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Giovedi, 28 marzo 2024 - Misteri luminosi - San Castore di Tarso ( Letture di oggi )

San Francesco di Sales:Quando la collera vi ha trasportato contro qualche persona, riparate al più presto questa mancanza con qualche atto esteriore di cordialità verso la stessa persona.

LETTURE A CASO

Mt 8,1-34

1Quando Gesù fu sceso dal monte, molta folla lo seguiva. 2Ed ecco venire un lebbroso e prostrarsi a lui dicendo: "Signore, se vuoi, tu puoi sanarmi". 3E Gesù stese la mano e lo toccò dicendo: "Lo voglio, sii sanato". E subito la sua lebbra scomparve. 4Poi Gesù gli disse: "Guardati dal dirlo a qualcuno, ma va' a mostrarti al sacerdote e presenta l'offerta prescritta da Mosè, e ciò serva come testimonianza per loro".

5Entrato in Cafàrnao, gli venne incontro un centurione che lo scongiurava: 6"Signore, il mio servo giace in casa paralizzato e soffre terribilmente". 7Gesù gli rispose: "Io verrò e lo curerò". 8Ma il centurione riprese: "Signore, io non son degno che tu entri sotto il mio tetto, di' soltanto una parola e il mio servo sarà guarito. 9Perché anch'io, che sono un subalterno, ho soldati sotto di me e dico a uno: Va', ed egli va; e a un altro: Vieni, ed egli viene, e al mio servo: Fa' questo, ed egli lo fa".

10All'udire ciò, Gesù ne fu ammirato e disse a quelli che lo seguivano: "In verità vi dico, presso nessuno in Israele ho trovato una fede così grande. 11Ora vi dico che molti verranno dall'oriente e dall'occidente e siederanno a mensa con Abramo, Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli, 12mentre i figli del regno saranno cacciati fuori nelle tenebre, ove sarà pianto e stridore di denti". 13E Gesù disse al centurione: "Va', e sia fatto secondo la tua fede". In quell'istante il servo guarì.

14Entrato Gesù nella casa di Pietro, vide la suocera di lui che giaceva a letto con la febbre. 15Le toccò la mano e la febbre scomparve; poi essa si alzò e si mise a servirlo.

16Venuta la sera, gli portarono molti indemoniati ed egli scacciò gli spiriti con la sua parola e guarì tutti i malati, 17perché si adempisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaia:

Egli ha preso le nostre infermità
e si è addossato le nostre malattie.


18Vedendo Gesù una gran folla intorno a sé, ordinò di passare all'altra riva. 19Allora uno scriba si avvicinò e gli disse: "Maestro, io ti seguirò dovunque tu andrai". 20Gli rispose Gesù: "Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell'uomo non ha dove posare il capo".

21E un altro dei discepoli gli disse: "Signore, permettimi di andar prima a seppellire mio padre". 22Ma Gesù gli rispose: "Seguimi e lascia i morti seppellire i loro morti".

23Essendo poi salito su una barca, i suoi discepoli lo seguirono. 24Ed ecco scatenarsi nel mare una tempesta così violenta che la barca era ricoperta dalle onde; ed egli dormiva. 25Allora, accostatisi a lui, lo svegliarono dicendo: "Salvaci, Signore, siamo perduti!". 26Ed egli disse loro: "Perché avete paura, uomini di poca fede?" Quindi levatosi, sgridò i venti e il mare e si fece una grande bonaccia. 27I presenti furono presi da stupore e dicevano: "Chi è mai costui al quale i venti e il mare obbediscono?".

28Giunto all'altra riva, nel paese dei Gadarèni, due indemoniati, uscendo dai sepolcri, gli vennero incontro; erano tanto furiosi che nessuno poteva più passare per quella strada. 29Cominciarono a gridare: "Che cosa abbiamo noi in comune con te, Figlio di Dio? Sei venuto qui prima del tempo a tormentarci?".

30A qualche distanza da loro c'era una numerosa mandria di porci a pascolare; 31e i demòni presero a scongiurarlo dicendo: "Se ci scacci, mandaci in quella mandria". 32Egli disse loro: "Andate!". Ed essi, usciti dai corpi degli uomini, entrarono in quelli dei porci: ed ecco tutta la mandria si precipitò dal dirupo nel mare e perì nei flutti. 33I mandriani allora fuggirono ed entrati in città raccontarono ogni cosa e il fatto degli indemoniati. 34Tutta la città allora uscì incontro a Gesù e, vistolo, lo pregarono che si allontanasse dal loro territorio.


Un Vangelo commentato a caso

Vangelo Mc 9, 30-37: Il Figlio dell'uomo viene consegnato... Se uno vuole essere il primo, sia il servitore di tutti.

1 Cor 15,1-58

1Vi rendo noto, fratelli, il vangelo che vi ho annunziato e che voi avete ricevuto, nel quale restate saldi, 2e dal quale anche ricevete la salvezza, se lo mantenete in quella forma in cui ve l'ho annunziato. Altrimenti, avreste creduto invano!

3Vi ho trasmesso dunque, anzitutto, quello che anch'io ho ricevuto: che cioè Cristo morì per i nostri peccati secondo le Scritture, 4fu sepolto ed è risuscitato il terzo giorno secondo le Scritture, 5e che apparve a Cefa e quindi ai Dodici. 6In seguito apparve a più di cinquecento fratelli in una sola volta: la maggior parte di essi vive ancora, mentre alcuni sono morti. 7Inoltre apparve a Giacomo, e quindi a tutti gli apostoli. 8Ultimo fra tutti apparve anche a me come a un aborto. 9Io infatti sono l'infimo degli apostoli, e non sono degno neppure di essere chiamato apostolo, perché ho perseguitato la Chiesa di Dio. 10Per grazia di Dio però sono quello che sono, e la sua grazia in me non è stata vana; anzi ho faticato più di tutti loro, non io però, ma la grazia di Dio che è con me. 11Pertanto, sia io che loro, così predichiamo e così avete creduto.

12Ora, se si predica che Cristo è risuscitato dai morti, come possono dire alcuni tra voi che non esiste risurrezione dei morti? 13Se non esiste risurrezione dai morti, neanche Cristo è risuscitato! 14Ma se Cristo non è risuscitato, allora è vana la nostra predicazione ed è vana anche la vostra fede. 15Noi, poi, risultiamo falsi testimoni di Dio, perché contro Dio abbiamo testimoniato che egli ha risuscitato Cristo, mentre non lo ha risuscitato, se è vero che i morti non risorgono. 16Se infatti i morti non risorgono, neanche Cristo è risorto; 17ma se Cristo non è risorto, è vana la vostra fede e voi siete ancora nei vostri peccati. 18E anche quelli che sono morti in Cristo sono perduti. 19Se poi noi abbiamo avuto speranza in Cristo soltanto in questa vita, siamo da compiangere più di tutti gli uomini.

20Ora, invece, Cristo è risuscitato dai morti, primizia di coloro che sono morti. 21Poiché se a causa di un uomo venne la morte, a causa di un uomo verrà anche la risurrezione dei morti; 22e come tutti muoiono in Adamo, così tutti riceveranno la vita in Cristo. 23Ciascuno però nel suo ordine: prima Cristo, che è la primizia; poi, alla sua venuta, quelli che sono di Cristo; 24poi sarà la fine, quando egli consegnerà il regno a Dio Padre, dopo aver ridotto al nulla ogni principato e ogni potestà e potenza. 25Bisogna infatti che egli regni finché non abbia posto tutti i nemici sotto i suoi piedi. 26L'ultimo nemico ad essere annientato sarà la morte, 27perché ogni cosa ha posto sotto i suoi piedi. Però quando dice che ogni cosa è stata sottoposta, è chiaro che si deve eccettuare Colui che gli ha sottomesso ogni cosa. 28E quando tutto gli sarà stato sottomesso, anche lui, il Figlio, sarà sottomesso a Colui che gli ha sottomesso ogni cosa, perché Dio sia tutto in tutti.

29Altrimenti, che cosa farebbero quelli che vengono battezzati per i morti? Se davvero i morti non risorgono, perché si fanno battezzare per loro? 30E perché noi ci esponiamo al pericolo continuamente? 31Ogni giorno io affronto la morte, come è vero che voi siete il mio vanto, fratelli, in Cristo Gesù nostro Signore! 32Se soltanto per ragioni umane io avessi combattuto a Èfeso contro le belve, a che mi gioverebbe? Se i morti non risorgono, mangiamo e beviamo, perché domani moriremo. 33Non lasciatevi ingannare: "Le cattive compagnie corrompono i buoni costumi". 34Ritornate in voi, come conviene, e non peccate! Alcuni infatti dimostrano di non conoscere Dio; ve lo dico a vostra vergogna.

35Ma qualcuno dirà: "Come risuscitano i morti? Con quale corpo verranno?". 36Stolto! Ciò che tu semini non prende vita, se prima non muore; 37e quello che semini non è il corpo che nascerà, ma un semplice chicco, di grano per esempio o di altro genere. 38E Dio gli dà un corpo come ha stabilito, e a ciascun seme il proprio corpo. 39Non ogni carne è la medesima carne; altra è la carne di uomini e altra quella di animali; altra quella di uccelli e altra quella di pesci. 40Vi sono corpi celesti e corpi terrestri, ma altro è lo splendore dei corpi celesti, e altro quello dei corpi terrestri. 41Altro è lo splendore del sole, altro lo splendore della luna e altro lo splendore delle stelle: ogni stella infatti differisce da un'altra nello splendore. 42Così anche la risurrezione dei morti: si semina corruttibile e risorge incorruttibile; 43si semina ignobile e risorge glorioso, si semina debole e risorge pieno di forza; 44si semina un corpo animale, risorge un corpo spirituale.

Se c'è un corpo animale, vi è anche un corpo spirituale, poiché sta scritto che 45il primo uomo, Adamo, divenne un essere vivente, ma l'ultimo Adamo divenne spirito datore di vita. 46Non vi fu prima il corpo spirituale, ma quello animale, e poi lo spirituale. 47Il primo uomo tratto dalla terra è di terra, il secondo uomo viene dal cielo. 48Quale è l'uomo fatto di terra, così sono quelli di terra; ma quale il celeste, così anche i celesti. 49E come abbiamo portato l'immagine dell'uomo di terra, così porteremo l'immagine dell'uomo celeste. 50Questo vi dico, o fratelli: la carne e il sangue non possono ereditare il regno di Dio, né ciò che è corruttibile può ereditare l'incorruttibilità.

51Ecco io vi annunzio un mistero: non tutti, certo, moriremo, ma tutti saremo trasformati, 52in un istante, in un batter d'occhio, al suono dell'ultima tromba; suonerà infatti la tromba e i morti risorgeranno incorrotti e noi saremo trasformati. 53È necessario infatti che questo corpo corruttibile si vesta di incorruttibilità e questo corpo mortale si vesta di immortalità.

54Quando poi questo corpo corruttibile si sarà vestito d'incorruttibilità e questo corpo mortale d'immortalità, si compirà la parola della Scrittura:

La morte è stata ingoiata per la vittoria.
55Dov'è, o morte, la tua vittoria?
Dov'è, o morte, il tuo pungiglione
?

56Il pungiglione della morte è il peccato e la forza del peccato è la legge. 57Siano rese grazie a Dio che ci dà la vittoria per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo! 58Perciò, fratelli miei carissimi, rimanete saldi e irremovibili, prodigandovi sempre nell'opera del Signore, sapendo che la vostra fatica non è vana nel Signore.


Le lettere: Settima lettera

1. Antonio vi saluta nel Signore, cari fratelli. Gioite! Non mi stancherò di ricordarmi di voi, membri di questa chiesa cattolica. Voglio che sappiate che l’amore che nutro per voi non è car­nale, ma spirituale, opera di Dio. L’amore carna­le, infatti, è debole, instabile, sconvolto da venti estranei. Tutti quelli che temono Dio e osservano i suoi comandamenti, sono servi di Dio; non c’è ancora perfezione in questo servizio ma giustizia che conduce allo spirito di figli. Per questo anche i profeti, gli apostoli e tutta l’assemblea dei san­ti, quelli che sono stati eletti da Dio e ai quali è affidata la predicazione apostolica, furono inca­tenati da Gesù Cristo per la bontà del Padre. Di­ce infatti l’apostolo Paolo: «Io Paolo, il prigionie­ro di Cristo» (Ef 3,1).

La legge scritta vi sorregga in questo buon servizio fino a che siamo in grado di vincere tut­te le passioni del corpo e di raggiungere la perfe­zione nella virtù secondo l’insegnamento aposto­lico. A chi è vicino a ricevere la grazia Gesù dirà: «Vi ho chiamati amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre l’ho fatto conoscere a voi» (Gv 15,15).

Quelli che si sono avvicinati alla grazia e sono stati istruiti dallo Spirito Santo, hanno conosciu­to la loro natura spirituale. Perciò Paolo dice lo­ro: «Voi non avete ricevuto uno spirito da schia­vi per ricadere nella paura, ma avete ricevuto uno spirito da figli adottivi per mezzo del quale gridiamo: “Abbà, Padre”» (Rm 8,15). Così riconoscono il dono che hanno ricevuto da Dio. Noi infatti «sia­mo figli, eredi di Dio, coeredi di Cristo» (Rm 8,17).

2. Fratelli cari, voi siete partecipi dell’eredità dei santi e tutte le virtù vi appartengono, sono vostre. Non vi lasciate contaminare dalla vita se­condo la carne, ma siate sempre presenti davanti a Dio: «La sapienza non entra in un’anima che opera il male né abita in un corpo schiavo del peccato. Il santo spirito, che ammaestra, rifugge dalla finzione» (Sap 1,4 5). In verità, miei cari, scrivo a voi «come a persone intelligenti» (1Cor 10,15). Voi siete ca­paci di conoscere voi stessi e chi conosce se stes­so conosce Dio, e chi ha conosciuto Dio deve adorarlo in modo conveniente. Miei cari nel Si­gnore, conoscete voi stessi. Chi infatti ha cono­sciuto se stesso, conosce anche il tempo in cui vi­ve; e chi ha imparato a conoscere il tempo, resta ben saldo e non si lascia deviare da insegnamen­ti diversi.

Circa Ario che in Alessandria levò la sua voce per sostenere dottrine estranee all’Unigenito po­nendo un tempo a colui che è fuori del tempo e un limite, come a una creatura, a colui che non ha limiti e un movimento a chi è fuori del movi­mento, io dico queste parole: «Se un uomo pecca contro un altro uomo, Dio potrà intervenire in suo favore, ma se l’uomo pecca contro il Signore, chi potrà intercedere per lui?» (1Sam 2,25). Quest’uomo si è accinto ad una grande impresa, ma la sua feri­ta è incurabile. Se costui avesse conosciuto se stesso, la sua lingua non avrebbe detto cose che ignorava. Ma per quel che è accaduto, è evidente che egli non ha conosciuto se stesso.

(Autore: Sant'Antonio Abate)

L'imitazione di Cristo: COME REAGIRE ALLE TENTAZIONI

Fino a che viviamo in questo mondo, non possiamo andare esenti da tribolazioni e tentazioni. Perciò, nel libro di Giobbe sta scritto: "La vita dell 'uomo sulla terra è una continua tentazione" (Gb 7,1). Ognuno, quindi, dovrebbe stare in guardia contro le tentazioni e vigilare pregando, perché non lo sorprenda il demonio, che non sonnecchia mai, ma "giri intorno, cercando chi divorare" (1Pt 5,8). Nessuno è così perfetto e così santo, che non abbia talvolta delle tentazioni; non possiamo esserne del tutto esenti. Eppure, le tentazioni, sebbene moleste e gravi, sono spesso molto utili all'uomo, perché in esse s'umilia, si purifica, si fa un'esperienza. Tutti i Santi passarono attraverso molte tribolazioni e tentazioni, traendone grande profitto.

Coloro, invece, che non seppero reggere ad esse, si traviarono e si dannarono. Non c'è Ordine religioso così santo né luogo così appartato, in cui non si trovino tentazioni o contrarietà. L’uomo, finché vive, non ne è mai totalmente al sicuro, perché è dentro di noi il germe: la concupiscenza, nella quale siamo nati.

Quando una tentazione od una tribolazione se ne va, ecco che un'altra ne sopraggiunge, e così avremo sempre qualche cosa da patire; infatti, abbiamo perduto il primitivo stato della nostra felicità. Molti cercano di fùggire le tentazioni, ed invece vi cadono anche più dolorosamente di prima. Con la sola fuga non possiamo vincerle, ma con la pazienza e con la vera umiltà diventiamo più forti di tutti i nostri nemici. Chi le schiva soltanto in modo superficiale e non ne estirpa la radice, otterrà scarso risultato; anzi, le tentazioni gli torneranno più presto, e si sentirà peggio di prima. A poco a poco, con la pazienza, con la costanza e con l'aiuto di Dio, potrai superarle meglio che con l'essere duro e uggioso con te stesso. Nella tentazione chiedi spesso consiglio e, quando qualcuno è tentato, non usare con lui maniere aspre, ma porgigli conforto, come tu desidereresti fosse fatto a te.

Principio di tutte le cattive tentazioni sono la volubilità dell'animo e la poca confidenza in Dio. Infatti, come una nave senza timone è sballottata qua e là dalle onde, così l'uomo, che si lascia andare e che abbandona i suoi propositi, va soggetto a tentazioni di vario genere.

Come il fuoco mette a prova il ferro, così la tentazione mette a prova l'uomo giusto. Spesso noi non sappiamo valutare le nostre forze, ma la tentazione ci rivela quello che siamo. Bisogna, però, essere molto vigilanti, specialmente al primo sorgere della tentazione, perché il nemico si vince più facilmente quando non gli si permette di varcare l'ingresso dell'anima, ma, al primo bussare, gli si va incontro fuori della soglia. Perciò, fu detto: "Reagisci ai primi sintomi del male; troppo tardiva è la medicina propinata, quando il male, per lungo indugio, ha preso forza" (Ovidio).

Infatti, alla mente s'affaccia dapprima un semplice pensiero, poi una vivida immaginazione, quindi il compiacimento, il movimento perverso, il consenso. E così, a poco a poco, il nemico maligno, al quale non si resiste fin da principio, entra del tutto nell'anima. E quanto più a lungo uno si sarà intorpidito nella reazione, tanto più debole diventa ogni giorno, mentre il nemico si fa più potente contro di lui. Alcuni soffrono tentazioni più violente all'inizio della loro conversione; altri, invece, alla fine della vita. Alcuni, poi, ne devono soffrire per quasi tutta la vita.

Alcuni sono tentati piuttosto leggermente, secondo la sapienza e l'equità ordinatrici di Dio, che soppesa le condizioni ed i meriti degli uomini e preordina tutto alla salvezza dei suoi eletti. Perciò, quando siamo tentati, non dobbiamo disperare, ma tanto più fervorosamente dobbiamo pregare Dio, perché si degni di aiutarci in ogni prova; ed il Signore, come dice San Paolo, con la tentazione ci darà anche la via d'uscita e la forza per sopportarla (1Cor 10,13).

Dunque, in ogni tentazione ed in ogni tribolazione umiliamo le nostre anime sotto la mano di Dio, perché Egli salverà ed esalterà gli umili di spirito. Nelle tentazioni e nelle tribolazioni si prova quanto profitto spirituale ha fatto l'uomo; in esse il merito s'accresce e la virtù risplende più luminosa. Non è gran cosa se un uomo sia devoto e fervoroso, quando non soffre contrarietà; ma, se in tempo d'avversità resiste pazientemente, dà speranza d'un notevole perfezionamento. Alcuni sanno premunirsi dalle tentazioni gravi, ma si lasciano spesso vincere da quelle piccole d'ogni giorno, perché, cosi umiliati, non insuperbiscano mai nei gravi pericoli, essi, che nelle piccole prove sono cosi deboli.