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Venerdi, 29 marzo 2024 - Misteri dolorosi - Santi Simplicio e Costantino ( Letture di oggi )

Sant'Antonio di Padova:Disse l'angelo ai pastori: "Questo sarà per voi il segno: troverete un Bambino avvolto in fasce e adagiato in una mangiatoia". Il Salvatore viene nell'umiltà e nella povertà. Beato colui che avrà questo segno sulla fronte e sulla mano, cioè nella fede e nelle opere.

LETTURE A CASO

Gv 20,1-30

1Nel giorno dopo il sabato, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di buon mattino, quand'era ancora buio, e vide che la pietra era stata ribaltata dal sepolcro. 2Corse allora e andò da Simon Pietro e dall'altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: "Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l'hanno posto!". 3Uscì allora Simon Pietro insieme all'altro discepolo, e si recarono al sepolcro. 4Correvano insieme tutti e due, ma l'altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. 5Chinatosi, vide le bende per terra, ma non entrò. 6Giunse intanto anche Simon Pietro che lo seguiva ed entrò nel sepolcro e vide le bende per terra, 7e il sudario, che gli era stato posto sul capo, non per terra con le bende, ma piegato in un luogo a parte. 8Allora entrò anche l'altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. 9Non avevano infatti ancora compreso la Scrittura, che egli cioè doveva risuscitare dai morti. 10I discepoli intanto se ne tornarono di nuovo a casa.

11Maria invece stava all'esterno vicino al sepolcro e piangeva. Mentre piangeva, si chinò verso il sepolcro 12e vide due angeli in bianche vesti, seduti l'uno dalla parte del capo e l'altro dei piedi, dove era stato posto il corpo di Gesù. 13Ed essi le dissero: "Donna, perché piangi?". Rispose loro: "Hanno portato via il mio Signore e non so dove lo hanno posto". 14Detto questo, si voltò indietro e vide Gesù che stava lì in piedi; ma non sapeva che era Gesù. 15Le disse Gesù: "Donna, perché piangi? Chi cerchi?". Essa, pensando che fosse il custode del giardino, gli disse: "Signore, se l'hai portato via tu, dimmi dove lo hai posto e io andrò a prenderlo". 16Gesù le disse: "Maria!". Essa allora, voltatasi verso di lui, gli disse in ebraico: "Rabbunì!", che significa: Maestro! 17Gesù le disse: "Non mi trattenere, perché non sono ancora salito al Padre; ma va' dai miei fratelli e di' loro: Io salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro". 18Maria di Màgdala andò subito ad annunziare ai discepoli: "Ho visto il Signore" e anche ciò che le aveva detto.

19La sera di quello stesso giorno, il primo dopo il sabato, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, si fermò in mezzo a loro e disse: "Pace a voi!". 20Detto questo, mostrò loro le mani e il costato. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. 21Gesù disse loro di nuovo: "Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anch'io mando voi". 22Dopo aver detto questo, alitò su di loro e disse: "Ricevete lo Spirito Santo; 23a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi".

24Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. 25Gli dissero allora gli altri discepoli: "Abbiamo visto il Signore!". Ma egli disse loro: "Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il dito nel posto dei chiodi e non metto la mia mano nel suo costato, non crederò".

26Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c'era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, si fermò in mezzo a loro e disse: "Pace a voi!". 27Poi disse a Tommaso: "Metti qua il tuo dito e guarda le mie mani; stendi la tua mano, e mettila nel mio costato; e non essere più incredulo ma credente!". 28Rispose Tommaso: "Mio Signore e mio Dio!". 29Gesù gli disse: "Perché mi hai veduto, hai creduto: beati quelli che pur non avendo visto crederanno!".

30Molti altri segni fece Gesù in presenza dei suoi discepoli, ma non sono stati scritti in questo libro. 31Questi sono stati scritti, perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome.


Un Vangelo commentato a caso

Vangelo Lc 6,27-38: Siate misericordiosi, come è misericordioso il Padre vostro.

Gc 5,1-20

1E ora a voi, ricchi: piangete e gridate per le sciagure che vi sovrastano! 2Le vostre ricchezze sono imputridite, 3le vostre vesti sono state divorate dalle tarme; il vostro oro e il vostro argento sono consumati dalla ruggine, la loro ruggine si leverà a testimonianza contro di voi e divorerà le vostre carni come un fuoco. Avete accumulato tesori per gli ultimi giorni! 4Ecco, il salario da voi defraudato ai lavoratori che hanno mietuto le vostre terre grida; e le proteste dei mietitori sono giunte alle orecchie del Signore degli eserciti. 5Avete gozzovigliato sulla terra e vi siete saziati di piaceri, vi siete ingrassati per il giorno della strage. 6Avete condannato e ucciso il giusto ed egli non può opporre resistenza.

7Siate dunque pazienti, fratelli, fino alla venuta del Signore. Guardate l'agricoltore: egli aspetta pazientemente il prezioso frutto della terra finché abbia ricevuto le piogge d'autunno e le piogge di primavera. 8Siate pazienti anche voi, rinfrancate i vostri cuori, perché la venuta del Signore è vicina. 9Non lamentatevi, fratelli, gli uni degli altri, per non essere giudicati; ecco, il giudice è alle porte. 10Prendete, o fratelli, a modello di sopportazione e di pazienza i profeti che parlano nel nome del Signore. 11Ecco, noi chiamiamo beati quelli che hanno sopportato con pazienza. Avete udito parlare della pazienza di Giobbe e conoscete la sorte finale che gli riserbò il Signore, perché il Signore è ricco di misericordia e di compassione.

12Soprattutto, fratelli miei, non giurate, né per il cielo, né per la terra, né per qualsiasi altra cosa; ma il vostro "sì" sia sì, e il vostro "no" no, per non incorrere nella condanna.

13Chi tra voi è nel dolore, preghi; chi è nella gioia salmeggi. 14Chi è malato, chiami a sé i presbiteri della Chiesa e preghino su di lui, dopo averlo unto con olio, nel nome del Signore. 15E la preghiera fatta con fede salverà il malato: il Signore lo rialzerà e se ha commesso peccati, gli saranno perdonati. 16Confessate perciò i vostri peccati gli uni agli altri e pregate gli uni per gli altri per essere guariti. Molto vale la preghiera del giusto fatta con insistenza. 17Elia era un uomo della nostra stessa natura: pregò intensamente che non piovesse e non piovve sulla terra per tre anni e sei mesi. 18Poi pregò di nuovo e il cielo diede la pioggia e la terra produsse il suo frutto. 19Fratelli miei, se uno di voi si allontana dalla verità e un altro ve lo riconduce, 20costui sappia che chi riconduce un peccatore dalla sua via di errore, salverà la sua anima dalla morte e coprirà una moltitudine di peccati.


La Città di Dio: Libro I - Le sventure umane e la provvidenza: ...fu ingiusta contro se stessa...

19. 2. Ma che principio è questo per cui più severamente contro di lei è punito l'adulterio che lei non ha commesso? Il drudo è espulso dalla patria assieme al padre, ella subisce la pena più grave. Se non è impudicizia quella con cui lei riluttante viene violentata, non è giustizia quella con cui lei casta è punita. Mi rivolgo a voi, leggi e giudici romani. Proprio voi avete disposto che è reato uccidere dopo i delitti commessi un delinquente se non è stato condannato. Se dunque si portasse al vostro giudizio questo delitto e risultasse dalle prove che è stata uccisa una donna, non solo non condannata, ma casta e innocente, non colpireste con la dovuta severità chi avesse commesso il reato? Ma lo ha commesso Lucrezia, proprio quella Lucrezia così esaltata ha giustiziato Lucrezia casta, innocente, violentata. Pronunciate la sentenza. E se non potete perché non è presente chi possiate condannare per qual motivo esaltate con tanto encomio l'assassina di una donna innocente e onesta? Ma per nessun motivo la potete difendere presso i giudici d'oltretomba, che appaiono in certi canti dei vostri poeti, appunto perché è posta fra quelli che innocenti si diedero la morte e odiando la luce han gettato l'anima nella tenebra. E se ella desiderasse tornar quassù, la impedisce il destino e la trattiene la squallida palude dalle acque odiate 63. Ma forse non è lì dal momento che si è uccisa non perché innocente ma perché era consapevole della colpa? Se infatti, e questo poteva saperlo soltanto lei, travolta anche dalla propria passione, acconsentì al giovane che la prese con la violenza e per punire in sé il fatto si pentì al punto di pensare di espiarlo con la morte? Ma anche in questo caso non doveva uccidersi se poteva fare presso falsi dèi una salutare penitenza. Ma se è così ed è falso che erano in due e uno solo commise adulterio, ma entrambi commisero adulterio, lui con aggressione palese, lei con assenso nascosto, non si uccise innocente. Quindi si può dire dai letterati suoi difensori che nell'oltretomba non è fra quelli che innocenti si diedero la morte. Ma così il processo si restringe dall'uno e dall'altro canto. Se ha attenuanti l'omicidio, si ratifica l'adulterio; se ha scusanti l'adulterio, si aggrava l'omicidio e non si trova affatto la soluzione al dilemma: se ha consentito all'adulterio, perché è lodata? se era onesta, perché si è uccisa?

(Autore: Agostino di Ippona)

L'imitazione di Cristo: BISOGNA ESAMINARE LA PROPRIA COSCIENZA E PROPORRE DI CORREGGERSI

PAROLE DELL'AMATO
Occorre, soprattutto, che il Sacerdote di Dio s'accosti a celebrare, somministrare e ricevere questo Sacramento con somma umiltà di cuore, con supplice riverenza, con piena fede e con devota intenzione di dare gloria a Dio. Esamina attentamente la tua coscienza e, per quanto puoi, purificala e rendila limpida con sincera contrizione ed umile confessione, in modo che nulla di grave tu abbia, o sappia d'avere, che ti dia rimorso e t'impedisca d'accostarti liberamente al Sacramento.

Abbi dolore di tutti i tuoi peccati in generale e, maggiormente, devi affliggerti e piangere in particolare le tue mancanze quotidiane. Quindi, se ne hai il tempo, confessa a Dio nel segreto del cuore tutte quante le miserie delle tue passioni. Piangi e pentiti d'essere ancora tanto schiavo della carne e del mondo; Così poco mortificato nelle passioni, così pieno di stimoli della concupiscenza; Così poco vigilante sui sensi esterni, così spesso impigliato in molte vane fantasie; Così fortemente inclinato verso le cose esteriori, così trascurato in quelle interiori; Così facile al riso ed alla dissipazione, così restio al pianto e alla compunzione; Così pronto alla rilassatezza e alle comodità materiali, così pigro all'austerità e al fervore; Così curioso d'udire novità e vedere cose belle, così lento ad abbracciare cose umili e spregevoli; Così avido di possedere molto, così parco nel dare, così tenace nel tenere per te; Così sconsiderato nel parlare, così incapace di tacere; Così sregolato nel trattare, così inopportuno nell'agire; Così intemperante nel cibo, così sordo alla parola di Dio; Così lesto al riposo, così tardo alla fatica; Così attento alle vane parole, così sonnacchioso nelle sacre veglie; Così impaziente di vederne la fine, così svogliato nell'attendervi; Così negligente nel recitare l'Ufficio divino, così tiepido nella celebrazione della Messa, così arido nel comunicarti; Così facilmente distratto, così di rado pienamente raccolto; Così rapidamente mosso all'ira, così facile a dare dispiacere agli altri; Così proclive a giudicare, così aspro nel criticare; Così gaio nelle vicende prospere, così abbattuto nelle avversità; Così spesso pieno di molti buoni propositi, così poco costante nel tradurli in pratica. Quando, con dolore e con grande amarezza per la tua fragilità, avrai confessato e pianto questi e gli altri tuoi difetti, proponi risolutamente d'emendare per sempre la tua vita e di progredire verso il meglio.

Poi, con un atto di piena donazione e di ferma volontà, offri te stesso sull'altare del tuo cuore a gloria del mio nome, quale olocausto perpetuo, affidando a Me completamente il tuo corpo e la tua anima; Cosicché tu meriti d'offrire degnamente a Dio il Sacrificio Eucaristico e di ricevere con frutto il Sacramento del mio Corpo. Non c'è, infatti, un'offerta più degna né una riparazione più grande per cancellare i peccati, che offrire puramente ed interamente se stesso a Dio insieme con l'offerta del Corpo di Cristo, nella Messa e nella Comunione. Se l'uomo avrà fatto quanto può e si sarà veramente pentito, ogni volta che verrà a Me per ottenere il perdono e la grazia, "Io vivo, dice il Signore, e non voglio la morte del peccatore, ma che si converta e viva" (Ez 33,11), "poiché più non mi ricorderò dei suoi peccati (Eb 10,17), ma tutti gli saranno rimessi.