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Giovedi, 28 marzo 2024 - Misteri luminosi - San Castore di Tarso ( Letture di oggi )

Santa Faustina Kowalska:Mi disse il Signore: «Figlia, quando t'accosti al Sacramento della Riconciliazione, a questa sorgente della mia misericordia, si riversano sulla tua anima il sangue e l'acqua scaturiti dal mio cuore. Perciò, ogni volta che tu vieni a riconciliarti con me per mezzo della confessione, immergiti in una fiducia illimitata e io riverserò in pieno la mia grazia su di te. Sappi che, quando t'accosti alla santa confessione, sono io ad aspettarti anche se mi servo del prete come schermo. Sono io, in realtà, ad agire dentro alla tua anima. Di' a tutti di attingere la mia grazia da una simile sorgente, usando il recipiente della fiducia più totale. Se la fiducia sarà grande, non metterò limiti alla mia misericordia».

LETTURE A CASO

Lc 4,1-44

1Gesù, pieno di Spirito Santo, si allontanò dal Giordano e fu condotto dallo Spirito nel deserto 2dove, per quaranta giorni, fu tentato dal diavolo. Non mangiò nulla in quei giorni; ma quando furono terminati ebbe fame. 3Allora il diavolo gli disse: "Se tu sei Figlio di Dio, di' a questa pietra che diventi pane". 4Gesù gli rispose: "Sta scritto: Non di solo pane vivrà l'uomo". 5Il diavolo lo condusse in alto e, mostrandogli in un istante tutti i regni della terra, gli disse: 6"Ti darò tutta questa potenza e la gloria di questi regni, perché è stata messa nelle mie mani e io la do a chi voglio. 7Se ti prostri dinanzi a me tutto sarà tuo". 8Gesù gli rispose: "Sta scritto: Solo al Signore Dio tuo ti prostrerai, lui solo adorerai". 9Lo condusse a Gerusalemme, lo pose sul pinnacolo del tempio e gli disse: "Se tu sei Figlio di Dio, buttati giù; 10sta scritto infatti:

Ai suoi angeli darà ordine per te,
perché essi ti custodiscano
;

11e anche:

essi ti sosterranno con le mani,
perché il tuo piede non inciampi in una pietra
".

12Gesù gli rispose: "È stato detto: Non tenterai il Signore Dio tuo". 13Dopo aver esaurito ogni specie di tentazione, il diavolo si allontanò da lui per ritornare al tempo fissato.

14Gesù ritornò in Galilea con la potenza dello Spirito Santo e la sua fama si diffuse in tutta la regione. 15Insegnava nelle loro sinagoghe e tutti ne facevano grandi lodi.

16Si recò a Nàzaret, dove era stato allevato; ed entrò, secondo il suo solito, di sabato nella sinagoga e si alzò a leggere. 17Gli fu dato il rotolo del profeta Isaia; apertolo trovò il passo dove era scritto:

18Lo Spirito del Signore è sopra di me;
per questo mi ha consacrato con l'unzione,
e mi ha mandato per annunziare ai poveri un lieto messaggio,
per proclamare ai prigionieri la liberazione
e ai ciechi la vista;
per rimettere in libertà gli oppressi
,
19e predicare un anno di grazia del Signore.

20Poi arrotolò il volume, lo consegnò all'inserviente e sedette. Gli occhi di tutti nella sinagoga stavano fissi sopra di lui. 21Allora cominciò a dire: "Oggi si è adempiuta questa Scrittura che voi avete udita con i vostri orecchi". 22Tutti gli rendevano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca e dicevano: "Non è il figlio di Giuseppe?". 23Ma egli rispose: "Di certo voi mi citerete il proverbio: Medico, cura te stesso. Quanto abbiamo udito che accadde a Cafàrnao, fàllo anche qui, nella tua patria!". 24Poi aggiunse: "Nessun profeta è bene accetto in patria. 25Vi dico anche: c'erano molte vedove in Israele al tempo di Elia, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese; 26ma a nessuna di esse fu mandato Elia, se non a una vedova in Sarepta di Sidone. 27C'erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Eliseo, ma nessuno di loro fu risanato se non Naaman, il Siro".

28All'udire queste cose, tutti nella sinagoga furono pieni di sdegno; 29si levarono, lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte sul quale la loro città era situata, per gettarlo giù dal precipizio. 30Ma egli, passando in mezzo a loro, se ne andò.

31Poi discese a Cafàrnao, una città della Galilea, e al sabato ammaestrava la gente. 32Rimanevano colpiti dal suo insegnamento, perché parlava con autorità. 33Nella sinagoga c'era un uomo con un demonio immondo e cominciò a gridare forte: 34"Basta! Che abbiamo a che fare con te, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? So bene chi sei: il Santo di Dio!". 35Gesù gli intimò: "Taci, esci da costui!". E il demonio, gettatolo a terra in mezzo alla gente, uscì da lui, senza fargli alcun male. 36Tutti furono presi da paura e si dicevano l'un l'altro: "Che parola è mai questa, che comanda con autorità e potenza agli spiriti immondi ed essi se ne vanno?". 37E si diffondeva la fama di lui in tutta la regione.

38Uscito dalla sinagoga entrò nella casa di Simone. La suocera di Simone era in preda a una grande febbre e lo pregarono per lei. 39Chinatosi su di lei, intimò alla febbre, e la febbre la lasciò. Levatasi all'istante, la donna cominciò a servirli.

40Al calar del sole, tutti quelli che avevano infermi colpiti da mali di ogni genere li condussero a lui. Ed egli, imponendo su ciascuno le mani, li guariva. 41Da molti uscivano demòni gridando: "Tu sei il Figlio di Dio!". Ma egli li minacciava e non li lasciava parlare, perché sapevano che era il Cristo.

42Sul far del giorno uscì e si recò in un luogo deserto. Ma le folle lo cercavano, lo raggiunsero e volevano trattenerlo perché non se ne andasse via da loro. 43Egli però disse: "Bisogna che io annunzi il regno di Dio anche alle altre città; per questo sono stato mandato". 44E andava predicando nelle sinagoghe della Giudea.


Un Vangelo commentato a caso

Vangelo Lc 12,13-21: Quello che hai preparato, di chi sarà?

Col 1,1-29

1Paolo, apostolo di Cristo Gesù per volontà di Dio, e il fratello Timòteo, 2ai santi e fedeli fratelli in Cristo dimoranti in Colossi grazia a voi e pace da Dio, Padre nostro!

3Noi rendiamo continuamente grazie a Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, nelle nostre preghiere per voi, 4per le notizie ricevute della vostra fede in Cristo Gesù, e della carità che avete verso tutti i santi, 5in vista della speranza che vi attende nei cieli. Di questa speranza voi avete già udito l'annunzio dalla parola di verità del vangelo 6che è giunto a voi, come pure in tutto il mondo fruttifica e si sviluppa; così anche fra voi dal giorno in cui avete ascoltato e conosciuto la grazia di Dio nella verità, 7che avete appresa da Èpafra, nostro caro compagno nel ministero; egli ci supplisce come un fedele ministro di Cristo, 8e ci ha pure manifestato il vostro amore nello Spirito.

9Perciò anche noi, da quando abbiamo saputo questo, non cessiamo di pregare per voi, e di chiedere che abbiate una conoscenza piena della sua volontà con ogni sapienza e intelligenza spirituale, 10perché possiate comportarvi in maniera degna del Signore, per piacergli in tutto, portando frutto in ogni opera buona e crescendo nella conoscenza di Dio; 11rafforzandovi con ogni energia secondo la potenza della sua gloria, per poter essere forti e pazienti in tutto; 12ringraziando con gioia il Padre che ci ha messi in grado di partecipare alla sorte dei santi nella luce.

13È lui infatti che ci ha liberati
dal potere delle tenebre
e ci ha trasferiti
nel regno del suo Figlio diletto,
14per opera del quale abbiamo la redenzione,
la remissione dei peccati.

15Egli è immagine del Dio invisibile,
generato prima di ogni creatura;
16poiché per mezzo di lui
sono state create tutte le cose,
quelle nei cieli e quelle sulla terra,
quelle visibili e quelle invisibili:
Troni, Dominazioni,
Principati e Potestà.
Tutte le cose sono state create
per mezzo di lui e in vista di lui.
17Egli è prima di tutte le cose
e tutte sussistono in lui.
18Egli è anche il capo del corpo, cioè della Chiesa;
il principio, il primogenito di coloro
che risuscitano dai morti,
per ottenere il primato su tutte le cose.
19Perché piacque a Dio
di fare abitare in lui ogni pienezza
20e per mezzo di lui riconciliare a sé tutte le cose,
rappacificando con il sangue della sua croce,
cioè per mezzo di lui,
le cose che stanno sulla terra e quelle nei cieli.

21E anche voi, che un tempo eravate stranieri e nemici con la mente intenta alle opere cattive che facevate, 22ora egli vi ha riconciliati per mezzo della morte del suo corpo di carne, per presentarvi santi, immacolati e irreprensibili al suo cospetto: 23purché restiate fondati e fermi nella fede e non vi lasciate allontanare dalla speranza promessa nel vangelo che avete ascoltato, il quale è stato annunziato ad ogni creatura sotto il cielo e di cui io, Paolo, sono diventato ministro.

24Perciò sono lieto delle sofferenze che sopporto per voi e completo nella mia carne quello che manca ai patimenti di Cristo, a favore del suo corpo che è la Chiesa. 25Di essa sono diventato ministro, secondo la missione affidatami da Dio presso di voi di realizzare la sua parola, 26cioè il mistero nascosto da secoli e da generazioni, ma ora manifestato ai suoi santi, 27ai quali Dio volle far conoscere la gloriosa ricchezza di questo mistero in mezzo ai pagani, cioè Cristo in voi, speranza della gloria. 28È lui infatti che noi annunziamo, ammonendo e istruendo ogni uomo con ogni sapienza, per rendere ciascuno perfetto in Cristo. 29Per questo mi affatico e lotto, con la forza che viene da lui e che agisce in me con potenza.


La Città di Dio: Libro II - Immoralità del politeismo: I successi di Silla mostrano...

24. 1. I tempi di Silla furono tali che al paragone si dovevano rimpiangere i precedenti, di cui egli sembrava il vendicatore. Dunque quando egli per la prima volta mosse l'accampamento verso Roma contro Mario, mentre immolava una vittima, le viscere gli apparvero, come scrive Livio, di tanto buon auspicio che l'aruspice Postumio volle essere messo in prigione per subire la pena di morte se Silla non avesse conseguito con l'aiuto degli dèi quello che si era proposto. Ecco un caso in cui gli dèi non si allontanarono abbandonando templi e altari, poiché predicevano un avvenimento e non si curavano affatto del ravvedimento di Silla. Promettevano col presagio un grande successo e non reprimevano con minacce una malvagia passione. In seguito mentre conduceva in Asia la guerra mitridatica, gli fu fatto dire da Giove mediante Lucio Tizio che avrebbe sconfitto Mitridate e così avvenne. Poi mentre si apprestava a tornare a Roma e a vendicare con una guerra civile le ingiustizie fatte a lui e a suoi partigiani, per mezzo di un soldato della sesta legione sempre da Giove gli fu mandato a dire che prima gli aveva predetto la vittoria su Mitridate e che adesso prometteva di dargli il potere con cui riavere dai nemici, con molto spargimento di sangue, il governo dello Stato. Allora Silla chiese quale figura fosse apparsa al soldato. Questi gliela descrisse ed egli ricordò che era la stessa descrittagli precedentemente da colui che gli aveva riferito l'annuncio di Giove riguardo alla vittoria su Mitridate.

Come si può giustificare il fatto che gli dèi si siano preoccupati di annunziare come fausti questi eventi e che nessuno di loro si sia curato di far ravvedere Silla, il quale stava per provocare sciagure molto gravi con scellerate guerre civili che non macchiavano ma addirittura distruggevano lo Stato? Naturalmente si deve pensare che i demoni, come spesso ho detto, come sappiamo dalla sacra Scrittura e come i fatti stessi dichiarano, esercitino la loro opera per esser considerati e adorati come dèi, per farsi presentare ossequi che vincolino i loro devoti al punto da avere con essi un pessimo capo d'accusa al giudizio di Dio.

(Autore: Agostino di Ippona)

L'imitazione di Cristo: ALLA SCUOLA DELLA VERITÀ

Beato colui che è istruito direttamente dalla Verità così com'è in se stessa, e non per mezzo di immagini incerte e di parole fuggevoli. Le nostre opinioni e le nostre impressioni spesso ci ingannano e afferrano ben poco della realtà. A che giovano le sottili disquisizioni su cose difficili ed oscure, per le quali al Giudizio di Dio non ci verrà fatta colpa d'averle ignorate? È grande stoltezza la nostra se, trascurando ciò che è utile e necessario, ci diamo con passione a curiosità dannose. "Abbiamo occhi e non vediamo!" (Ger 5,21). E che importa a noi dei "generi" e delle "specie" dei filosofi? Colui al quale parla il Verbo eterno, si rende libero dalla molteplicità delle opinioni umane. Dall'unico Verbo procedono tutte le cose, e tutte le cose esprimono quest'Uno; e questo è il Principio che parla anche a noi (Gv 8,25). Senza di Lui, nessuno può intendere o giudicare rettamente.

L'uomo, per il quale tutte le cose sono una cosa sola, e che tutte le vede nell'unico Dio, può godere di fermezza di cuore e riposa nella pace di Dio. Verità, che sei Dio, fammi una cosa sola con Te, in un Amore senza fine. Spesso, il molto che leggo e che ascolto m'annoia: in Te c'è tutto quello che voglio e che desidero. Davanti a Te, tacciano tutti i sapienti; alla tua presenza facciano silenzio tutte quante le creature. Tu solo parlami! Quanto più uno si raccoglierà in se stesso e si farà interiormente semplice, tanto più elevate e sublimi cose intende senza fatica, perché riceve dal Cielo la luce dell'intelligenza. Un'anima monda, semplice e costante non si dissipa in numerose occupazioni, perché tutto opera ad onore di Dio e, fuori d'ogni propria utilità, si sforza d'astenersi da ogni ricerca di sé. Che cosa ti è di impaccio e molestia, più che i tuoi desideri non mortificati?

L'uomo buono e pio dispone prima interiormente le opere che deve compiere all'esterno. Né esse lo trascinano secondo i desideri della viziosa inclinazione; ma è lui stesso che li piega secondo il dettame della retta ragione. Chi sostiene più aspra lotta di colui che si sforza di vincere se stesso? E questo dovrebbe essere il nostro impegno: vincere noi stessi, divenire ogni giorno superiori a noi stessi e progredire un poco nel perfezionamento del bene. Ogni perfezione, in questa vita, porta congiunta con sé qualche imperfezione, ed ogni nostra ricerca non manca di qualche punto oscuro.

L'umile conoscenza del tuo essere è via più sicura a Dio che non la profonda indagine scientifica. Non si deve biasimare la scienza o qualunque semplice cognizione delle cose, la quale, in sé considerata, è buona ed ordinata da Dio; ma sono sempre da preferirsi la retta coscienza e la vita virtuosa. Poiché, però, molti sono più bramosi di sapere che di vivere bene, per questo spesso sbagliano e dal loro sapere traggono frutto quasi nullo o scarso. Oh! se gli uomini, per estirpare i vizi e per coltivare le virtù, ponessero tanta diligenza quanta ne pongono per sollevare discussioni, non avverrebbero tanti mali e scandali nel popolo né tanta rilassatezza nei monasteri. Certamente, nel giorno del Giudizio non ci sarà domandato che cosa abbiamo letto, ma che cosa abbiamo fatto; né con quanta eleganza abbiamo parlato, ma quanto piamente siamo vissuti.

Dimmi: dove sono ora quei grand'uomini e quei maestri, che tu hai ben conosciuto quand'erano in vita e brillavano nel successo dei loro studi? Altri già godono le loro prebende, e non so se ad essi rivolgano nemmeno il pensiero. In vita sembrava che avessero grande importanza, ed ora che sono morti, non se ne parla più. Oh, quanto in fretta passa la gloria di questo mondo! Magari la loro vita fosse stata conforme al loro sapere! Allora si che avrebbero studiato ed insegnato con profitto! Quanti nel mondo si perdono a causa della loro vana scienza terrena, mentre poco si curano di servire Dio! E poiché preferiscono essere più grandi che umili, per questo vaneggiano nei loro ragionamenti.

Veramente grande è colui che possiede un grande amore di Dio. Veramente grande è colui che è piccolo dentro di sé e tiene in conto di nulla gli onori più alti. Veramente saggio è colui che, per guadagnarsi Cristo, considera come spazzatura tutte le cose della terra (Fil 3,8). E, in verità, è perfettamente dotto chi fa la volontà di Dio e rinuncia alla propria.