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Giovedi, 28 marzo 2024 - Misteri luminosi - San Castore di Tarso ( Letture di oggi )

Sant'Antonio di Padova:Quando servi al tuo fratello, stendi i tuoi piedi davanti a te e impegna con lui tutto te stesso, con gli affetti e i sentimenti con cui si provvede alle necessità del prossimo. Quando invece ti rivolgi a Dio, stendi i tuoi piedi all'indietro, perché il tuo volo sia libero. Incurante di ciò che sarà, del servizio e delle opere buone, di ciò che hai fatto e di ciò che farai, lascia da parte ogni fantasticheria quando sei in preghiera: è proprio in quel momento infatti che arrivano tutti i pensieri inutili che disturbano l'animo del contemplativo.

LETTURE A CASO

Mt 14,1-36

1In quel tempo il tetrarca Erode ebbe notizia della fama di Gesù. 2Egli disse ai suoi cortigiani: "Costui è Giovanni il Battista risuscitato dai morti; per ciò la potenza dei miracoli opera in lui".

3Erode aveva arrestato Giovanni e lo aveva fatto incatenare e gettare in prigione per causa di Erodìade, moglie di Filippo suo fratello. 4Giovanni infatti gli diceva: "Non ti è lecito tenerla!". 5Benché Erode volesse farlo morire, temeva il popolo perché lo considerava un profeta.

6Venuto il compleanno di Erode, la figlia di Erodìade danzò in pubblico e piacque tanto a Erode 7che egli le promise con giuramento di darle tutto quello che avesse domandato. 8Ed essa, istigata dalla madre, disse: "Dammi qui, su un vassoio, la testa di Giovanni il Battista". 9Il re ne fu contristato, ma a causa del giuramento e dei commensali ordinò che le fosse data 10e mandò a decapitare Giovanni nel carcere. 11La sua testa venne portata su un vassoio e fu data alla fanciulla, ed ella la portò a sua madre. 12I suoi discepoli andarono a prendere il cadavere, lo seppellirono e andarono a informarne Gesù.

13Udito ciò, Gesù partì di là su una barca e si ritirò in disparte in un luogo deserto. Ma la folla, saputolo, lo seguì a piedi dalle città. 14Egli, sceso dalla barca, vide una grande folla e sentì compassione per loro e guarì i loro malati.

15Sul far della sera, gli si accostarono i discepoli e gli dissero: "Il luogo è deserto ed è ormai tardi; congeda la folla perché vada nei villaggi a comprarsi da mangiare". 16Ma Gesù rispose: "Non occorre che vadano; date loro voi stessi da mangiare". 17Gli risposero: "Non abbiamo che cinque pani e due pesci!". 18Ed egli disse: "Portatemeli qua". 19E dopo aver ordinato alla folla di sedersi sull'erba, prese i cinque pani e i due pesci e, alzati gli occhi al cielo, pronunziò la benedizione, spezzò i pani e li diede ai discepoli e i discepoli li distribuirono alla folla. 20Tutti mangiarono e furono saziati; e portarono via dodici ceste piene di pezzi avanzati. 21Quelli che avevano mangiato erano circa cinquemila uomini, senza contare le donne e i bambini.

22Subito dopo ordinò ai discepoli di salire sulla barca e di precederlo sull'altra sponda, mentre egli avrebbe congedato la folla. 23Congedata la folla, salì sul monte, solo, a pregare. Venuta la sera, egli se ne stava ancora solo lassù.

24La barca intanto distava già qualche miglio da terra ed era agitata dalle onde, a causa del vento contrario. 25Verso la fine della notte egli venne verso di loro camminando sul mare. 26I discepoli, a vederlo camminare sul mare, furono turbati e dissero: "È un fantasma" e si misero a gridare dalla paura. 27Ma subito Gesù parlò loro: "Coraggio, sono io, non abbiate paura". 28Pietro gli disse: "Signore, se sei tu, comanda che io venga da te sulle acque". 29Ed egli disse: "Vieni!". Pietro, scendendo dalla barca, si mise a camminare sulle acque e andò verso Gesù. 30Ma per la violenza del vento, s'impaurì e, cominciando ad affondare, gridò: "Signore, salvami!". 31E subito Gesù stese la mano, lo afferrò e gli disse: "Uomo di poca fede, perché hai dubitato?".

32Appena saliti sulla barca, il vento cessò. 33Quelli che erano sulla barca gli si prostrarono davanti, esclamando: "Tu sei veramente il Figlio di Dio!".

34Compiuta la traversata, approdarono a Genèsaret. 35E la gente del luogo, riconosciuto Gesù, diffuse la notizia in tutta la regione; gli portarono tutti i malati, 36e lo pregavano di poter toccare almeno l'orlo del suo mantello. E quanti lo toccavano guarivano.


Un Vangelo commentato a caso

Vangelo Mt 28, 16-20: Mi è stato ogni potere in cielo e in terra.

1 Tm 2,1-15

1Ti raccomando dunque, prima di tutto, che si facciano domande, suppliche, preghiere e ringraziamenti per tutti gli uomini, 2per i re e per tutti quelli che stanno al potere, perché possiamo trascorrere una vita calma e tranquilla con tutta pietà e dignità. 3Questa è una cosa bella e gradita al cospetto di Dio, nostro salvatore, 4il quale vuole che tutti gli uomini siano salvati e arrivino alla conoscenza della verità. 5Uno solo, infatti, è Dio e uno solo il mediatore fra Dio e gli uomini, l'uomo Cristo Gesù, 6che ha dato se stesso in riscatto per tutti. Questa testimonianza egli l'ha data nei tempi stabiliti, 7e di essa io sono stato fatto banditore e apostolo - dico la verità, non mentisco -, maestro dei pagani nella fede e nella verità.

8Voglio dunque che gli uomini preghino, dovunque si trovino, alzando al cielo mani pure senza ira e senza contese.

9Alla stessa maniera facciano le donne, con abiti decenti, adornandosi di pudore e riservatezza, non di trecce e ornamenti d'oro, di perle o di vesti sontuose, 10ma di opere buone, come conviene a donne che fanno professione di pietà.

11La donna impari in silenzio, con tutta sottomissione. 12Non concedo a nessuna donna di insegnare, né di dettare legge all'uomo; piuttosto se ne stia in atteggiamento tranquillo. 13Perché prima è stato formato Adamo e poi Eva; 14e non fu Adamo ad essere ingannato, ma fu la donna che, ingannata, si rese colpevole di trasgressione. 15Essa potrà essere salvata partorendo figli, a condizione di perseverare nella fede, nella carità e nella santificazione, con modestia.


La Città di Dio: Libro I - Le sventure umane e la provvidenza: La clemenza romana e una dura legge di guerra.

6. Perché dunque il nostro discorso dovrebbe volgersi qua e là ai molti popoli che fecero guerra gli uni contro gli altri e non risparmiarono mai i vinti nei templi dei propri dèi? Esaminiamo i Romani stessi, riferiamoci e consideriamo, dico, i Romani, a cui lode singolare fu detto risparmiare i soggetti e assoggettare i superbi , anche per il fatto che, ricevuta una ingiuria, preferivano perdonare che vendicarsi . Giacché, per estendere il proprio dominio, hanno saccheggiato dopo l'espugnazione e la conquista tante e grandi città, ci si mostri quali templi avevano usanza di esentare perché chiunque vi si rifugiasse rimanesse libero. Forse essi lo facevano ma gli scrittori di quelle imprese non ne hanno parlato? Ma davvero essi che andavano in cerca principalmente di fatti da lodare avrebbero omesso questi che per loro erano nobilissimi esempi di rispetto? Marco Marcello, uomo illustre nella storia di Roma, occupò la ricchissima città di Siracusa. Si narra che prima la pianse mentre stava per cadere e che alla vista della strage versò lagrime per lei. Si preoccupò anche del rispetto al pudore col nemico. Infatti prima che da vincitore desse l'ordine d'invadere la città, stabilì con editto che non si violentassero persone libere . Tuttavia la città fu distrutta secondo l'usanza delle guerre e non si legge in qualche parte che sia stato comandato da un condottiero tanto pudorato e clemente di considerare inviolabile chi si fosse rifugiato in questo o quel tempio . Non sarebbe stato omesso certamente giacché non sono stati taciuti il suo pianto e l'ordine del rispetto al pudore. Fabio che distrusse la città di Taranto è lodato perché si astenne dal saccheggio delle statue. Il segretario gli chiese cosa disponesse di fare delle molte immagini degli dèi che erano state prese. Ed egli abbellì la propria morigeratezza anche con una battuta scherzosa. Chiese come fossero. Gli risposero che erano molte, grandi e anche armate. Ed egli: Lasciamo gli dèi irati ai Tarentini . Dunque gli storiografi di Roma non poterono passare sotto silenzio né il pianto del primo né l'umorismo di quest'ultimo, né la pudorata clemenza del primo né la scherzosa morigeratezza del secondo. Quale motivo dunque di passar sotto silenzio se per rispetto di qualcuno dei propri dèi avessero risparmiato degli individui proibendo in qualche tempio la strage o la riduzione in schiavitù?

(Autore: Agostino di Ippona)

L'imitazione di Cristo: L'ASSOLUTO E TOTALE ABBADDONO DI SE STESSO, PER OTTENERE LA LIBERTÀ DEL CUORE

PAROLE DEL SIGNORE
Figlio, abbandona te stesso e troverai Me. Vivi rinunciando ad ogni libertà di scelta e ad ogni tua propria cosa, e guadagnerai sempre. Infatti, non appena avrai rinunciato a te stesso senza volere riattaccarti a te stesso, ti verrà data grazia più grande.

PAROLE DEL DISCEPOLO
Signore, quante volte dovrò fare questa rinuncia, e in quali cose dovrò distaccarmi da me stesso?

PAROLE DEL SIGNORE
Sempre e in ogni momento, così nel poco come nel molto. Non escludo nulla, voglio trovarti spoglio di tutto. Altrimenti, come sarà possibile che tu sia mio ed Io sia tuo, se dentro e fuori non ti sarai svestito d'ogni tua volontà? Quanto più presto farai ciò, tanto meglio ti troverai; e quanto più piena e sincera sarà stata la tua rinuncia, tanto più Mi sarai caro e tanto più grande profitto spirituale ne ricaverai. Alcuni rinunciano, ma con qualche riserva: non confidano pienamente in Dio, e quindi sono troppo solleciti di provvedere da sé a se stessi. Alcuni dapprima fanno offerta completa, ma poi, sotto la spinta della tentazione, ritornano a prendere quello che è loro proprio: perciò, non fanno alcun progresso nella virtù. Costoro non giungeranno alla vera libertà del cuore puro ed alla grazia della mia dolce intimità, se non dopo avere fatto totale rinuncia e quotidiana immolazione di sé, senza di che non sussiste e non sussisterà l'unione che gode del possesso di Me.

Io te l'ho detto tante volte ed ora te lo ripeto: abbandona te stesso, offriti a Me e godrai d'una grande pace interiore. Dà tutto per il Tutto: non cercare nulla, non richiedere nulla. Appoggiati interamente e senza esitazione a Me e Mi possederai. Allora il tuo cuore sarà libero e le tenebre non ti avvolgeranno. A questo sia rivolto ogni tuo sforzo; questo chiedi nella preghiera; questo devi desiderare, cioè di potere spogliarti d'ogni tua propria cosa e seguire, nudo, Gesù nudo; di poter morire a te stesso e vivere sempre in Me. Allora svaniranno tutte le immaginazione vane, i turbamenti perversi e le preoccupazioni inutili. Allora s'allontanerà anche il timore eccessivo e si spegnerà l'amore non conforme alla volontà di Dio.