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Venerdi, 29 marzo 2024 - Misteri dolorosi - Santi Simplicio e Costantino ( Letture di oggi )

San Pio da Pietrelcina: Fai la penitenza di pensare con dolore alle offese fatte a Dio; la penitenza di essere costante nel bene; la penitenza di combattere i tuoi difetti.

LETTURE A CASO

Gv 14,1-31

1"Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. 2Nella casa del Padre mio vi sono molti posti. Se no, ve l'avrei detto. Io vado a prepararvi un posto; 3quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, ritornerò e vi prenderò con me, perché siate anche voi dove sono io. 4E del luogo dove io vado, voi conoscete la via".

5Gli disse Tommaso: "Signore, non sappiamo dove vai e come possiamo conoscere la via?". 6Gli disse Gesù: "Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. 7Se conoscete me, conoscerete anche il Padre: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto". 8Gli disse Filippo: "Signore, mostraci il Padre e ci basta". 9Gli rispose Gesù: "Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me ha visto il Padre. Come puoi dire: Mostraci il Padre? 10Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me; ma il Padre che è con me compie le sue opere. 11Credetemi: io sono nel Padre e il Padre è in me; se non altro, credetelo per le opere stesse.

12In verità, in verità vi dico: anche chi crede in me, compirà le opere che io compio e ne farà di più grandi, perché io vado al Padre. 13Qualunque cosa chiederete nel nome mio, la farò, perché il Padre sia glorificato nel Figlio. 14Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò.

15Se mi amate, osserverete i miei comandamenti. 16Io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Consolatore perché rimanga con voi per sempre, 17lo Spirito di verità che il mondo non può ricevere, perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete, perché egli dimora presso di voi e sarà in voi. 18Non vi lascerò orfani, ritornerò da voi. 19Ancora un poco e il mondo non mi vedrà più; voi invece mi vedrete, perché io vivo e voi vivrete. 20In quel giorno voi saprete che io sono nel Padre e voi in me e io in voi. 21Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi mi ama. Chi mi ama sarà amato dal Padre mio e anch'io lo amerò e mi manifesterò a lui".

22Gli disse Giuda, non l'Iscariota: "Signore, come è accaduto che devi manifestarti a noi e non al mondo?". 23Gli rispose Gesù: "Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. 24Chi non mi ama non osserva le mie parole; la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato.

25Queste cose vi ho detto quando ero ancora tra voi. 26Ma il Consolatore, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, egli v'insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto. 27Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore. 28Avete udito che vi ho detto: Vado e tornerò a voi; se mi amaste, vi rallegrereste che io vado dal Padre, perché il Padre è più grande di me. 29Ve l'ho detto adesso, prima che avvenga, perché quando avverrà, voi crediate. 30Non parlerò più a lungo con voi, perché viene il principe del mondo; egli non ha nessun potere su di me, 31ma bisogna che il mondo sappia che io amo il Padre e faccio quello che il Padre mi ha comandato. Alzatevi, andiamo via di qui".


Un Vangelo commentato a caso

Vangelo Lc 10, 25-37: Chi è il mio prossimo?

1 Cor 10,1-33

1Non voglio infatti che ignoriate, o fratelli, che i nostri padri furono tutti sotto la nuvola, tutti attraversarono il mare, 2tutti furono battezzati in rapporto a Mosè nella nuvola e nel mare, 3tutti mangiarono lo stesso cibo spirituale, 4tutti bevvero la stessa bevanda spirituale: bevevano infatti da una roccia spirituale che li accompagnava, e quella roccia era il Cristo. 5Ma della maggior parte di loro Dio non si compiacque e perciò furono abbattuti nel deserto.

6Ora ciò avvenne come esempio per noi, perché non desiderassimo cose cattive, come essi le desiderarono. 7Non diventate idolàtri come alcuni di loro, secondo quanto sta scritto: Il popolo sedette a mangiare e a bere e poi si alzò per divertirsi. 8Non abbandoniamoci alla fornicazione, come vi si abbandonarono alcuni di essi e ne caddero in un solo giorno ventitremila. 9Non mettiamo alla prova il Signore, come fecero alcuni di essi, e caddero vittime dei serpenti. 10Non mormorate, come mormorarono alcuni di essi, e caddero vittime dello sterminatore. 11Tutte queste cose però accaddero a loro come esempio, e sono state scritte per ammonimento nostro, di noi per i quali è arrivata la fine dei tempi. 12Quindi, chi crede di stare in piedi, guardi di non cadere. 13Nessuna tentazione vi ha finora sorpresi se non umana; infatti Dio è fedele e non permetterà che siate tentati oltre le vostre forze, ma con la tentazione vi darà anche la via d'uscita e la forza per sopportarla.

14Perciò, o miei cari, fuggite l'idolatria. 15Parlo come a persone intelligenti; giudicate voi stessi quello che dico: 16il calice della benedizione che noi benediciamo, non è forse comunione con il sangue di Cristo? E il pane che noi spezziamo, non è forse comunione con il corpo di Cristo? 17Poiché c'è un solo pane, noi, pur essendo molti, siamo un corpo solo: tutti infatti partecipiamo dell'unico pane. 18Guardate Israele secondo la carne: quelli che mangiano le vittime sacrificali non sono forse in comunione con l'altare?

19Che cosa dunque intendo dire? Che la carne immolata agli idoli è qualche cosa? O che un idolo è qualche cosa? 20No, ma dico che i sacrifici dei pagani sono fatti a demòni e non a Dio. Ora, io non voglio che voi entriate in comunione con i demòni; 21non potete bere il calice del Signore e il calice dei demòni; non potete partecipare alla mensa del Signore e alla mensa dei demòni. 22O vogliamo provocare la gelosia del Signore? Siamo forse più forti di lui?

23"Tutto è lecito!". Ma non tutto è utile! "Tutto è lecito!". Ma non tutto edifica. 24Nessuno cerchi l'utile proprio, ma quello altrui. 25Tutto ciò che è in vendita sul mercato, mangiatelo pure senza indagare per motivo di coscienza, 26perché del Signore è la terra e tutto ciò che essa contiene.

27Se qualcuno non credente vi invita e volete andare, mangiate tutto quello che vi viene posto davanti, senza fare questioni per motivo di coscienza. 28Ma se qualcuno vi dicesse: "È carne immolata in sacrificio", astenetevi dal mangiarne, per riguardo a colui che vi ha avvertito e per motivo di coscienza; 29della coscienza, dico, non tua, ma dell'altro. Per qual motivo, infatti, questa mia libertà dovrebbe esser sottoposta al giudizio della coscienza altrui? 30Se io con rendimento di grazie partecipo alla mensa, perché dovrei essere biasimato per quello di cui rendo grazie?

31Sia dunque che mangiate sia che beviate sia che facciate qualsiasi altra cosa, fate tutto per la gloria di Dio. 32Non date motivo di scandalo né ai Giudei, né ai Greci, né alla Chiesa di Dio; 33così come io mi sforzo di piacere a tutti in tutto, senza cercare l'utile mio ma quello di molti, perché giungano alla salvezza.


Il Pastore d'Erma - I precetti: Quarto precetto: Il pentimento è saggezza

XXX (2), 1. Lo interrogai di nuovo dicendo: "Poiché il Signore mi ha stimato degno che tu abiti sempre con me, tollera ancora poche mie parole. Non so nulla e il mio cuore è indurito dalle mie azioni precedenti. Istruiscimi perché sono molto corto di mente e non capisco assolutamente nulla". 2. Rispondendo mi dice: "Sono preposto alla penitenza e rendo saggezza ai penitenti. Non ti sembra che lo stesso pentirsi sia una saggezza? Il pentirsi, dice, è una grande saggezza. Infatti, chi ha peccato comprende di aver fatto il male davanti al Signore. Risale al suo cuore l'azione che commise e si pente e più non compie il male, ma opera magnificamente il bene. Umilia la sua anima e la tormenta perché ha peccato. Considera dunque che il pentimento è una grande saggezza". 3. "Per questo, dico, o signore, a te domando ogni cosa. Prima, poiché sono peccatore, che io sappia quali opere fare per vivere. Molti e vari sono i miei peccati". 4. "Vivrai, mi risponde, se osserverai i miei precetti e in essi camminerai. Del resto chi ascolta e mette in pratica questi precetti, vivrà in Dio".

(Autore: Erma)

L'imitazione di Cristo: LA GIOIA DI UNA RETTA COSCIENZA

Gloria dell'uomo retto è la testimonianza della buona coscienza. Cerca d'avere una coscienza pura, e sarai sempre lieto. Una coscienza pura aiuta molto a sopportare tante cose ed è piena di letizia in mezzo alle avversità. La cattiva coscienza, invece, è sempre timorosa ed inquieta. Dolce sarà il tuo riposo, se il tuo cuore non ti rimorderà di nulla.6Non rallegrarti, se non quando avrai fatto del bene. I cattivi non hanno mai la vera gioia e non assaporano la pace dell'anima, perché "non c'é pace per gli empi" (Is 48,22), dice il Signore. E se essi diranno: "Noi siamo in pace, non c'incoglieranno disgrazie; e chi oserà farci del male?", tu non credere, perché si leverà improvvisa la collera di Dio e le loro opere saranno annientate, ed i loro piani saranno dispersi. Per chi ama Dio non riesce gravoso gloriarsi nelle sofferenze: gloriarsi in tal modo è gloriarsi nella croce del Signore.Effimera è la gloria che si dà o si riceve dagli uomini.

E la tristezza accompagna sempre la gloria del mondo. Invece, la gloria dei giusti sta nella loro coscienza, e non sulla bocca degli uomini. La letizia dei giusti viene da Dio ed è in Dio, ed il loro gaudio viene dalla verità. Chi aspira alla gloria vera ed eterna non si cura di quella temporale. Chi cerca, invece, la gloria temporale o almeno non la disprezza dal profondo dell'animo, fa vedere che ama meno quella celeste. Possiede grande serenità di spirito chi non bada né a lodi né a biasimi.

Sarà facilmente contento e tranquillo chi ha una coscienza monda. Non sei più santo se sei lodato, né più peccatore se sei disapprovato. Sei quello che sei, e non puoi essere detto più grande di quanto tu sei agli occhi di Dio. Se fai bene attenzione a ciò che tu sei dentro di te, non ti curerai di quello che possano dire di te gli uomini. L’uomo vede le apparenze; Dio, invece, vede nel cuore. L'uomo guarda alle azioni esterne; Dio, invece, pesa le intenzioni. Agire sempre bene ed avere un modesto concetto di sé, è segno d'umiltà di spirito. Non volere conforti da alcuna creatura è segno di grande purezza e d'intima confidenza in Dio. Chi non cerca fuori di sé alcuna testimonianza, s'abbandona tutto, chiaramente, a Dio. Infatti - dice San Paolo - "Non colui che si raccomanda da sé viene approvato, ma colui che Dio raccomanda" (2 Cor10,18). Procedere interiormente con Dio, e non essere trattenuto da alcuna affezione terrena: questo è lo stato d'animo dell'uomo spirituale.