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Venerdi, 29 marzo 2024 - Misteri dolorosi - Santi Simplicio e Costantino ( Letture di oggi )

San Giovanni Bosco:Una delle cose, cui dovrebbero sempre pensare e studiare i giovanetti, si è la elezione dello stato. Per loro disgrazia ci pensano poco e perciò la più parte la sbagliano; si fanno in felici in vita, e si mettono al gran rischio di essere infelici per tutta l’eternità. Voi pensateci molto e pregate sempre perché Dio vi illumini e non la sbaglierete.

LETTURE A CASO

Lc 14,1-35

1Un sabato era entrato in casa di uno dei capi dei farisei per pranzare e la gente stava ad osservarlo. 2Davanti a lui stava un idropico. 3Rivolgendosi ai dottori della legge e ai farisei, Gesù disse: "È lecito o no curare di sabato?". 4Ma essi tacquero. Egli lo prese per mano, lo guarì e lo congedò. 5Poi disse: "Chi di voi, se un asino o un bue gli cade nel pozzo, non lo tirerà subito fuori in giorno di sabato?". 6E non potevano rispondere nulla a queste parole.

7Osservando poi come gli invitati sceglievano i primi posti, disse loro una parabola: 8"Quando sei invitato a nozze da qualcuno, non metterti al primo posto, perché non ci sia un altro invitato più ragguardevole di te 9e colui che ha invitato te e lui venga a dirti: Cedigli il posto! Allora dovrai con vergogna occupare l'ultimo posto. 10Invece quando sei invitato, va' a metterti all'ultimo posto, perché venendo colui che ti ha invitato ti dica: Amico, passa più avanti. Allora ne avrai onore davanti a tutti i commensali. 11Perché chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato".

12Disse poi a colui che l'aveva invitato: "Quando offri un pranzo o una cena, non invitare i tuoi amici, né i tuoi fratelli, né i tuoi parenti, né i ricchi vicini, perché anch'essi non ti invitino a loro volta e tu abbia il contraccambio. 13Al contrario, quando dài un banchetto, invita poveri, storpi, zoppi, ciechi; 14e sarai beato perché non hanno da ricambiarti. Riceverai infatti la tua ricompensa alla risurrezione dei giusti".

15Uno dei commensali, avendo udito ciò, gli disse: "Beato chi mangerà il pane nel regno di Dio!". 16Gesù rispose: "Un uomo diede una grande cena e fece molti inviti. 17All'ora della cena, mandò il suo servo a dire agli invitati: Venite, è pronto. 18Ma tutti, all'unanimità, cominciarono a scusarsi. Il primo disse: Ho comprato un campo e devo andare a vederlo; ti prego, considerami giustificato. 19Un altro disse: Ho comprato cinque paia di buoi e vado a provarli; ti prego, considerami giustificato. 20Un altro disse: Ho preso moglie e perciò non posso venire. 21Al suo ritorno il servo riferì tutto questo al padrone. Allora il padrone di casa, irritato, disse al servo: Esci subito per le piazze e per le vie della città e conduci qui poveri, storpi, ciechi e zoppi. 22Il servo disse: Signore, è stato fatto come hai ordinato, ma c'è ancora posto. 23Il padrone allora disse al servo: Esci per le strade e lungo le siepi, spingili a entrare, perché la mia casa si riempia. 24Perché vi dico: Nessuno di quegli uomini che erano stati invitati assaggerà la mia cena".

25Siccome molta gente andava con lui, egli si voltò e disse: 26"Se uno viene a me e non odia suo padre, sua madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo. 27Chi non porta la propria croce e non viene dietro di me, non può essere mio discepolo.

28Chi di voi, volendo costruire una torre, non si siede prima a calcolarne la spesa, se ha i mezzi per portarla a compimento? 29Per evitare che, se getta le fondamenta e non può finire il lavoro, tutti coloro che vedono comincino a deriderlo, dicendo: 30Costui ha iniziato a costruire, ma non è stato capace di finire il lavoro. 31Oppure quale re, partendo in guerra contro un altro re, non siede prima a esaminare se può affrontare con diecimila uomini chi gli viene incontro con ventimila? 32Se no, mentre l'altro è ancora lontano, gli manda un'ambasceria per la pace. 33Così chiunque di voi non rinunzia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo.

34Il sale è buono, ma se anche il sale perdesse il sapore, con che cosa lo si salerà? 35Non serve né per la terra né per il concime e così lo buttano via. Chi ha orecchi per intendere, intenda".


Un Vangelo commentato a caso

Vangelo Mc 7,1-8.14-15.21-23: Trascurando il comandamento di Dio, voi osservate la tradizione degli uomini.

Fil 1,1-30

1Paolo e Timoteo, servi di Cristo Gesù, a tutti i santi in Cristo Gesù che sono a Filippi, con i vescovi e i diaconi. 2Grazia a voi e pace da Dio, Padre nostro, e dal Signore Gesù Cristo.

3Ringrazio il mio Dio ogni volta ch'io mi ricordo di voi, 4pregando sempre con gioia per voi in ogni mia preghiera, 5a motivo della vostra cooperazione alla diffusione del vangelo dal primo giorno fino al presente, 6e sono persuaso che colui che ha iniziato in voi quest'opera buona, la porterà a compimento fino al giorno di Cristo Gesù. 7È giusto, del resto, che io pensi questo di tutti voi, perché vi porto nel cuore, voi che siete tutti partecipi della grazia che mi è stata concessa sia nelle catene, sia nella difesa e nel consolidamento del vangelo. 8Infatti Dio mi è testimonio del profondo affetto che ho per tutti voi nell'amore di Cristo Gesù. 9E perciò prego che la vostra carità si arricchisca sempre più in conoscenza e in ogni genere di discernimento, 10perché possiate distinguere sempre il meglio ed essere integri e irreprensibili per il giorno di Cristo, 11ricolmi di quei frutti di giustizia che si ottengono per mezzo di Gesù Cristo, a gloria e lode di Dio.

12Desidero che sappiate, fratelli, che le mie vicende si sono volte piuttosto a vantaggio del vangelo, 13al punto che in tutto il pretorio e dovunque si sa che sono in catene per Cristo; 14in tal modo la maggior parte dei fratelli, incoraggiati nel Signore dalle mie catene, ardiscono annunziare la parola di Dio con maggior zelo e senza timore alcuno. 15Alcuni, è vero, predicano Cristo anche per invidia e spirito di contesa, ma altri con buoni sentimenti. 16Questi lo fanno per amore, sapendo che sono stato posto per la difesa del vangelo; 17quelli invece predicano Cristo con spirito di rivalità, con intenzioni non pure, pensando di aggiungere dolore alle mie catene. 18Ma questo che importa? Purché in ogni maniera, per ipocrisia o per sincerità, Cristo venga annunziato, io me ne rallegro e continuerò a rallegrarmene. 19So infatti che tutto questo servirà alla mia salvezza, grazie alla vostra preghiera e all'aiuto dello Spirito di Gesù Cristo, 20secondo la mia ardente attesa speranza che in nulla rimarrò confuso; anzi nella piena fiducia che, come sempre, anche ora Cristo sarà glorificato nel mio corpo, sia che io viva sia che io muoia.

21Per me infatti il vivere è Cristo e il morire un guadagno. 22Ma se il vivere nel corpo significa lavorare con frutto, non so davvero che cosa debba scegliere. 23Sono messo alle strette infatti tra queste due cose: da una parte il desiderio di essere sciolto dal corpo per essere con Cristo, il che sarebbe assai meglio; 24d'altra parte, è più necessario per voi che io rimanga nella carne. 25Per conto mio, sono convinto che resterò e continuerò a essere d'aiuto a voi tutti, per il progresso e la gioia della vostra fede, 26perché il vostro vanto nei miei riguardi cresca sempre più in Cristo, con la mia nuova venuta tra voi.

27Soltanto però comportatevi da cittadini degni del vangelo, perché nel caso che io venga e vi veda o che di lontano senta parlare di voi, sappia che state saldi in un solo spirito e che combattete unanimi per la fede del vangelo, 28senza lasciarvi intimidire in nulla dagli avversari. Questo è per loro un presagio di perdizione, per voi invece di salvezza, e ciò da parte di Dio; 29perché a voi è stata concessa la grazia non solo di credere in Cristo; ma anche di soffrire per lui, 30sostenendo la stessa lotta che mi avete veduto sostenere e che ora sentite dire che io sostengo.


La Città di Dio: Libro IV - Imperialismo romano e politeismo: Ingiustizia e violenza degli stati e dei briganti.

4. Se non è rispettata la giustizia, che cosa sono gli Stati se non delle grandi bande di ladri? Perché anche le bande dei briganti che cosa sono se non dei piccoli Stati? È pur sempre un gruppo di individui che è retto dal comando di un capo, è vincolato da un patto sociale e il bottino si divide secondo la legge della convenzione. Se la banda malvagia aumenta con l'aggiungersi di uomini perversi tanto che possiede territori, stabilisce residenze, occupa città, sottomette popoli, assume più apertamente il nome di Stato che gli è accordato ormai nella realtà dei fatti non dalla diminuzione dell'ambizione di possedere ma da una maggiore sicurezza nell'impunità. Con finezza e verità a un tempo rispose in questo senso ad Alessandro il Grande un pirata catturato. Il re gli chiese che idea gli era venuta in testa per infestare il mare. E quegli con franca spavalderia: "La stessa che a te per infestare il mondo intero; ma io sono considerato un pirata perché lo faccio con un piccolo naviglio, tu un condottiero perché lo fai con una grande flotta".

(Autore: Agostino di Ippona)

L'imitazione di Cristo: FERVENTE RIFORMA DI TUTTA LA NOSTRA VITA

Sii vigilante e sollecito nel servizio di Dio e torna spesso su questo pensiero: a qual fine sei entrato nella vita claustrale e perché hai abbandonato il mondo? Non, forse, per dedicare la tua vita a Dio e diventare uomo spirituale? Attendi, dunque, con fervore al tuo perfezionamento spirituale, perché tra breve riceverai la mercede delle tue fatiche e, allora, non vi sarà più timore o dolore per te. Ora faticherai un poco, ma, poi, troverai un grande riposo, anzi una letizia senza fine. Se ti sarai mantenuto fedele e fervoroso nell'agire bene, anche Dio certamente sarà fedele e generoso nel ricompensartene.

Devi avere buona e salda speranza d'arrivare alla palma; non conviene, però, che te ne ritenga certo, per non cadere nella pigrizia o nella superbia. Un tale, per ansietà di spirito, ondeggiava continuamente fra timore e speranza; ed una volta, affranto dalla tristezza, si prostrò in una chiesa a pregare davanti ad un altare, ripensando e dicendo tra sé così: "Oh, se potessi sapere se sarò sempre perseverante!". E subito udì nel suo cuore questa divina risposta: "E, se tu lo sapessi, che cosa vorresti fare? Fa', ora, quello che vorresti aver fatto allora e sarai fermamente sicuro". D’un tratto, consolato e confortato, egli si rimise alla volontà di Dio e le sue affannose agitazioni cessarono.

E non volle più curiosamente indagare per sapere quale sarebbe stato il suo futuro; ebbe, invece, cura di cercare quale fosse "la volontà di Dio, gradevole e perfetta" (Rm 12,2), per dare principio e compimento ad ogni opera buona. "Spera nel Signore ed opera il bene (dice il Profeta) ed abita la terra, e ti pascerai delle sue ricchezze" (Sal 36,3).

Uno solo è l'ostacolo che ritrae molti dal profitto spirituale e dall'alacre impegno di correggersi: la paura delle difficoltà, ovvero la fatica della lotta. E, in realtà, nella virtù fanno maggiori progressi degli altri coloro che si sforzano con più coraggio di vincere gli ostacoli per essi più aspri ed avversi. Infatti, l'uomo fa più progressi e si merita grazia maggiore, quando sa vincere di più se stesso e si mortifica nello spirito.

Ma non tutti trovano le stesse gravi difficoltà per vincere e morire a se stessi. Tuttavia, chi è animato da diligente zelo, anche se ha molte passioni, sarà più capace di progressi che non un altro d'indole buona, ma meno fervente nell'acquisto della virtù. Due cose giovano particolarmente ad un'efficace riforma della vita: il ritrarsi energicamente da quello a cui la nostra natura corrotta è incline, e l'insistere con ardore a compiere quel bene del quale si ha maggiormente bisogno.

Cerca, inoltre, d'evitare e di vincere specialmente quei difetti che tanto spesso ti dispiacciono negli altri. Cogli, dappertutto, occasioni per diventare migliore, cosicché, se t'accade di vedere o d'ascoltare buoni esempi, ti senta acceso ad imitarli. Se, invece, avrai notato in altri qualche cosa che meriti rimprovero, guardati dal fare anche tu lo stesso; o se qualche volta l'hai commessa, cerca di correggerti quanto prima. Come il tuo occhio osserva gli altri, così, a tua volta, sei osservato dagli altri. Che gradita e dolce consolazione è vedere fratelli fervorosi e devoti, di buona condotta ed osservanti della disciplina! Com'è, invece, triste e penoso vedere di quelli che vivono disordinatamente e che non seguono la via della propria vocazione! Quanto è dannoso trascurare il fine della propria vocazione e applicarsi a ciò che esula da quelle cose che non sono state imposte! Rievoca sempre i propositi presi e mettiti davanti all'immagine del Crocifisso.

Specchiandoti nella vita di Gesù Cristo, potresti veramente arrossire di non esserti finora conformato maggiormente a Lui, sebbene da molto tempo tu sia stato nella via di Dio. Il Religioso che, con attenzione e devozione, medita la vita santissima e la Passione del Signore, vi troverà in abbondanza tutto ciò che gli è utile e necessario; e non c'è bisogno ch'egli cerchi altro di meglio fuori di Gesù. Oh, se venisse nel nostro cuore Gesù crocifisso! Quanto presto e pienamente saremmo ammaestrati! Il fervente Religioso adempie di buon animo ed accetta quello che gli viene comandato. Invece, il Religioso negligente e tiepido ha tribolazioni su tribolazioni e soffre angustie da ogni parte, perché manca di consolazioni interiori e gli è vietato di cercare quelle esteriori.

Il Religioso che vive fuori della disciplina è esposto a gravi cadute. Chi cerca una via più larga e poco faticosa, sarà sempre in angustie, perché una cosa o l'altra basterà a dargli fastidio. Come fanno tanti altri monaci a vivere in una disciplina claustrale oltremodo rigorosa? Escono di rado, vivono ritirati, si nutrono poverissimamente, vestono panni grossolani, lavorano molto, parlano poco, vegliano lungamente, s'alzano presto, pregano a lungo, fanno frequenti letture e si mantengono in tutto osservanti della Regola.

Guarda i Certosini, i Cistercensi, i monaci e le monache di diversi Ordini, come s'alzano ogni notte per cantare salmi al Signore! Sarebbe, perciò, vergognoso che ti mostrassi pigro in così santo servizio, mentre una così grande moltitudine di Religiosi comincia a lodare Dio in lieti cantici. Oh!, se non si dovesse far altro che lodare con tutto il cuore ed a piena voce il Signore Dio nostro! Oh!, se tu non avessi mai bisogno di mangiare, di bere, di dormire, ma potessi sempre rendere lode a Dio ed attendere soltanto alla vita spirituale! Saresti, allora, molto più felice di ora, che devi per qualsiasi esigenza servire al corpo. Oh!, quanto sarebbe desiderabile che non vi fossero codeste necessità, ma ci fosse soltanto il ristoro spirituale dell'anima, che noi, ahimè, ben di rado sappiamo gustare! Quando un uomo è arrivato a tale perfezione, da non cercare la sua consolazione in creatura alcuna, allora comincia a provare veramente gusto di Dio, ed allora, anche, accetta volentieri tutto ciò che gli accade.

Allora, né si rallegrerà se ha molto, né si rattristerà se ha poco, ma si rimetterà totalmente e fiduciosamente nelle mani di Dio, che per lui è tutto, in ogni circostanza; per la cui potenza niente perisce e muore, ma tutte le cose vivono, ed al cui cenno prontamente ubbidiscono. Ricordati sempre che hai da finire e che il tempo perduto non ritorna più. Senza sollecitudine e diligenza, non farai mai acquisto di virtù. Se cominci a lasciarti prendere dalla tiepidezza, ricomincerà il tuo malcontento.

Se, invece, ti sarai dato ad una vita di fervore, troverai una gran pace e sentirai più lieve la fatica, per la grazia di Dio e per l'amore alla virtù. L’uomo fervoroso e zelante è preparato a tutto. Costa più fatica resistere ai vizi ed alle passioni, che sudare nei lavori fisici. Chi non evita i piccoli difetti, a poco a poco scivola in colpe più grandi. Avrai sempre motivo d'essere lieto la sera, se avrai speso fruttuosamente la giornata.

Vigila su te stesso, scuoti te stesso, ammonisci te stesso; qualunque cosa succeda agli altri, non trascurare te stesso. Tanto profitto otterrai nella vita spirituale, quanto avrai fatto violenza a te stesso.