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Venerdi, 19 aprile 2024 - Misteri dolorosi - San Leone IX Papa ( Letture di oggi )

Don Nikola Vucic:"Perché guardi la pagliuzza che è nell'occhio del tuo fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio?" Con gli altri sei esigente, invece con te stesso sei indulgente. Volgere l'attenzione sullo sbaglio altrui può essere una facile via di fuga per non lavorare seriamente su sé stessi. Spesso esprimi i giudizi superficiali, i giudizi sommari e affrettati perché non sei capace di guardare gli altri con gli occhi di Dio. Con gli occhi avvelenati dal giudizio tu annienti una persona. A volte basta una sola parola per cancellare l'altro. Affida i tuoi occhi a Maria affinché siano puri e trasparenti per poter riconoscere in ogni persona i lineamenti di Gesù, per vedere il buono che c'è in loro.

LETTURE A CASO

Lc 9,1-62

1Egli allora chiamò a sé i Dodici e diede loro potere e autorità su tutti i demòni e di curare le malattie. 2E li mandò ad annunziare il regno di Dio e a guarire gli infermi. 3Disse loro: "Non prendete nulla per il viaggio, né bastone, né bisaccia, né pane, né denaro, né due tuniche per ciascuno. 4In qualunque casa entriate, là rimanete e di là poi riprendete il cammino. 5Quanto a coloro che non vi accolgono, nell'uscire dalla loro città, scuotete la polvere dai vostri piedi, a testimonianza contro di essi". 6Allora essi partirono e giravano di villaggio in villaggio, annunziando dovunque la buona novella e operando guarigioni.

7Intanto il tetrarca Erode sentì parlare di tutti questi avvenimenti e non sapeva che cosa pensare, perché alcuni dicevano: "Giovanni è risuscitato dai morti", 8altri: "È apparso Elia", e altri ancora: "È risorto uno degli antichi profeti". 9Ma Erode diceva: "Giovanni l'ho fatto decapitare io; chi è dunque costui, del quale sento dire tali cose?". E cercava di vederlo.

10Al loro ritorno, gli apostoli raccontarono a Gesù tutto quello che avevano fatto. Allora li prese con sé e si ritirò verso una città chiamata Betsàida. 11Ma le folle lo seppero e lo seguirono. Egli le accolse e prese a parlar loro del regno di Dio e a guarire quanti avevan bisogno di cure. 12Il giorno cominciava a declinare e i Dodici gli si avvicinarono dicendo: "Congeda la folla, perché vada nei villaggi e nelle campagne dintorno per alloggiare e trovar cibo, poiché qui siamo in una zona deserta". 13Gesù disse loro: "Dategli voi stessi da mangiare". Ma essi risposero: "Non abbiamo che cinque pani e due pesci, a meno che non andiamo noi a comprare viveri per tutta questa gente". 14C'erano infatti circa cinquemila uomini. Egli disse ai discepoli: "Fateli sedere per gruppi di cinquanta". 15Così fecero e li invitarono a sedersi tutti quanti. 16Allora egli prese i cinque pani e i due pesci e, levati gli occhi al cielo, li benedisse, li spezzò e li diede ai discepoli perché lo distribuissero alla folla. 17Tutti mangiarono e si saziarono e delle parti loro avanzate furono portate via dodici ceste.

18Un giorno, mentre Gesù si trovava in un luogo appartato a pregare e i discepoli erano con lui, pose loro questa domanda: "Chi sono io secondo la gente?". 19Essi risposero: "Per alcuni Giovanni il Battista, per altri Elia, per altri uno degli antichi profeti che è risorto". 20Allora domandò: "Ma voi chi dite che io sia?". Pietro, prendendo la parola, rispose: "Il Cristo di Dio". 21Egli allora ordinò loro severamente di non riferirlo a nessuno.

22"Il Figlio dell'uomo, disse, deve soffrire molto, essere riprovato dagli anziani, dai sommi sacerdoti e dagli scribi, esser messo a morte e risorgere il terzo giorno".

23Poi, a tutti, diceva: "Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua.

24Chi vorrà salvare la propria vita, la perderà, ma chi perderà la propria vita per me, la salverà. 25Che giova all'uomo guadagnare il mondo intero, se poi si perde o rovina se stesso?

26Chi si vergognerà di me e delle mie parole, di lui si vergognerà il Figlio dell'uomo, quando verrà nella gloria sua e del Padre e degli angeli santi.

27In verità vi dico: vi sono alcuni qui presenti, che non morranno prima di aver visto il regno di Dio".

28Circa otto giorni dopo questi discorsi, prese con sé Pietro, Giovanni e Giacomo e salì sul monte a pregare. 29E, mentre pregava, il suo volto cambiò d'aspetto e la sua veste divenne candida e sfolgorante. 30Ed ecco due uomini parlavano con lui: erano Mosè ed Elia, 31apparsi nella loro gloria, e parlavano della sua dipartita che avrebbe portato a compimento a Gerusalemme. 32Pietro e i suoi compagni erano oppressi dal sonno; tuttavia restarono svegli e videro la sua gloria e i due uomini che stavano con lui. 33Mentre questi si separavano da lui, Pietro disse a Gesù: "Maestro, è bello per noi stare qui. Facciamo tre tende, una per te, una per Mosè e una per Elia". Egli non sapeva quel che diceva. 34Mentre parlava così, venne una nube e li avvolse; all'entrare in quella nube, ebbero paura. 35E dalla nube uscì una voce, che diceva: "Questi è il Figlio mio, l'eletto; ascoltatelo". 36Appena la voce cessò, Gesù restò solo. Essi tacquero e in quei giorni non riferirono a nessuno ciò che avevano visto.

37Il giorno seguente, quando furon discesi dal monte, una gran folla gli venne incontro. 38A un tratto dalla folla un uomo si mise a gridare: "Maestro, ti prego di volgere lo sguardo a mio figlio, perché è l'unico che ho. 39Ecco, uno spirito lo afferra e subito egli grida, lo scuote ed egli da' schiuma e solo a fatica se ne allontana lasciandolo sfinito. 40Ho pregato i tuoi discepoli di scacciarlo, ma non ci sono riusciti". 41Gesù rispose: "O generazione incredula e perversa, fino a quando sarò con voi e vi sopporterò? Conducimi qui tuo figlio". 42Mentre questi si avvicinava, il demonio lo gettò per terra agitandolo con convulsioni. Gesù minacciò lo spirito immondo, risanò il fanciullo e lo consegnò a suo padre. 43E tutti furono stupiti per la grandezza di Dio.

Mentre tutti erano sbalorditi per tutte le cose che faceva, disse ai suoi discepoli: 44"Mettetevi bene in mente queste parole: Il Figlio dell'uomo sta per esser consegnato in mano degli uomini". 45Ma essi non comprendevano questa frase; per loro restava così misteriosa che non ne comprendevano il senso e avevano paura a rivolgergli domande su tale argomento.

46Frattanto sorse una discussione tra loro, chi di essi fosse il più grande. 47Allora Gesù, conoscendo il pensiero del loro cuore, prese un fanciullo, se lo mise vicino e disse: 48"Chi accoglie questo fanciullo nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato. Poiché chi è il più piccolo tra tutti voi, questi è grande".

49Giovanni prese la parola dicendo: "Maestro, abbiamo visto un tale che scacciava demòni nel tuo nome e glielo abbiamo impedito, perché non è con noi tra i tuoi seguaci". 50Ma Gesù gli rispose: "Non glielo impedite, perché chi non è contro di voi, è per voi".

51Mentre stavano compiendosi i giorni in cui sarebbe stato tolto dal mondo, si diresse decisamente verso Gerusalemme 52e mandò avanti dei messaggeri. Questi si incamminarono ed entrarono in un villaggio di Samaritani per fare i preparativi per lui. 53Ma essi non vollero riceverlo, perché era diretto verso Gerusalemme. 54Quando videro ciò, i discepoli Giacomo e Giovanni dissero: "Signore, vuoi che diciamo che scenda un fuoco dal cielo e li consumi?". 55Ma Gesù si voltò e li rimproverò. 56E si avviarono verso un altro villaggio.

57Mentre andavano per la strada, un tale gli disse: "Ti seguirò dovunque tu vada". 58Gesù gli rispose: "Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell'uomo non ha dove posare il capo". 59A un altro disse: "Seguimi". E costui rispose: "Signore, concedimi di andare a seppellire prima mio padre". 60Gesù replicò: "Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; tu va' e annunzia il regno di Dio". 61Un altro disse: "Ti seguirò, Signore, ma prima lascia che io mi congedi da quelli di casa". 62Ma Gesù gli rispose: "Nessuno che ha messo mano all'aratro e poi si volge indietro, è adatto per il regno di Dio".


Un Vangelo commentato a caso

Vangelo Lc 3,15-16.21-22: Mentre Gesù, ricevuto il battesimo, stava in preghiera, il cielo si aprì.

1 Pt 3,1-22

1Ugualmente voi, mogli, state sottomesse ai vostri mariti perché, anche se alcuni si rifiutano di credere alla parola, vengano dalla condotta delle mogli, senza bisogno di parole, conquistati 2considerando la vostra condotta casta e rispettosa. 3Il vostro ornamento non sia quello esteriore - capelli intrecciati, collane d'oro, sfoggio di vestiti -; 4cercate piuttosto di adornare l'interno del vostro cuore con un'anima incorruttibile piena di mitezza e di pace: ecco ciò che è prezioso davanti a Dio. 5Così una volta si ornavano le sante donne che speravano in Dio; esse stavano sottomesse ai loro mariti, 6come Sara che obbediva ad Abramo, chiamandolo signore. Di essa siete diventate figlie, se operate il bene e non vi lasciate sgomentare da alcuna minaccia.

7E ugualmente voi, mariti, trattate con riguardo le vostre mogli, perché il loro corpo è più debole, e rendete loro onore perché partecipano con voi della grazia della vita: così non saranno impedite le vostre preghiere.

8E finalmente siate tutti concordi, partecipi delle gioie e dei dolori degli altri, animati da affetto fraterno, misericordiosi, umili; 9non rendete male per male, né ingiuria per ingiuria, ma, al contrario, rispondete benedicendo; poiché a questo siete stati chiamati per avere in eredità la benedizione. 10Infatti:

Chi vuole amare la vita e vedere giorni felici,
trattenga la sua lingua dal male
e le sue labbra da parole d'inganno;
11eviti il male e faccia il bene,
cerchi la pace e la segua,
12perché gli occhi del Signore sono sopra i giusti
e le sue orecchie sono attente alle loro preghiere;
ma il volto del Signore è contro coloro che fanno il male
.

13E chi vi potrà fare del male, se sarete ferventi nel bene? 14E se anche doveste soffrire per la giustizia, beati voi! Non vi sgomentate per paura di loro, né vi turbate, 15ma adorate il Signore, Cristo, nei vostri cuori, pronti sempre a rispondere a chiunque vi domandi ragione della speranza che è in voi. Tuttavia questo sia fatto con dolcezza e rispetto, 16con una retta coscienza, perché nel momento stesso in cui si parla male di voi rimangano svergognati quelli che malignano sulla vostra buona condotta in Cristo. 17È meglio infatti, se così vuole Dio, soffrire operando il bene che facendo il male.

18Anche Cristo è morto una volta per sempre per i peccati, giusto per gli ingiusti, per ricondurvi a Dio; messo a morte nella carne, ma reso vivo nello spirito. 19E in spirito andò ad annunziare la salvezza anche agli spiriti che attendevano in prigione; 20essi avevano un tempo rifiutato di credere quando la magnanimità di Dio pazientava nei giorni di Noè, mentre si fabbricava l'arca, nella quale poche persone, otto in tutto, furono salvate per mezzo dell'acqua. 21Figura, questa, del battesimo, che ora salva voi; esso non è rimozione di sporcizia del corpo, ma invocazione di salvezza rivolta a Dio da parte di una buona coscienza, in virtù della risurrezione di Gesù Cristo, 22il quale è alla destra di Dio, dopo essere salito al cielo e aver ottenuto la sovranità sugli angeli, i Principati e le Potenze.


La fede nelle cose che non si vedono: Adempiute le profezie sulla Chiesa.

3. 6. Se non vedeste questa regina, ormai anche feconda di prole regale; se colei, alla quale fu detto: Ascolta, o figlia, e guarda, non vedesse realizzata la promessa un tempo udita; se colei, alla quale fu detto: Dimentica il tuo popolo e la casa di tuo padre, non avesse abbandonato le antiche consuetudini del mondo; se colei alla quale fu detto: Al re piacque la tua bellezza, poiché egli è il Signore Dio tuo, non riconoscesse ovunque che Cristo è Signore; se non vedesse che le città levano preghiere a Cristo ed offrono doni a Lui, del quale le fu detto: A lui si prostreranno dinanzi le figlie di Tiro con i doni; se anche i ricchi non deponessero la loro superbia e non supplicassero l’aiuto della Chiesa, a cui fu detto: Tutti i ricchi del popolo supplicheranno il tuo volto; se non riconoscesse la figlia del re, al quale le fu comandato di dire: Padre nostro, che sei nei cieli; e se colei della quale fu detto: Tutta la gloria della figlia del re è all’interno, non si rinnovasse di giorno in giorno nell’intimo attraverso i suoi santi, sebbene colpisca sfavillando anche gli occhi di gente estranea con la fama dei suoi predicatori, che si esprimono in diverse lingue, paragonabili alle frange dorate di un vestito dai vari colori; se, dopoché il suo buon profumo l’ha resa famosa in ogni luogo, giovani vergini non venissero condotte a Cristo per essere consacrate a Lui, del quale e al quale si dice: Le vergini, al suo seguito saranno condotte al re, a te saranno condotte le sue compagne; e, affinché non sembrasse che fossero condotte come prigioniere in un carcere, dice: Saranno condotte in gioia ed esultanza, saranno condotte nel tempio del re; se essa non desse alla luce figli, dai quali avere come dei padri, da farli ovunque suoi reggitori, lei alla quale si dice: Al posto dei tuoi padri ti sono nati i figli, li farai capi di tutta la terra; lei, madre, sovrana e suddita insieme, che confida nelle loro preghiere, per cui fu aggiunto: Si ricorderanno del tuo nome, di generazione in generazione; se, per la predicazione di questi padri, nella quale il suo nome è stato ricordato senza interruzione, moltitudini così grandi non si riunissero in essa e non rendessero incessantemente lode, ciascuna nella sua lingua, alla gloria di colei alla quale si dice: Perciò i popoli ti renderanno lode in eterno, nei secoli dei secoli.

(Autore: Agostino di Ippona)

L'imitazione di Cristo: MEDITAZIONE DELLA MORTE

Ben presto sarà finita per te, quaggiù; considera, dunque, il tuo stato. Oggi l'uomo è, e domani non è più. E, tolto alla vista, ben presto si dilegua anche dalla memoria. O stoltezza e durezza del cuore umano, che pensa soltanto alle cose presenti e non sa prevedere quelle future! In ogni azione ed in ogni pensiero, tu dovresti comportarti così, come se dovessi morire oggi. Se avessi la coscienza tranquilla, non avresti tanta paura della morte. Meglio sarebbe guardarsi dai peccati, che cercare di sfuggire alla morte.

Se oggi non sei preparato, come lo sarai domani? Il domani è un giorno incerto; e che sai se ci sarà per te il domani? Che giova vivere a lungo, dal momento che ci emendiamo così poco? Ah! la lunga vita non sempre serve a renderci migliori; anzi, spesso aumenta le nostre colpe. Volesse il Cielo che fossimo vissuti bene in questo mondo anche un solo giorno! Molti contano gli anni della loro vita religiosa, ma il loro miglioramento nella vita spirituale è per lo più scarso.

Se fa spavento il morire, forse è più pericoloso il vivere a lungo. Beato colui che ha sempre davanti agli occhi l'ora della morte e che a morire si dispone ogni giorno! Se qualche volta hai visto un uomo morire, pensa che anche tu dovrai passare per la medesima via. Il mattino, fa' conto di non arrivare alla sera. Venuta la sera, non osare di riprometterti il mattino. Sii, dunque, sempre pronto, e vivi in maniera che la morte mai ti sorprenda impreparato. Molti muoiono repentinamente ed imprevedutamente. "Infatti, nell'ora che non immaginate, il Figlio dell'uomo verrà" (Mt 24,44; Lc 12,40).

Quando quell'ultima ora sarà giunta, comincerai a dare un ben diverso giudizio di tutta la tua vita passata e ti pentirai amaramente d'essere stato tanto negligente e fiacco. Quanto è felice nella sua previdenza colui che si sforza d'essere ora, in vita, quale desidera essere trovato al momento della morte! E gli daranno una grande fiducia di morire bene: il totale disprezzo del mondo, l'ardente desiderio di progredire nelle virtù, l'amore per la disciplina, l'esercizio della penitenza, la prontezza nell'obbedienza, la rinuncia a se stesso e la sopportazione di qualsiasi avversità per amore di Cristo.

Finché sei sano, puoi compiere molte opere buone; ma se t'ammali, non so che cosa potrai fare. Pochi diventano migliori nell'infermità, allo stesso modo di quelli che raramente si santificano per i molti pellegrinaggi.

Non confidare negli amici e nei parenti e non rimandare all'avvenire la tua salvezza, perché gli uomini si dimenticheranno di te più presto che tu non creda.È meglio provvedere ora, tempestivamente, e farsi precedere da un po' di bene, che sperare nell'aiuto di suffragi da parte degli altri. Se non ti prendi cura, tu, ora di te stesso, chi si prenderà cura di te in avvenire? Tempo preziosissimo, perciò, è il presente: "Ecco ora il momento favorevole, ecco ora il giorno della salvezza" (2 Cor 6,2). Ma, ahimè! tu non spendi in modo più utile questo tempo, con il quale potresti meritare la vita eterna.

Verrà il momento che tu desidererai d'avere un giorno solo, magari un'ora sola, per emendarti, e non so se l'avrai. Suvvia, andiamo, o mio caro! Da che grandi pericoli ti potresti liberare, da che immenso timore potresti strapparti, se tu, adesso, avessi sempre presente il pensiero e la previsione della morte! Cerca di vivere, ora, in modo che, in punto di morte, tu possa più gioire che temere. Impara, ora, a morire al mondo, perché, allora, tu cominci a vivere con Cristo.

Impara, ora, a disprezzare tutto, perché, allora, tu possa correre incontro a Cristo, liberamente. Castiga, ora, il tuo corpo con la penitenza, perché tu possa, allora, avere piena fiducia. Ah, stolto! Perché t'immagini di vivere ancora a lungo, mentre non hai la certezza, quaggiù, nemmeno d'un giorno? Quanti, così, si lasciarono ingannare e furono tolti di vita quando meno se l'aspettavano! Quante volte hai sentito dire che il tale è morto colpito da spada, un altro è annegato; quello, cadendo dall'alto, s'è spaccata la testa; questo, mentre mangiava, si è soffocato; un altro ancora ha cessato di vivere, mentre giocava! Altri è morto di fuoco, altri di ferro, altri di peste, altri per mano d'assassini. E così, la fine di tutti è la morte, e la vita degli uomini è un'ombra che passa via improvvisa. Chi si ricorderà di te dopo la morte? E chi pregherà per te? Fa', fa' ora, o mio carissimo, tutto il bene che puoi fare, perché non sai quando morirai; ignori pure che cosa t'aspetti dopo la morte. Finché hai tempo, accumulati ricchezze eterne. Non pensare ad altro che alla tua eterna salvezza, curati solo delle cose di Dio.

Fatti, ora, degli amici, con la devozione ai Santi di Dio e con l'imitazione delle loro opere, perché, quando avrai lasciato questa vita, essi t'accolgano negli eterni tabernacoli (Lc 16,9). Vivi sulla terra come pellegrino ed ospite, al quale nulla importano le cose terrene. Conserva il tuo cuore libero e rivolto in alto, a Dio, perché "non hai quaggiù stabile dimora" (Lc 16,9). Indirizza là le tue preghiere, i tuoi sospiri quotidiani, le tue lacrime, perché la tua anima meriti, dopo la morte, di passare felicemente al Signore. Amen.