegnato i rami verdi e quelli, invece, che li avevano consegnati secchi e mutili, fossero posti con i primi. 6. Poi li consegnarono quelli che avevano i rami mezzo secchi e con fessure; molti poi li consegnarono verdi e senza fessure; alcuni, invece, verdi e con germogli che avevano il frutto, come li avevano coloro che incoronati erano andati alla torre. Altri, invece, li consegnarono secchi e rosi, altri ancora secchi e non rosi; alcuni erano mezzo secchi e con fessure. Dispose che ognuno fosse messo separatamente, chi presso il suo gruppo, chi in disparte.

LXXI (5), 1. Poi consegnarono quelli che avevano i rami verdi con le fessure. Tutti questi li davano verdi e si fermavano nel loro gruppo. Il pastore si rallegrò con loro perché tutti si erano trasformati e avevano eliminato le fessure. 2. Consegnarono poi quelli che li avevano una metà verde e una metà secca. I rami di alcuni furono trovati completamente verdi, di altri mezzo secchi, di altri ancora secchi e rosi, di altri verdi e con i germogli. Di questi ognuno andava nel proprio gruppo. 3. Poi consegnarono quelli che li avevano due parti verdi e la terza secca. Molti li consegnarono verdi, altri metà secchi, altri secchi e rosi. Di tutti questi ognuno era mandato al proprio gruppo. 4. Consegnarono quelli che avevano i rami per due parti secchi e una terza verde. Molti di loro li consegnarono mezzo secchi, altri secchi e rosi, altri meta secchi e con fessure, pochi verdi. Tutti questi si misero nel proprio gruppo. 5. Consegnarono quelli che avevano i rami verdi, una piccolissima parte secca e con fessure; tra questi alcuni li consegnarono verdi, altri verdi e con germogli. Essi andarono al proprio gruppo. 6. Poi consegnarono quelli che li avevano per una piccolissima parte verdi e il resto mezzo secchi. I loro rami erano per la maggior parte mezzo verdi e con germogli che portavano il frutto, gli altri erano tutti verdi. Per questi rami il pastore si rallegrò assai, perché trovati così. Ognuno di loro andò nel proprio gruppo.

LXXII (6), 1. Dopo aver ispezionato i rami di tutti, il pastore mi parlò: "Ho detto che quest'albero è vitalissimo. Vedi quanti fecero penitenza e si salvarono?". "Li vedo, signore". "Sappi, mi disse, che la misericordia del Signore, grande e gloriosa, ha concesso lo spirito di penitenza a coloro che erano degni di pentirsi". 2. "Come mai, chiedo, tutti non si pentirono?". "Il Signore concesse pentimento a quelli il cui cuore vede che sta per diventare puro e sta per servirlo dal profondo. A quelli, invece, di cui vede l'inganno e la malizia e che si sarebbero pentiti ipocritamente non concesse pentimento per non far bestemmiare di nuovo la legge di Dio". 3. Gli chiesi: "Signore, spiegami ora chi sono quelli che hanno consegnato i rami e il loro posto. Il motivo è che, dopo averlo inteso, quelli che hanno creduto e ricevuto il sigillo, che hanno rovinato invece di conservare integro, riconoscendo le loro azioni si pentano". "Essi poi ricevendo da te il sigillo, glorificheranno il Signore che ha avuto pietà di loro e inviò te a rinnovare i loro spiriti. 4. Ascolta, disse: i rami secchi e rosi dal tarlo sono gli apostati e i traditori della Chiesa. Bestemmiando nei loro peccati il Signore, si vergognarono del nome del Signore invocato su di loro. Questi per sempre sono morti a Dio. Vedi che nessuno si pentì, sebbene essi avessero sentito le parole che dicesti loro e che io ti ordinai. Da loro la vita si è allontanata. 5. Quelli che li hanno consegnati secchi e non guasti sono vicini ai precedenti. Erano ipocriti e portavano dottrine estranee e pervertirono i servi di Dio, principalmente perché non lasciavano che si pentissero quelli che avevano peccato, mentre li persuadevano con stolte opinioni. Questi hanno speranza di pentirsi. 6. Vedi che molti di essi si sono pentiti da quando hai parlato loro dei miei precetti e altri ancora si pentiranno. Quanti non si pentiranno hanno perduto la vita. Quelli che si pentirono, diventando buoni, hanno la loro dimora nelle prime mura. Altri salirono nella torre. Vedi dunque, mi dice, che il pentimento dei peccatori salva la vita, mentre il mancato pentimento è la morte".

LXXIII (7), 1. "Ascolta di quelli che consegnarono i rami mezzo secchi e con le fessure. I rami di quelli che erano mezzo secchi sono i dissociati che né vivono né sono morti. 2. Quelli che li hanno mezzo secchi e con fessure sono i dissociati e i calunniatori, che non trovano mai pace in sé e sono sempre in discordia. Anche per questi, dice, c'è ancora possibilità di penitenza. Vedi, disse, che alcuni si sono già pentiti. In loro c'è speranza di pentimento. 3. Quelli che si sono pentiti hanno dimora entro la torre, quelli, invece, che si pentiranno molto tardi, abiteranno nelle mura. Quanti poi non si pentiranno, persistendo nelle loro azioni, morranno sicuramente. 4. Quelli che hanno consegnato i rami verdi con fessure furono sempre fedeli e buoni. Hanno avuto qualche invidia tra loro per i primi posti e per qualche onore. Stolti sono quelli che hanno una tale invidia! 5. Anche questi avendo ascoltato i miei precetti ed essendo buoni si purificarono e si pentirono subito. La loro dimora era dentro la torre. Però se qualcuno tornerà alla discordia, sarà cacciato dalla torre e rovinerà la sua vita. 6. La vita è di coloro che osservano i precetti del Signore. Nei precetti non è da parlare di priorità o di onore, ma di pazienza e di umiltà dell'uomo. In questi c'è la vita del Signore; nei sediziosi e nei trasgressori, invece, la morte".

LXXIV (8), 1. "Quelli che consegnarono i rami mezzo secchi e mezzo verdi sono gli immersi negli affari e distaccati dalle cose sante. Perciò una metà è viva, una metà è morta. 2. Molti avendo inteso i miei precetti si pentirono. Quelli che si pentirono, hanno la loro dimora nella torre. Alcuni, però, si separarono completamente e non hanno avuto pentimento. Per i loro affari hanno bestemmiato e rinnegato il Signore. Perdettero la loro vita per la cattiveria che fecero. 3. Molti di essi furono indecisi. Hanno ancora modo di pentirsi se si danno subito alla penitenza. La loro dimora sarà entro la torre. Se invece indugiano a pentirsi abiteranno nelle mura; se non si pentono affatto perdono la loro vita. 4. Quelli che hanno consegnato i rami per due parti verdi, e per una terza secchi sono i rinnegatori, di varie specie, del Signore. 5. Molti si pentirono e sono entrati ad abitare nella torre, molti altri, invece, si staccarono completamente da Dio perdendo irrimediabilmente la loro vita. Alcuni sono incerti e discordi ed hanno possibilità di pentirsi se si convertono rapidamente e non permangono nei loro piaceri. Se persistono nelle loro cose si procurano la morte".

LXXV (9), 1. "Quelli che hanno consegnato i rami per due parti secchi e un terzo verdi sono i fedeli arricchiti e onorati presso i pagani. Si rivestirono di una grande superbia e divennero sfrontati. Abbandonarono la verità, non si unirono ai giusti, e vissero con i pagani. Questa fu la via loro più gradita. Tuttavia non si distaccarono da Dio, ma rimasero nella fede, senza compiere le opere della fede. 2. Molti di essi fecero penitenza e la loro dimora fu entro la torre. 3. Altri poi, vivendo sino alla fine con i pagani e trascinati dalla vanagloria di costoro, si separarono da Dio. Agirono da pagani e furono annoverati tra questi. 4. Altri, invece, rimasero incerti, senza la speranza di salvarsi per le azioni compiute. Alcuni, rimasti nella dissociazione, gettavano discordie tra loro. Anche per questi dissociati delle loro azioni c'è pentimento; ma deve essere sollecito perché abitino nella torre. Per quelli, invece, che non si pentono, ma persistono nei loro piaceri, la morte è vicina".

LXXVI (10), l. "Quelli che hanno consegnato i rami verdi, con le punte secche e le fessure, furono sempre buoni, fedeli e gloriosi presso Dio, ma peccarono di poco, per vani desideri e piccole cose tra loro. Dopo aver ascoltato le mie parole, la maggior parte subito si pentì, e la loro dimora fu entro la torre. 2. Alcuni di essi furono incerti, altri nell'incertezza suscitarono grossi dissensi. In loro c'è ancora speranza di penitenza perché furono sempre buoni. Difficilmente qualcuno di loro morrà. 3. Quelli che hanno consegnato i rami secchi con pochissimo verde, sono coloro che ebbero solo fede, compiendo poi opere di ingiustizia. Non apostatarono mai da Dio, e ne portarono volentieri il Nome accogliendo affabilmente nelle loro case i servi di Dio. All'annunzio di questa penitenza si convertirono subito, praticando ogni virtù di giustizia. 4. Alcuni di essi, conoscendo le azioni che fecero, soffrono e soffrono con piacere. Per tutti questi la dimora è entro la torre".

LXXVII (11), 1. Dopo aver terminato la spiegazione su tutti i rami, mi disse: "Va' e riferisci a tutti che si pentano e vivano in Dio. Il Signore ha avuto pietà e mi ha mandato per dare a tutti la penitenza, sebbene alcuni non siano degni di essere salvati per le loro opere. Ma il Signore, poiché è magnanimo, vuole che sia viva la chiamata per mezzo di suo Figlio". 2. Gli dissi: "Spero che tutti, Signore, ascoltando queste cose si pentiranno. Sono convinto che ognuno, conoscendo le proprie opere e temendo Dio, si pentirà". 3. Rispondendo mi disse: "Quanti si pentono con tutto il cuore e si purificano dalle loro malvagità anzidette, senza accrescere di più i loro peccati, riceveranno dal Signore la guarigione delle loro colpe precedenti, se non sono indecisi in questi precetti, e vivranno con Dio. Invece, quelli che accrescono le iniquità e camminano nei desideri di questo mondo, condannano se stessi alla morte. 4. Tu cammina nei miei precetti e vivrai in Dio. E vivrà in Dio chiunque cammina in essi e agirà rettamente". 5. Dopo avermi manifestato questo e parlato di tutto, mi disse: "Ti mostrerò il resto tra pochi giorni".

(Autore: Erma)

L'imitazione di Cristo: RINNEGARE SE STESSI E RINUNCIARE AD OGNI CUPIDIGIA

PAROLE DEL SIGNORE
Figlio, non puoi possedere la perfetta libertà, se non rinnegherai totalmente te stesso. Tutti quelli che sono attaccati agli averi, che amano troppo se stessi, che sono avidi, curiosi, svagati; tutti quelli che sono continuamente in cerca d'agiatezze e non di ciò che è di Gesù Cristo, hanno ceppi ai piedi e spesso immaginano e costruiscono progetti privi di fondamento. Infatti, tutto quello che non è nato da Dio, perirà. Tieni bene a mente questa breve e perfetta massima: lascia tutto e troverai tutto; rinunzia alla cupidigia e troverai la pace. Medita attentamente questa sentenza: quando l’avrai messa in pratica, capirai ogni cosa.

PAROLE DEL DISCEPOLO
Signore, non è impegno d'un giorno soltanto, questo; non è un gioco da ragazzetti. Anzi, in questo breve motto è racchiusa tutta la perfezione della vita religiosa.

PAROLE DEL SIGNORE
Figlio, per aver udito qual è la via della perfezione, non devi volgerti indietro e subito abbatterti, ma devi piuttosto sentirti spronato a raggiungere vette più sublimi; devi, almeno, aspirare ad esse con il desiderio. Oh, fosse davvero così per te e fossi tu giunto a tanto, da non amare più te stesso e da attenerti esclusivamente al cenno mio ed al cenno di colui che t'ho proposto quale Padre! Allora sì, mi saresti molto caro e la tua vita trascorrerebbe nella gioia e nella pace! Ma ci sono ancora molte cose che tu devi abbandonare e, se non saprai rinunziare del tutto ad esse, non potrai ottenere quello che domandi. "Ti consiglio di comperare da Me oro purificato dal fuoco, per diventare ricco" (Ap 3,18), vale a dire la celeste sapienza che calpesta tutte le cose di quaggiù.

Lasciati alle spalle la sapienza terrena, ogni compiacimento degli uomini ed ogni soddisfazione personale. Ho inteso dirti: in luogo di ciò che è ritenuto prezioso ed importante tra le cose del mondo, tu acquista quelle più umili. infatti, la vera sapienza celeste, che è quella di chi non ha alto concetto di sé e non va in cerca d'essere magnificato su questa terra, può bensì sembrare disprezzabile, meschina e quasi condannata all'oblio; e molti la lodano a parole, ma con la pratica della vita ne stanno, invece, molto lontani. Essa è, però, la perla preziosa che molti lasciano in disparte.