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Sabato, 20 aprile 2024 - Misteri gaudiosi - Beata Chiara Bosatta ( Letture di oggi )

Sant'Antonio di Padova:Il Signore ha posto in mezzo al popolo cristiano la predicazione, perché fosse a disposizione di tutti e si estendesse sia al giusto che al peccatore e riunisse con l'amore tutti i credenti in Cristo.

LETTURE A CASO

Gv 10,1-42

1"In verità, in verità vi dico: chi non entra nel recinto delle pecore per la porta, ma vi sale da un'altra parte, è un ladro e un brigante. 2Chi invece entra per la porta, è il pastore delle pecore. 3Il guardiano gli apre e le pecore ascoltano la sua voce: egli chiama le sue pecore una per una e le conduce fuori. 4E quando ha condotto fuori tutte le sue pecore, cammina innanzi a loro, e le pecore lo seguono, perché conoscono la sua voce. 5Un estraneo invece non lo seguiranno, ma fuggiranno via da lui, perché non conoscono la voce degli estranei". 6Questa similitudine disse loro Gesù; ma essi non capirono che cosa significava ciò che diceva loro.

7Allora Gesù disse loro di nuovo: "In verità, in verità vi dico: io sono la porta delle pecore. 8Tutti coloro che sono venuti prima di me, sono ladri e briganti; ma le pecore non li hanno ascoltati. 9Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvo; entrerà e uscirà e troverà pascolo. 10Il ladro non viene se non per rubare, uccidere e distruggere; io sono venuto perché abbiano la vita e l'abbiano in abbondanza. 11Io sono il buon pastore. Il buon pastore offre la vita per le pecore. 12Il mercenario invece, che non è pastore e al quale le pecore non appartengono, vede venire il lupo, abbandona le pecore e fugge e il lupo le rapisce e le disperde; 13egli è un mercenario e non gli importa delle pecore. 14Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me, 15come il Padre conosce me e io conosco il Padre; e offro la vita per le pecore. 16E ho altre pecore che non sono di quest'ovile; anche queste io devo condurre; ascolteranno la mia voce e diventeranno un solo gregge e un solo pastore. 17Per questo il Padre mi ama: perché io offro la mia vita, per poi riprenderla di nuovo. 18Nessuno me la toglie, ma la offro da me stesso, poiché ho il potere di offrirla e il potere di riprenderla di nuovo. Questo comando ho ricevuto dal Padre mio".

19Sorse di nuovo dissenso tra i Giudei per queste parole. 20Molti di essi dicevano: "Ha un demonio ed è fuori di sé; perché lo state ad ascoltare?". 21Altri invece dicevano: "Queste parole non sono di un indemoniato; può forse un demonio aprire gli occhi dei ciechi?".

22Ricorreva in quei giorni a Gerusalemme la festa della Dedicazione. Era d'inverno. 23Gesù passeggiava nel tempio, sotto il portico di Salomone. 24Allora i Giudei gli si fecero attorno e gli dicevano: "Fino a quando terrai l'animo nostro sospeso? Se tu sei il Cristo, dillo a noi apertamente". 25Gesù rispose loro: "Ve l'ho detto e non credete; le opere che io compio nel nome del Padre mio, queste mi danno testimonianza; 26ma voi non credete, perché non siete mie pecore. 27Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono. 28Io do loro la vita eterna e non andranno mai perdute e nessuno le rapirà dalla mia mano. 29Il Padre mio che me le ha date è più grande di tutti e nessuno può rapirle dalla mano del Padre mio. 30Io e il Padre siamo una cosa sola".

31I Giudei portarono di nuovo delle pietre per lapidarlo. 32Gesù rispose loro: "Vi ho fatto vedere molte opere buone da parte del Padre mio; per quale di esse mi volete lapidare?". 33Gli risposero i Giudei: "Non ti lapidiamo per un'opera buona, ma per la bestemmia e perché tu, che sei uomo, ti fai Dio". 34Rispose loro Gesù: "Non è forse scritto nella vostra Legge: Io ho detto: voi siete dèi? 35Ora, se essa ha chiamato dèi coloro ai quali fu rivolta la parola di Dio (e la Scrittura non può essere annullata), 36a colui che il Padre ha consacrato e mandato nel mondo, voi dite: Tu bestemmi, perché ho detto: Sono Figlio di Dio? 37Se non compio le opere del Padre mio, non credetemi; 38ma se le compio, anche se non volete credere a me, credete almeno alle opere, perché sappiate e conosciate che il Padre è in me e io nel Padre". 39Cercavano allora di prenderlo di nuovo, ma egli sfuggì dalle loro mani.

40Ritornò quindi al di là del Giordano, nel luogo dove prima Giovanni battezzava, e qui si fermò. 41Molti andarono da lui e dicevano: "Giovanni non ha fatto nessun segno, ma tutto quello che Giovanni ha detto di costui era vero". 42E in quel luogo molti credettero in lui.


Un Vangelo commentato a caso

Vangelo Mt 11,25-30: Hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli.

Ef 2,1-22

1Anche voi eravate morti per le vostre colpe e i vostri peccati, 2nei quali un tempo viveste alla maniera di questo mondo, seguendo il principe delle potenze dell'aria, quello spirito che ora opera negli uomini ribelli. 3Nel numero di quei ribelli, del resto, siamo vissuti anche tutti noi, un tempo, con i desideri della nostra carne, seguendo le voglie della carne e i desideri cattivi; ed eravamo per natura meritevoli d'ira, come gli altri. 4Ma Dio, ricco di misericordia, per il grande amore con il quale ci ha amati, 5da morti che eravamo per i peccati, ci ha fatti rivivere con Cristo: per grazia infatti siete stati salvati. 6Con lui ci ha anche risuscitati e ci ha fatti sedere nei cieli, in Cristo Gesù, 7per mostrare nei secoli futuri la straordinaria ricchezza della sua grazia mediante la sua bontà verso di noi in Cristo Gesù.

8Per questa grazia infatti siete salvi mediante la fede; e ciò non viene da voi, ma è dono di Dio; 9né viene dalle opere, perché nessuno possa vantarsene. 10Siamo infatti opera sua, creati in Cristo Gesù per le opere buone che Dio ha predisposto perché noi le praticassimo.

11Perciò ricordatevi che un tempo voi, pagani per nascita, chiamati incirconcisi da quelli che si dicono circoncisi perché tali sono nella carne per mano di uomo, 12ricordatevi che in quel tempo eravate senza Cristo, esclusi dalla cittadinanza d'Israele, estranei ai patti della promessa, senza speranza e senza Dio in questo mondo. 13Ora invece, in Cristo Gesù, voi che un tempo eravate i lontani siete diventati i vicini grazie al sangue di Cristo.

14Egli infatti è la nostra pace,
colui che ha fatto dei due un popolo solo,
abbattendo il muro di separazione che era frammezzo,
cioè l'inimicizia,
15annullando, per mezzo della sua carne,
la legge fatta di prescrizioni e di decreti,
per creare in se stesso, dei due, un solo uomo nuovo,
facendo la pace,
16e per riconciliare tutti e due con Dio in un solo corpo,
per mezzo della croce,
distruggendo in se stesso l'inimicizia.
17Egli è venuto perciò ad annunziare pace
a voi che eravate lontani e pace a coloro che erano vicini.
18Per mezzo di lui possiamo presentarci, gli uni e gli altri,
al Padre in un solo Spirito.

19Così dunque voi non siete più stranieri né ospiti, ma siete concittadini dei santi e familiari di Dio, 20edificati sopra il fondamento degli apostoli e dei profeti, e avendo come pietra angolare lo stesso Cristo Gesù. 21In lui ogni costruzione cresce ben ordinata per essere tempio santo nel Signore; 22in lui anche voi insieme con gli altri venite edificati per diventare dimora di Dio per mezzo dello Spirito.


Il Pastore d'Erma - Le visioni: Quarta visione: Gettare ogni affanno sul Signore

XXIII (2), 1. Dopo che oltrepassai la bestia e proseguii per circa trenta piedi, eccomi incontro una vergine adorna come se uscisse dalla camera nuziale, tutta in bianco e con calzari bianchi, coperta sino alla fronte ed aveva come berretto una mitra. Aveva i capelli bianchi. 2. Riconobbi dalle precedenti visioni che era la Chiesa e divenni sereno. Mi salutò dicendomi: "Salve, uomo". Io ricambiai: "Salve, signora". 3. Rispondendomi mi disse: "Nulla ti si è presentato?". "Signora, una belva enorme capace di distruggere delle moltitudini, ma per la potenza del Signore e la sua misericordia le sono sfuggito". 4. "Orbene, le sei sfuggito perché hai rimesso in Dio il tuo affanno e hai aperto il tuo cuore al Signore, credendo che mediante nessun altro potresti essere salvato, se non per mezzo del suo grande e glorioso nome. Per questo il Signore inviò il suo angelo di nome Tegri che sovrintende alle belve, il quale chiuse la bocca della bestia perché non ti sbranasse. Sei sfuggito a un grande pericolo per la tua fede e per non essere stato incerto, vedendo un simile mostro. 5. Va', dunque e narra agli eletti di Dio le sue meraviglie e di' loro che questa bestia è il simbolo di una grande tribolazione che sta per venire. Se vi preparate e vi convertite con tutto il cuore al Signore potete evitarla, purché il vostro cuore diventi puro e irreprensibile e per il resto dei vostri giorni di vita serviate con slancio il Signore. Gettate i vostri affanni sul Signore ed egli li allevierà. 6. E voi, incerti, credete nel Signore che può tutto; egli allontana la sua ira da voi e manda flagelli se rimanete esitanti. Guai a coloro che ascoltano queste parole senza coglierle. Sarebbe meglio per loro non essere nati.

(Autore: Erma)

L'imitazione di Cristo: DOLCE E' SERVIRE DIO PER CHI DISPREZZA IL MONDO

PAROLE DEL DISCEPOLO
Ora tornerò a parlare, o Signore, e non tacerò; all'orecchio del mio Dio, mio Signore e mio Re, che sta nell'alto dei Cieli, dirò: "Oh, quanto è grande la tua bontà, Signore! La riservi per coloro che Ti temono!" (Sal 30,20). Ma che cosa sei Tu per coloro che Ti amano, per coloro che Ti servono con tutto il cuore? Veramente ineffabile è la dolcezza della tua contemplazione, che Tu concedi con larghezza a coloro che Ti amano. Tu m'hai mostrato la soavità del tuo amore specialmente in questo: mentre ancora io non esistevo, Tu m'hai creato; mentre io andavo errando lungi da Te, m'hai ricondotto a Te, perché Ti servissi, e m'hai comandato d'amarTi. Oh! fonte d'eterno amore. Che potrò dire di Te? Come potrò dimenticarmi di Te, che Ti sei degnato di ricordarTi di me, anche dopo che mi ero corrotto per i miei peccati e m'ero perduto? La tua misericordia con il tuo servo è andata oltre ogni speranza, e gli hai offerto la grazia e l'amicizia oltre ogni merito. Che cosa potrò io dare in cambio di così grande grazia? Non a tutti, infatti, è stato concesso d'abbandonare ogni cosa, di rinunciare al mondo e d'abbracciare la vita monastica.

È, forse, un gran fatto ch'io mi consacri al tuo servizio, mentre ogni creatura è tenuta a servirTi? No, non deve sembrarmi gran cosa il servire Te; questo, piuttosto, mi appare grande e mirabile, che Tu Ti degni d'accogliere come tuo servo, e di porlo nel numero dei servi da Te amati, uno così povero ed indegno come me. Ecco: appartiene a Te tutto ciò che io possiedo e con cui Ti servo. Nondimeno, è vero il rovescio: servi più Tu me, che non io Te. Ecco: il cielo e la terra, che Tu hai creati a servizio dell'uomo, sono pronti ad eseguire, ogni giorno, ogni tuo comando. E questo è ancora poco, perché hai deputato al servizio dell'uomo persino gli Angeli. 'Ma sorpassa tutte queste cose il fatto che Tu stesso Ti sei degnato di servire l'uomo ed hai promesso di dargli un giorno Te stesso. Che cosa potrò dare a Te, in cambio di tutti questi innumerevoli benefici? Oh, potessi servirTi tutti i giorni della mia vita! Oh, potessi almeno prestarTi servizio degnamente per un solo giorno! In verità, Tu sei degno d'ogni servizio, d'ogni onore d'eterna lode!

In verità, Tu sei il mio Signore ed io il tuo povero servo, tenuto a servirTi con tutte le forze, senza mai stancarmi di cantare le tue lodi. Questa è la mia volontà, questo il mio desiderio: e Ti degnati di supplire a tutto quello che mi manca. È grande onore, è grande gloria mettersi al tuo servizio e disprezzare tutte le cose per amor tuo. Infatti, quelli che si saranno spontaneamente assoggettati al tuo santissimo servizio, avranno grazia in abbondanza. Troveranno le più soavi consolazioni dello Spirito Santo coloro che, per tuo amore, avranno rigettato ogni piacere della carne. Conseguiranno una grande libertà di spirito coloro che, ad onore del tuo nome, camminano per la via stretta, trascurando ogni sollecitudine mondana.

O amabile e lieto servizio di Dio, che rende l'uomo veramente libero e santo! O sacro stato del religioso servizio, che rende l'uomo simile agli Angeli, gradito a Dio, terribile ai demoni, venerando a tutti i fedeli! O servitù degna sempre d'essere abbracciata e desiderata, perché con essa si merita il Sommo Bene e s'acquista una gioia che durerà senza fine!