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Giovedi, 28 marzo 2024 - Misteri luminosi - San Castore di Tarso ( Letture di oggi )

San Francesco di Sales:Scegliete di morire mille volte, piuttosto che amare qualcosa più che Dio.

LETTURE A CASO

Lc 2,1-52

1In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. 2Questo primo censimento fu fatto quando era governatore della Siria Quirinio. 3Andavano tutti a farsi registrare, ciascuno nella sua città. 4Anche Giuseppe, che era della casa e della famiglia di Davide, dalla città di Nàzaret e dalla Galilea salì in Giudea alla città di Davide, chiamata Betlemme, 5per farsi registrare insieme con Maria sua sposa, che era incinta. 6Ora, mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. 7Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia, perché non c'era posto per loro nell'albergo.

8C'erano in quella regione alcuni pastori che vegliavano di notte facendo la guardia al loro gregge. 9Un angelo del Signore si presentò davanti a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande spavento, 10ma l'angelo disse loro: "Non temete, ecco vi annunzio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: 11oggi vi è nato nella città di Davide un salvatore, che è il Cristo Signore. 12Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, che giace in una mangiatoia". 13E subito apparve con l'angelo una moltitudine dell'esercito celeste che lodava Dio e diceva:

14"Gloria a Dio nel più alto dei cieli
e pace in terra agli uomini che egli ama".

15Appena gli angeli si furono allontanati per tornare al cielo, i pastori dicevano fra loro: "Andiamo fino a Betlemme, vediamo questo avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere". 16Andarono dunque senz'indugio e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, che giaceva nella mangiatoia. 17E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro. 18Tutti quelli che udirono, si stupirono delle cose che i pastori dicevano. 19Maria, da parte sua, serbava tutte queste cose meditandole nel suo cuore.

20I pastori poi se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com'era stato detto loro.

21Quando furon passati gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dall'angelo prima di essere concepito nel grembo della madre.

22Quando venne il tempo della loro purificazione secondo la Legge di Mosè, portarono il bambino a Gerusalemme per offrirlo al Signore, 23come è scritto nella Legge del Signore: ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore; 24e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o di giovani colombi, come prescrive la Legge del Signore.

25Ora a Gerusalemme c'era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e timorato di Dio, che aspettava il conforto d'Israele; 26lo Spirito Santo che era sopra di lui, gli aveva preannunziato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Messia del Signore. 27Mosso dunque dallo Spirito, si recò al tempio; e mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per adempiere la Legge, 28lo prese tra le braccia e benedisse Dio:

29"Ora lascia, o Signore, che il tuo servo
vada in pace secondo la tua parola;
30perché i miei occhi han visto la tua salvezza,
31preparata da te davanti a tutti i popoli,
32luce per illuminare le genti
e gloria del tuo popolo Israele".

33Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. 34Simeone li benedisse e parlò a Maria, sua madre: "Egli è qui per la rovina e la risurrezione di molti in Israele, segno di contraddizione 35perché siano svelati i pensieri di molti cuori. E anche a te una spada trafiggerà l'anima".

36C'era anche una profetessa, Anna, figlia di Fanuèle, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto col marito sette anni dal tempo in cui era ragazza, 37era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. 38Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme.

39Quando ebbero tutto compiuto secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nàzaret. 40Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era sopra di lui.

41I suoi genitori si recavano tutti gli anni a Gerusalemme per la festa di Pasqua. 42Quando egli ebbe dodici anni, vi salirono di nuovo secondo l'usanza; 43ma trascorsi i giorni della festa, mentre riprendevano la via del ritorno, il fanciullo Gesù rimase a Gerusalemme, senza che i genitori se ne accorgessero. 44Credendolo nella carovana, fecero una giornata di viaggio, e poi si misero a cercarlo tra i parenti e i conoscenti; 45non avendolo trovato, tornarono in cerca di lui a Gerusalemme. 46Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai dottori, mentre li ascoltava e li interrogava. 47E tutti quelli che l'udivano erano pieni di stupore per la sua intelligenza e le sue risposte. 48Al vederlo restarono stupiti e sua madre gli disse: "Figlio, perché ci hai fatto così? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo". 49Ed egli rispose: "Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?". 50Ma essi non compresero le sue parole.

51Partì dunque con loro e tornò a Nàzaret e stava loro sottomesso. Sua madre serbava tutte queste cose nel suo cuore. 52E Gesù cresceva in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini.


Un Vangelo commentato a caso

Vangelo Lc 2,16-21: I pastori trovarono Maria e Giuseppe e il bambino. Dopo otto giorni gli fu messo nome Gesù.

At 26,1-32

1Agrippa disse a Paolo: "Ti è concesso di parlare a tua difesa". Allora Paolo, stesa la mano, si difese così: 2"Mi considero fortunato, o re Agrippa, di potermi discolpare da tutte le accuse di cui sono incriminato dai Giudei, oggi qui davanti a te, 3che conosci a perfezione tutte le usanze e questioni riguardanti i Giudei. Perciò ti prego di ascoltarmi con pazienza. 4La mia vita fin dalla mia giovinezza, vissuta tra il mio popolo e a Gerusalemme, la conoscono tutti i Giudei; 5essi sanno pure da tempo, se vogliono renderne testimonianza, che, come fariseo, sono vissuto nella setta più rigida della nostra religione. 6Ed ora mi trovo sotto processo a causa della speranza nella promessa fatta da Dio ai nostri padri, 7e che le nostre dodici tribù sperano di vedere compiuta, servendo Dio notte e giorno con perseveranza. Di questa speranza, o re, sono ora incolpato dai Giudei! 8Perché è considerato inconcepibile fra di voi che Dio risusciti i morti?

9Anch'io credevo un tempo mio dovere di lavorare attivamente contro il nome di Gesù il Nazareno, 10come in realtà feci a Gerusalemme; molti dei fedeli li rinchiusi in prigione con l'autorizzazione avuta dai sommi sacerdoti e, quando venivano condannati a morte, anch'io ho votato contro di loro. 11In tutte le sinagoghe cercavo di costringerli con le torture a bestemmiare e, infuriando all'eccesso contro di loro, davo loro la caccia fin nelle città straniere.

12In tali circostanze, mentre stavo andando a Damasco con autorizzazione e pieni poteri da parte dei sommi sacerdoti, verso mezzogiorno 13vidi sulla strada, o re, una luce dal cielo, più splendente del sole, che avvolse me e i miei compagni di viaggio. 14Tutti cademmo a terra e io udii dal cielo una voce che mi diceva in ebraico: Saulo, Saulo, perché mi perseguiti? Duro è per te ricalcitrare contro il pungolo. 15E io dissi: Chi sei, o Signore? E il Signore rispose: Io sono Gesù, che tu perseguiti. 16Su, alzati e rimettiti in piedi; ti sono apparso infatti per costituirti ministro e testimone di quelle cose che hai visto e di quelle per cui ti apparirò ancora. 17Per questo ti libererò dal popolo e dai pagani, ai quali ti mando 18ad aprir loro gli occhi, perché passino dalle tenebre alla luce e dal potere di satana a Dio e ottengano la remissione dei peccati e l'eredità in mezzo a coloro che sono stati santificati per la fede in me.

19Pertanto, o re Agrippa, io non ho disobbedito alla visione celeste; 20ma prima a quelli di Damasco, poi a quelli di Gerusalemme e in tutta la regione della Giudea e infine ai pagani, predicavo di convertirsi e di rivolgersi a Dio, comportandosi in maniera degna della conversione. 21Per queste cose i Giudei mi assalirono nel tempio e tentarono di uccidermi. 22Ma l'aiuto di Dio mi ha assistito fino a questo giorno, e posso ancora rendere testimonianza agli umili e ai grandi. Null'altro io affermo se non quello che i profeti e Mosè dichiararono che doveva accadere, 23che cioè il Cristo sarebbe morto, e che, primo tra i risorti da morte, avrebbe annunziato la luce al popolo e ai pagani".

24Mentr'egli parlava così in sua difesa, Festo a gran voce disse: "Sei pazzo, Paolo; la troppa scienza ti ha dato al cervello!". 25E Paolo: "Non sono pazzo, disse, eccellentissimo Festo, ma sto dicendo parole vere e sagge. 26Il re è al corrente di queste cose e davanti a lui parlo con franchezza. Penso che niente di questo gli sia sconosciuto, poiché non sono fatti accaduti in segreto. 27Credi, o re Agrippa, nei profeti? So che ci credi". 28E Agrippa a Paolo: "Per poco non mi convinci a farmi cristiano!". 29 E Paolo: "Per poco o per molto, io vorrei supplicare Dio che non soltanto tu, ma quanti oggi mi ascoltano diventassero così come sono io, eccetto queste catene!".

30Si alzò allora il re e con lui il governatore, Berenìce, e quelli che avevano preso parte alla seduta 31e avviandosi conversavano insieme e dicevano: "Quest'uomo non ha fatto nulla che meriti la morte o le catene". 32E Agrippa disse a Festo: "Costui poteva essere rimesso in libertà, se non si fosse appellato a Cesare".


La Città di Dio: Libro VI - Il politeismo e il problema della salvezza: Il mito di Ercole e Laurentina.

7. 2. Infatti anche gli spiriti maligni non sono venuti meno alla propria opera nel confermare queste nefaste credenze ingannando le coscienze umane. A proposito si ha un episodio. Un custode del tempio di Ercole nel suo giorno di riposo giocò da solo con i dadi. Usando l'una e l'altra mano, ad una di esse assegnò Ercole, all'altra se stesso, a questa condizione che se avesse vinto lui, coi proventi del tempio si sarebbe pagata una cena e avrebbe condotto l'amante; se invece si fosse avuta la vittoria di Ercole, col proprio denaro avrebbe offerto la medesima cosa allo spasso di Ercole. Essendosi vinto da sé, ma secondo il patto da Ercole, offrì al dio la cena dovuta e la bellissima cortigiana Larentina. Lei dormì nel tempio e sognò che Ercole le si era unito e le aveva detto anche che, uscendo di lì, avrebbe avuto la paga dal giovane che per primo avesse incontrato. Lei doveva credere che le fosse stata sborsata da Ercole. Mentre si allontanava le si fece incontro Taruzio, un giovane ricchissimo, che la tenne con sé come amante per lungo tempo. Alla sua morte divenne erede. Ed ella, conseguita l'ingente ricchezza, per non sembrare ingrata alla paga del dio e pensando di fare una cosa gradita alla divinità, costituì erede il popolo romano. Scomparve e si trovò il suo testamento. Narrano che per questa benemerenza meritò anche gli onori divini.

(Autore: Agostino di Ippona)

L'imitazione di Cristo: L'INTIMA AMICIZIA CON GESÙ

Quando Gesù è presente, c'è tutto il bene e nulla sembra difficile; quando Egli non è presente, tutto riesce gravoso. Quando Gesù non ci parla dentro, ogni conforto è vano; ma se Gesù dice anche una sola parola, si assapora un grande conforto. Maria Maddalena forse che non balzò subito dal luogo del suo pianto, quando Marta le disse: "Il Maestro è qui e ti chiama" (Gv 11,28)? Felice il momento in cui Gesù ci chiama dalle lacrime alle gioie dello spirito! Quanto arido e duro sei, senza Gesù! Quanto insensato e sciocco, se desideri qualche cosa d'altro, che non sia Gesù! Non è questo, forse, maggior danno che se tu perdessi il mondo intero? Che cosa ti può dare il mondo, se non hai Gesù? Essere senza Gesù è un tormento d'Inferno; essere con Gesù è una dolcezza di Paradiso.

Se Gesù sarà con te, nessun nemico ti potrà fare del male. Chi trova Gesù, trova un tesoro di beni; anzi, il Bene che è sopra ogni bene. E chi perde Gesù, perde infinitamente molto: più che se perdesse tutto il mondo. É infinitamente indigente chi vive senza Gesù; ricchissimo, chi sta saldamente con Gesù. È grande avvedutezza saper entrare in familiarità con Gesù; grande sapienza è saperselo conservare amico. Sii umile e mite, e Gesù sarà con te. Sii pio e tranquillo, e Gesù rimarrà con te. Puoi in un attimo allontanare da te Gesù e perdere la sua Grazia, se vorrai ripiegarti sulle cose esteriori. E se avrai cacciato e perduto Lui, da chi correrai per trovare rifugio, e chi potrai allora cercare come amico? Senza un vero amico, non ti è bella la vita; e se non hai come amico, sopra ogni altro, Gesù, sarai ben triste e desolato. Ti comporti, quindi, da stolto, se riponi in qualche altro la tua fiducia e la tua gioia.

È preferibile avere contrario il mondo intero, che Gesù offeso. Perciò, fra tutte le persone che ti sono care, sia Gesù tuo amato prediletto. Devono essere amati tutti per amore di Gesù, ma Gesù dev'essere amato per se stesso. Solo Gesù Cristo dev'essere amato d'un amore singolare, perché fra tutti gli amici Lui solo troviamo buono e fedele. Per Lui ed in Lui ti siano cari sia gli amici sia i nemici; e per tutti costoro Lo devi pregare, perché tutti Lo conoscano e Lo amino. Non desiderare mai d'essere particolarmente lodato od amato, perché questo spetta soltanto a Dio, che non ha alcuno simile a Sé. Non voler neppure che alcuno abbia il suo cuore occupato dall'affetto per te né che il tuo cuore sia occupato troppo dall'amore per qualcuno; ma sia con te, come in ogni uomo buono, Gesù.

Sii puro e libero interiormente senza ingombro d'alcuna creatura. Occorre che tu ti spogli di tutto e che porti a Dio un cuore puro, se vuoi essere libero e vedere "quanto è buono il Signore" (Sal 33,9). Veramente, a questo non giungerai, se non sarai stato prima prevenuto ed attratto dalla sua Grazia in modo che, estromesse e bandite tutte le cose terrene, tu ti unisca con Lui, da solo a solo. Quando, infatti, la Grazia di Dio viene nell'uomo, l'uomo è fatto capace di tutto; e quando, invece, la Grazia viene a mancare, l'uomo sarà povero e debole e quasi unicamente abbandonato al castigo. Anche in questo stato, tuttavia, egli non deve scoraggiarsi né disperare; ma serenamente deve conformarsi alla volontà di Dio e sopportare, a gloria di Gesù Cristo, tutto quello che gli accade: all'inverno segue l'estate, dopo la notte rispunta il giorno, dopo la burrasca torna una grande serenità.