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Giovedi, 28 marzo 2024 - Misteri luminosi - San Castore di Tarso ( Letture di oggi )

Don Nikola Vucic:Tutto passa, perciò non bisogna scoraggiarsi mai. Non scoraggiarti degli eventi negativi. Passeranno. Non scoraggiarti neanche quando cadi: gli errori a volte diventano maestri di vita ed esperienze utili per un avvenire migliore. La sfiducia, invece, ci rende fragili, ci toglie energie vitali. Non scoraggiarti da chi cerca di sminuirti e di umiliarti, da chi non conosce il tuo valore o cerca di metterti all'angolo. Chi è grande, cammina senza calpestare gli altri. Invece gli uomini piccoli giudicano e cercano sottomettere gli altri. Tu non hai bisogno di uomini piccoli per sapere quanto vali: tanto vali quanto vali agli occhi di Dio. Le cose si fanno per il Signore e per appagare il cuore, altrimenti ti sentirai sempre insoddisfatto. Non devi paragonarti agli altri. Il tuo unico modello sia Cristo.

LETTURE A CASO

Lc 6,1-49

1Un giorno di sabato passava attraverso campi di grano e i suoi discepoli coglievano e mangiavano le spighe, sfregandole con le mani. 2Alcuni farisei dissero: "Perché fate ciò che non è permesso di sabato?". 3Gesù rispose: "Allora non avete mai letto ciò che fece Davide, quando ebbe fame lui e i suoi compagni? 4Come entrò nella casa di Dio, prese i pani dell'offerta, ne mangiò e ne diede ai suoi compagni, sebbene non fosse lecito mangiarli se non ai soli sacerdoti?". 5E diceva loro: "Il Figlio dell'uomo è signore del sabato".

6Un altro sabato egli entrò nella sinagoga e si mise a insegnare. Ora c'era là un uomo, che aveva la mano destra inaridita. 7Gli scribi e i farisei lo osservavano per vedere se lo guariva di sabato, allo scopo di trovare un capo di accusa contro di lui. 8Ma Gesù era a conoscenza dei loro pensieri e disse all'uomo che aveva la mano inaridita: "Alzati e mettiti nel mezzo!". L'uomo, alzatosi, si mise nel punto indicato. 9Poi Gesù disse loro: "Domando a voi: È lecito in giorno di sabato fare del bene o fare del male, salvare una vita o perderla?". 10E volgendo tutt'intorno lo sguardo su di loro, disse all'uomo: "Stendi la mano!". Egli lo fece e la mano guarì. 11Ma essi furono pieni di rabbia e discutevano fra di loro su quello che avrebbero potuto fare a Gesù.

12In quei giorni Gesù se ne andò sulla montagna a pregare e passò la notte in orazione. 13Quando fu giorno, chiamò a sé i suoi discepoli e ne scelse dodici, ai quali diede il nome di apostoli: 14Simone, che chiamò anche Pietro, Andrea suo fratello, Giacomo, Giovanni, Filippo, Bartolomeo, 15Matteo, Tommaso, Giacomo d'Alfeo, Simone soprannominato Zelota, 16Giuda di Giacomo e Giuda Iscariota, che fu il traditore.

17Disceso con loro, si fermò in un luogo pianeggiante. C'era gran folla di suoi discepoli e gran moltitudine di gente da tutta la Giudea, da Gerusalemme e dal litorale di Tiro e di Sidone, 18che erano venuti per ascoltarlo ed esser guariti dalle loro malattie; anche quelli che erano tormentati da spiriti immondi, venivano guariti. 19Tutta la folla cercava di toccarlo, perché da lui usciva una forza che sanava tutti.

20Alzati gli occhi verso i suoi discepoli, Gesù diceva:

"Beati voi poveri,
perché vostro è il regno di Dio.
21Beati voi che ora avete fame,
perché sarete saziati.
Beati voi che ora piangete,
perché riderete.

22Beati voi quando gli uomini vi odieranno e quando vi metteranno al bando e v'insulteranno e respingeranno il vostro nome come scellerato, a causa del Figlio dell'uomo. 23Rallegratevi in quel giorno ed esultate, perché, ecco, la vostra ricompensa è grande nei cieli. Allo stesso modo infatti facevano i loro padri con i profeti.

24Ma guai a voi, ricchi,
perché avete già la vostra consolazione.
25Guai a voi che ora siete sazi,
perché avrete fame.
Guai a voi che ora ridete,
perché sarete afflitti e piangerete.
26Guai quando tutti gli uomini diranno bene di voi.
Allo stesso modo infatti facevano i loro padri con i falsi profeti.

27Ma a voi che ascoltate, io dico: Amate i vostri nemici, fate del bene a coloro che vi odiano, 28benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi maltrattano. 29A chi ti percuote sulla guancia, porgi anche l'altra; a chi ti leva il mantello, non rifiutare la tunica. 30Da' a chiunque ti chiede; e a chi prende del tuo, non richiederlo. 31Ciò che volete gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro. 32Se amate quelli che vi amano, che merito ne avrete? Anche i peccatori fanno lo stesso. 33E se fate del bene a coloro che vi fanno del bene, che merito ne avrete? Anche i peccatori fanno lo stesso. 34E se prestate a coloro da cui sperate ricevere, che merito ne avrete? Anche i peccatori concedono prestiti ai peccatori per riceverne altrettanto. 35Amate invece i vostri nemici, fate del bene e prestate senza sperarne nulla, e il vostro premio sarà grande e sarete figli dell'Altissimo; perché egli è benevolo verso gl'ingrati e i malvagi.

36Siate misericordiosi, come è misericordioso il Padre vostro. 37Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e vi sarà perdonato; 38date e vi sarà dato; una buona misura, pigiata, scossa e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con cui misurate, sarà misurato a voi in cambio".

39Disse loro anche una parabola: "Può forse un cieco guidare un altro cieco? Non cadranno tutt'e due in una buca? 40Il discepolo non è da più del maestro; ma ognuno ben preparato sarà come il suo maestro. 41Perché guardi la pagliuzza che è nell'occhio del tuo fratello, e non t'accorgi della trave che è nel tuo? 42Come puoi dire al tuo fratello: Permetti che tolga la pagliuzza che è nel tuo occhio, e tu non vedi la trave che è nel tuo? Ipocrita, togli prima la trave dal tuo occhio e allora potrai vederci bene nel togliere la pagliuzza dall'occhio del tuo fratello.

43Non c'è albero buono che faccia frutti cattivi, né albero cattivo che faccia frutti buoni. 44Ogni albero infatti si riconosce dal suo frutto: non si raccolgono fichi dalle spine, né si vendemmia uva da un rovo. 45L'uomo buono trae fuori il bene dal buon tesoro del suo cuore; l'uomo cattivo dal suo cattivo tesoro trae fuori il male, perché la bocca parla dalla pienezza del cuore.

46Perché mi chiamate: Signore, Signore, e poi non fate ciò che dico? 47Chi viene a me e ascolta le mie parole e le mette in pratica, vi mostrerò a chi è simile: 48è simile a un uomo che, costruendo una casa, ha scavato molto profondo e ha posto le fondamenta sopra la roccia. Venuta la piena, il fiume irruppe contro quella casa, ma non riuscì a smuoverla perché era costruita bene. 49Chi invece ascolta e non mette in pratica, è simile a un uomo che ha costruito una casa sulla terra, senza fondamenta. Il fiume la investì e subito crollò; e la rovina di quella casa fu grande".


Un Vangelo commentato a caso

Vangelo Lc 9,28b-36: Mentre Gesù pregava, il suo volto cambio d'aspetto.

Fil 3,1-21

1Per il resto, fratelli mei, state lieti nel Signore. A me non pesa e a voi è utile che vi scriva le stesse cose: 2guardatevi dai cani, guardatevi dai cattivi operai, guardatevi da quelli che si fanno circoncidere! 3Siamo infatti noi i veri circoncisi, noi che rendiamo il culto mossi dallo Spirito di Dio e ci gloriamo in Cristo Gesù, senza avere fiducia nella carne, 4sebbene io possa vantarmi anche nella carne. Se alcuno ritiene di poter confidare nella carne, io più di lui: 5circonciso l'ottavo giorno, della stirpe d'Israele, della tribù di Beniamino, ebreo da Ebrei, fariseo quanto alla legge; 6quanto a zelo, persecutore della Chiesa; irreprensibile quanto alla giustizia che deriva dall'osservanza della legge.

7Ma quello che poteva essere per me un guadagno, l'ho considerato una perdita a motivo di Cristo. 8Anzi, tutto ormai io reputo una perdita di fronte alla sublimità della conoscenza di Cristo Gesù, mio Signore, per il quale ho lasciato perdere tutte queste cose e le considero come spazzatura, al fine di guadagnare Cristo 9e di essere trovato in lui, non con una mia giustizia derivante dalla legge, ma con quella che deriva dalla fede in Cristo, cioè con la giustizia che deriva da Dio, basata sulla fede. 10E questo perché io possa conoscere lui, la potenza della sua risurrezione, la partecipazione alle sue sofferenze, diventandogli conforme nella morte, 11con la speranza di giungere alla risurrezione dai morti. 12Non però che io abbia già conquistato il premio o sia ormai arrivato alla perfezione; solo mi sforzo di correre per conquistarlo, perché anch'io sono stato conquistato da Gesù Cristo. 13Fratelli, io non ritengo ancora di esservi giunto, questo soltanto so: dimentico del passato e proteso verso il futuro, 14corro verso la mèta per arrivare al premio che Dio ci chiama a ricevere lassù, in Cristo Gesù.

15Quanti dunque siamo perfetti, dobbiamo avere questi sentimenti; se in qualche cosa pensate diversamente, Dio vi illuminerà anche su questo. 16Intanto, dal punto a cui siamo arrivati continuiamo ad avanzare sulla stessa linea.

17Fatevi miei imitatori, fratelli, e guardate a quelli che si comportano secondo l'esempio che avete in noi. 18Perché molti, ve l'ho già detto più volte e ora con le lacrime agli occhi ve lo ripeto, si comportano da nemici della croce di Cristo: 19la perdizione però sarà la loro fine, perché essi, che hanno come dio il loro ventre, si vantano di ciò di cui dovrebbero vergognarsi, tutti intenti alle cose della terra. 20La nostra patria invece è nei cieli e di là aspettiamo come salvatore il Signore Gesù Cristo, 21il quale trasfigurerà il nostro misero corpo per conformarlo al suo corpo glorioso, in virtù del potere che ha di sottomettere a sé tutte le cose.


Lettera ai Filippesi: Fuggite i doceti e perseverate nel digiuno e nell’orazione

1. Infatti, chi non riconosce che Gesù Cristo é venuto nella carne, é un anticristo e chi rigetta la testimonianza della croce viene dal diavolo. Chi perverte le parole del Signore, adattandole ai suoi malvagi desideri, e nega la risurrezione e il giudizio, costui è il primogenito di Satana.

2. Perciò, abbandonando la vanità della gente e i falsi insegnamenti, ritorniamo alla dottrina che ci fu impartita da principio, siamo sobri [per attendere] alla preghiera; perseveriamo nel digiuno e domandiamo con preghiere a Dio, che tutto vede, di non indurci in tentazione; poiché il Signore ha detto: Lo spirito é pronto, ma la carne é inferma.

(Autore: San Policarpo (di Smirne))

L'imitazione di Cristo: NELLA SOPPORTAZIONE DELLE OFFESE STA LA PERFEZIONE DELLA PAZIENZA

PAROLE DEL SIGNORE
Che è quello che vai dicendo, figlio? Cessa di lagnarti, meditando sulle mie sofferenze e su quelle di tanti Santi. "Tu non hai ancora sofferto fino a spargere il sangue" (Eb 12,4). E’ poco quello che patisci, in confronto con coloro che tanto hanno patito, che sono stati gravemente tentati, in mille modi provati ed angariati. Per poter sopportare più pazientemente le tue sofferenze, così piccole, occorre, quindi, che tu ritorni con il pensiero a quelle degli altri, più penose. E se a te non sembrano piccole, guarda anche che questo non sia frutto della tua incapacità di sopportazione. Ad ogni modo, piccole o grandi che siano, cerca di sopportarle tutte pazientemente. Quanto meglio ti disponi a patire, tanto più agisci da saggio e tanto maggior merito guadagni; porterai, anche più lievemente, il peso della sofferenza, quando ti sia energicamente addestrato ad essa nello spirito e con l'abitudine. E non dire: non riesco a sopportare questo da parte del tale; né devo subire ingiurie siffatte; egli m'ha fatto un grave torto e mi rimprovera di quello che non ho mai pensato; potrei invece, sopportare volentieri affronti da parte di qualche altro, e nel modo che avrò ritenuto giusto doverli sopportare.

Un simile ragionamento è sciocco: invece di tener conto della virtù della pazienza o di Colui, dal quale un giorno sarà premiata, valuta piuttosto le persone e le offese subite. Non ha vera pazienza chi vuole patire soltanto quanto gli pare e da chi gli garba. Ha, invece, vera pazienza chi non bada da quale persona venga messo alla prova: se da un Superiore, da uno pari oppure da uno inferiore; se da una persona buona e santa oppure da un malvagio ed indegno. Ha vera pazienza chi, senza riguardo agli uomini, da qualunque creatura gli venga qualche contrarietà, per quanto grave sia e per quante volte succeda, tutto accetta con animo grato dalle mani di Dio e lo ritiene un grande acquisto. La ragione è che non c’è pena, per piccola che sia, ma sofferta per amore di Dio, che potrà passare senza merito presso di Lui.

Sii, pertanto, preparato alla battaglia, se vuoi conseguire la vittoria. Senza lotta non puoi raggiungere la corona per la tua sofferenza. Se non vuoi soffrire, tu rifiuti di essere un giorno coronato. Se, invece, desideri la corona, lotta con coraggio e sopporta con pazienza. Non si giunge al riposo senza fatica né si giunge alla vittorià senza battaglia.

PAROLE DEL DISCEPOLO
Rendimi possibile, o Signore, con la tua Grazia, ciò che a me sembra impossibile per la mia natura. Tu sai quanto poco io sia capace di soffrire; Tu sai che al sorgere d'una difficoltà, anche lieve, m'abbatto subito. Oh, mi diventi caro e desiderabile, a gloria del tuo nome, qualsiasi genere di tribolazione, poiché il patire e l'essere perseguitato per Te sono molto salutari per l'anima mia.