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Giovedi, 28 marzo 2024 - Misteri luminosi - San Castore di Tarso ( Letture di oggi )

Don Nikola Vucic:Una persona umile e povera in spirito, che ha piantato il suo cuore in Dio, non ha nulla da perdere: niente e nessuno potrà rubare la serena pace della sua anima. La prima cosa che conquista è la obiettività e il senso della realtà. I successi, gli applausi, non la emozionano più di tanto; gli insuccessi, i fischi, non la turbano. Il suo animo permane stabile davanti alle calunnie come davanti agli elogi. È libera da sé stessa perciò è incrollabile davanti alla volubilita' della vita. È una figura cesellata dallo spirito del Vangelo, ricolma di soavita', pazienza, dolcezza ed equilibrio. È una persona di alta qualità.

LETTURE A CASO

Gv 6,1-70

1Dopo questi fatti, Gesù andò all'altra riva del mare di Galilea, cioè di Tiberìade, 2e una grande folla lo seguiva, vedendo i segni che faceva sugli infermi. 3Gesù salì sulla montagna e là si pose a sedere con i suoi discepoli. 4Era vicina la Pasqua, la festa dei Giudei. 5Alzati quindi gli occhi, Gesù vide che una grande folla veniva da lui e disse a Filippo: "Dove possiamo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare?". 6Diceva così per metterlo alla prova; egli infatti sapeva bene quello che stava per fare. 7Gli rispose Filippo: "Duecento denari di pane non sono sufficienti neppure perchéeacute; ognuno possa riceverne un pezzo". 8Gli disse allora uno dei discepoli, Andrea, fratello di Simon Pietro: 9"C'è qui un ragazzo che ha cinque pani d'orzo e due pesci; ma che cos'è questo per tanta gente?". 10Rispose Gesù: "Fateli sedere". C'era molta erba in quel luogo. Si sedettero dunque ed erano circa cinquemila uomini. 11Allora Gesù prese i pani e, dopo aver reso grazie, li distribuì a quelli che si erano seduti, e lo stesso fece dei pesci, finché ne vollero. 12E quando furono saziati, disse ai discepoli: "Raccogliete i pezzi avanzati, perché nulla vada perduto". 13Li raccolsero e riempirono dodici canestri con i pezzi dei cinque pani d'orzo, avanzati a coloro che avevano mangiato.

14Allora la gente, visto il segno che egli aveva compiuto, cominciò a dire: "Questi è davvero il profeta che deve venire nel mondo!". 15Ma Gesù, sapendo che stavano per venire a prenderlo per farlo re, si ritirò di nuovo sulla montagna, tutto solo.

16Venuta intanto la sera, i suoi discepoli scesero al mare 17e, saliti in una barca, si avviarono verso l'altra riva in direzione di Cafàrnao. Era ormai buio, e Gesù non era ancora venuto da loro. 18Il mare era agitato, perché soffiava un forte vento. 19Dopo aver remato circa tre o quattro miglia, videro Gesù che camminava sul mare e si avvicinava alla barca, ed ebbero paura. 20Ma egli disse loro: "Sono io, non temete". 21Allora vollero prenderlo sulla barca e rapidamente la barca toccò la riva alla quale erano diretti.

22Il giorno dopo, la folla, rimasta dall'altra parte del mare, notò che c'era una barca sola e che Gesù non era salito con i suoi discepoli sulla barca, ma soltanto i suoi discepoli erano partiti. 23Altre barche erano giunte nel frattempo da Tiberìade, presso il luogo dove avevano mangiato il pane dopo che il Signore aveva reso grazie. 24Quando dunque la folla vide che Gesù non era più là e nemmeno i suoi discepoli, salì sulle barche e si diresse alla volta di Cafàrnao alla ricerca di Gesù. 25Trovatolo di là dal mare, gli dissero: "Rabbì, quando sei venuto qua?".

26Gesù rispose: "In verità, in verità vi dico, voi mi cercate non perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati. 27Procuratevi non il cibo che perisce, ma quello che dura per la vita eterna, e che il Figlio dell'uomo vi darà. Perché su di lui il Padre, Dio, ha messo il suo sigillo". 28Gli dissero allora: "Che cosa dobbiamo fare per compiere le opere di Dio?". 29Gesù rispose: "Questa è l'opera di Dio: credere in colui che egli ha mandato".

30Allora gli dissero: "Quale segno dunque tu fai perché vediamo e possiamo crederti? Quale opera compi? 31I nostri padri hanno mangiato la manna nel deserto, come sta scritto: Diede loro da mangiare un pane dal cielo". 32Rispose loro Gesù: "In verità, in verità vi dico: non Mosè vi ha dato il pane dal cielo, ma il Padre mio vi dà il pane dal cielo, quello vero; 33il pane di Dio è colui che discende dal cielo e dà la vita al mondo". 34Allora gli dissero: "Signore, dacci sempre questo pane". 35Gesù rispose: "Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà più fame e chi crede in me non avrà più sete. 36Vi ho detto però che voi mi avete visto e non credete. 37Tutto ciò che il Padre mi dà, verrà a me; colui che viene a me, non lo respingerò, 38perché sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato. 39E questa è la volontà di colui che mi ha mandato, che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato, ma lo risusciti nell'ultimo giorno. 40Questa infatti è la volontà del Padre mio, che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; io lo risusciterò nell'ultimo giorno".

41Intanto i Giudei mormoravano di lui perché aveva detto: "Io sono il pane disceso dal cielo". 42E dicevano: "Costui non è forse Gesù, il figlio di Giuseppe? Di lui conosciamo il padre e la madre. Come può dunque dire: Sono disceso dal cielo?".

43Gesù rispose: "Non mormorate tra di voi. 44Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato; e io lo risusciterò nell'ultimo giorno. 45Sta scritto nei profeti: E tutti saranno ammaestrati da Dio. Chiunque ha udito il Padre e ha imparato da lui, viene a me. 46Non che alcuno abbia visto il Padre, ma solo colui che viene da Dio ha visto il Padre. 47In verità, in verità vi dico: chi crede ha la vita eterna.

48Io sono il pane della vita. 49I vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti; 50questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia. 51Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo".

52Allora i Giudei si misero a discutere tra di loro: "Come può costui darci la sua carne da mangiare?". 53Gesù disse: "In verità, in verità vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell'uomo e non bevete il suo sangue, non avrete in voi la vita. 54Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell'ultimo giorno. 55Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda. 56Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue dimora in me e io in lui. 57Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia di me vivrà per me. 58Questo è il pane disceso dal cielo, non come quello che mangiarono i padri vostri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno".

59Queste cose disse Gesù, insegnando nella sinagoga a Cafàrnao. 60Molti dei suoi discepoli, dopo aver ascoltato, dissero: "Questo linguaggio è duro; chi può intenderlo?". 61Gesù, conoscendo dentro di sé che i suoi discepoli proprio di questo mormoravano, disse loro: "Questo vi scandalizza? 62E se vedeste il Figlio dell'uomo salire là dov'era prima? 63È lo Spirito che dà la vita, la carne non giova a nulla; le parole che vi ho dette sono spirito e vita. 64Ma vi sono alcuni tra voi che non credono". Gesù infatti sapeva fin da principio chi erano quelli che non credevano e chi era colui che lo avrebbe tradito. 65E continuò: "Per questo vi ho detto che nessuno può venire a me, se non gli è concesso dal Padre mio".

66Da allora molti dei suoi discepoli si tirarono indietro e non andavano più con lui.

67Disse allora Gesù ai Dodici: "Forse anche voi volete andarvene?". 68Gli rispose Simon Pietro: "Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna; 69noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio". 70Rispose Gesù: "Non ho forse scelto io voi, i Dodici? Eppure uno di voi è un diavolo!". Egli parlava di Giuda, figlio di Simone Iscariota: questi infatti stava per tradirlo, uno dei Dodici.


Un Vangelo commentato a caso

Vangelo Lc 13,1-9: Se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo.

Gal 3,1-29

1O stolti Gàlati, chi mai vi ha ammaliati, proprio voi agli occhi dei quali fu rappresentato al vivo Gesù Cristo crocifisso? 2Questo solo io vorrei sapere da voi: è per le opere della legge che avete ricevuto lo Spirito o per aver creduto alla predicazione? 3Siete così privi d'intelligenza che, dopo aver incominciato con lo Spirito, ora volete finire con la carne? 4Tante esperienze le avete fatte invano? Se almeno fosse invano! 5Colui che dunque vi concede lo Spirito e opera portenti in mezzo a voi, lo fa grazie alle opere della legge o perché avete creduto alla predicazione?

6Fu così che Abramo ebbe fede in Dio e gli fu accreditato come giustizia. 7Sappiate dunque che figli di Abramo sono quelli che vengono dalla fede. 8E la Scrittura, prevedendo che Dio avrebbe giustificato i pagani per la fede, preannunziò ad Abramo questo lieto annunzio: In te saranno benedette tutte le genti. 9Di conseguenza, quelli che hanno la fede vengono benedetti insieme ad Abramo che credette. 10Quelli invece che si richiamano alle opere della legge, stanno sotto la maledizione, poiché sta scritto: Maledetto chiunque non rimane fedele a tutte le cose scritte nel libro della legge per praticarle. 11E che nessuno possa giustificarsi davanti a Dio per la legge risulta dal fatto che il giusto vivrà in virtù della fede. 12Ora la legge non si basa sulla fede; al contrario dice che chi praticherà queste cose, vivrà per esse. 13Cristo ci ha riscattati dalla maledizione della legge, diventando lui stesso maledizione per noi, come sta scritto: Maledetto chi pende dal legno, 14perché in Cristo Gesù la benedizione di Abramo passasse alle genti e noi ricevessimo la promessa dello Spirito mediante la fede.

15Fratelli, ecco, vi faccio un esempio comune: un testamento legittimo, pur essendo solo un atto umano, nessuno lo dichiara nullo o vi aggiunge qualche cosa. 16Ora è appunto ad Abramo e alla sua discendenza che furon fatte le promesse. Non dice la Scrittura: "e ai tuoi discendenti", come se si trattasse di molti, ma e alla tua discendenza, come a uno solo, cioè Cristo. 17Ora io dico: un testamento stabilito in precedenza da Dio stesso, non può dichiararlo nullo una legge che è venuta quattrocentotrenta anni dopo, annullando così la promessa. 18Se infatti l'eredità si ottenesse in base alla legge, non sarebbe più in base alla promessa; Dio invece concesse il suo favore ad Abramo mediante la promessa.

19Perché allora la legge? Essa fu aggiunta per le trasgressioni, fino alla venuta della discendenza per la quale era stata fatta la promessa, e fu promulgata per mezzo di angeli attraverso un mediatore. 20Ora non si dà mediatore per una sola persona e Dio è uno solo. 21La legge è dunque contro le promesse di Dio? Impossibile! Se infatti fosse stata data una legge capace di conferire la vita, la giustificazione scaturirebbe davvero dalla legge; 22la Scrittura invece ha rinchiuso ogni cosa sotto il peccato, perché ai credenti la promessa venisse data in virtù della fede in Gesù Cristo.

23Prima però che venisse la fede, noi eravamo rinchiusi sotto la custodia della legge, in attesa della fede che doveva essere rivelata. 24Così la legge è per noi come un pedagogo che ci ha condotto a Cristo, perché fossimo giustificati per la fede. 25Ma appena è giunta la fede, noi non siamo più sotto un pedagogo. 26Tutti voi infatti siete figli di Dio per la fede in Cristo Gesù, 27poiché quanti siete stati battezzati in Cristo, vi siete rivestiti di Cristo. 28Non c'è più giudeo né greco; non c'è più schiavo né libero; non c'è più uomo né donna, poiché tutti voi siete uno in Cristo Gesù. 29E se appartenete a Cristo, allora siete discendenza di Abramo, eredi secondo la promessa.


Lettere ascetiche : 115

Quando desideri fare elemosina, e il pensiero ti mette il dubbio se non sia meglio il non farla, esamina il tuo pensiero e se ti accorgi che il dubbio nasce dall'avarizia, dà un po' di più di quanto avevi intenzione di dare.

(Autore: San Barsanufio e Giovanni)

L'imitazione di Cristo: BISOGNA ESAMINARE LA PROPRIA COSCIENZA E PROPORRE DI CORREGGERSI

PAROLE DELL'AMATO
Occorre, soprattutto, che il Sacerdote di Dio s'accosti a celebrare, somministrare e ricevere questo Sacramento con somma umiltà di cuore, con supplice riverenza, con piena fede e con devota intenzione di dare gloria a Dio. Esamina attentamente la tua coscienza e, per quanto puoi, purificala e rendila limpida con sincera contrizione ed umile confessione, in modo che nulla di grave tu abbia, o sappia d'avere, che ti dia rimorso e t'impedisca d'accostarti liberamente al Sacramento.

Abbi dolore di tutti i tuoi peccati in generale e, maggiormente, devi affliggerti e piangere in particolare le tue mancanze quotidiane. Quindi, se ne hai il tempo, confessa a Dio nel segreto del cuore tutte quante le miserie delle tue passioni. Piangi e pentiti d'essere ancora tanto schiavo della carne e del mondo; Così poco mortificato nelle passioni, così pieno di stimoli della concupiscenza; Così poco vigilante sui sensi esterni, così spesso impigliato in molte vane fantasie; Così fortemente inclinato verso le cose esteriori, così trascurato in quelle interiori; Così facile al riso ed alla dissipazione, così restio al pianto e alla compunzione; Così pronto alla rilassatezza e alle comodità materiali, così pigro all'austerità e al fervore; Così curioso d'udire novità e vedere cose belle, così lento ad abbracciare cose umili e spregevoli; Così avido di possedere molto, così parco nel dare, così tenace nel tenere per te; Così sconsiderato nel parlare, così incapace di tacere; Così sregolato nel trattare, così inopportuno nell'agire; Così intemperante nel cibo, così sordo alla parola di Dio; Così lesto al riposo, così tardo alla fatica; Così attento alle vane parole, così sonnacchioso nelle sacre veglie; Così impaziente di vederne la fine, così svogliato nell'attendervi; Così negligente nel recitare l'Ufficio divino, così tiepido nella celebrazione della Messa, così arido nel comunicarti; Così facilmente distratto, così di rado pienamente raccolto; Così rapidamente mosso all'ira, così facile a dare dispiacere agli altri; Così proclive a giudicare, così aspro nel criticare; Così gaio nelle vicende prospere, così abbattuto nelle avversità; Così spesso pieno di molti buoni propositi, così poco costante nel tradurli in pratica. Quando, con dolore e con grande amarezza per la tua fragilità, avrai confessato e pianto questi e gli altri tuoi difetti, proponi risolutamente d'emendare per sempre la tua vita e di progredire verso il meglio.

Poi, con un atto di piena donazione e di ferma volontà, offri te stesso sull'altare del tuo cuore a gloria del mio nome, quale olocausto perpetuo, affidando a Me completamente il tuo corpo e la tua anima; Cosicché tu meriti d'offrire degnamente a Dio il Sacrificio Eucaristico e di ricevere con frutto il Sacramento del mio Corpo. Non c'è, infatti, un'offerta più degna né una riparazione più grande per cancellare i peccati, che offrire puramente ed interamente se stesso a Dio insieme con l'offerta del Corpo di Cristo, nella Messa e nella Comunione. Se l'uomo avrà fatto quanto può e si sarà veramente pentito, ogni volta che verrà a Me per ottenere il perdono e la grazia, "Io vivo, dice il Signore, e non voglio la morte del peccatore, ma che si converta e viva" (Ez 33,11), "poiché più non mi ricorderò dei suoi peccati (Eb 10,17), ma tutti gli saranno rimessi.