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Giovedi, 25 aprile 2024 - Misteri luminosi - San Marco ( Letture di oggi )

San Filippo Neri:Non voglio scrupoli, non voglio malinconie. Scrupoli e malinconie, lontani da casa mia.

LETTURE A CASO

Mt 14,1-36

1In quel tempo il tetrarca Erode ebbe notizia della fama di Gesù. 2Egli disse ai suoi cortigiani: "Costui è Giovanni il Battista risuscitato dai morti; per ciò la potenza dei miracoli opera in lui".

3Erode aveva arrestato Giovanni e lo aveva fatto incatenare e gettare in prigione per causa di Erodìade, moglie di Filippo suo fratello. 4Giovanni infatti gli diceva: "Non ti è lecito tenerla!". 5Benché Erode volesse farlo morire, temeva il popolo perché lo considerava un profeta.

6Venuto il compleanno di Erode, la figlia di Erodìade danzò in pubblico e piacque tanto a Erode 7che egli le promise con giuramento di darle tutto quello che avesse domandato. 8Ed essa, istigata dalla madre, disse: "Dammi qui, su un vassoio, la testa di Giovanni il Battista". 9Il re ne fu contristato, ma a causa del giuramento e dei commensali ordinò che le fosse data 10e mandò a decapitare Giovanni nel carcere. 11La sua testa venne portata su un vassoio e fu data alla fanciulla, ed ella la portò a sua madre. 12I suoi discepoli andarono a prendere il cadavere, lo seppellirono e andarono a informarne Gesù.

13Udito ciò, Gesù partì di là su una barca e si ritirò in disparte in un luogo deserto. Ma la folla, saputolo, lo seguì a piedi dalle città. 14Egli, sceso dalla barca, vide una grande folla e sentì compassione per loro e guarì i loro malati.

15Sul far della sera, gli si accostarono i discepoli e gli dissero: "Il luogo è deserto ed è ormai tardi; congeda la folla perché vada nei villaggi a comprarsi da mangiare". 16Ma Gesù rispose: "Non occorre che vadano; date loro voi stessi da mangiare". 17Gli risposero: "Non abbiamo che cinque pani e due pesci!". 18Ed egli disse: "Portatemeli qua". 19E dopo aver ordinato alla folla di sedersi sull'erba, prese i cinque pani e i due pesci e, alzati gli occhi al cielo, pronunziò la benedizione, spezzò i pani e li diede ai discepoli e i discepoli li distribuirono alla folla. 20Tutti mangiarono e furono saziati; e portarono via dodici ceste piene di pezzi avanzati. 21Quelli che avevano mangiato erano circa cinquemila uomini, senza contare le donne e i bambini.

22Subito dopo ordinò ai discepoli di salire sulla barca e di precederlo sull'altra sponda, mentre egli avrebbe congedato la folla. 23Congedata la folla, salì sul monte, solo, a pregare. Venuta la sera, egli se ne stava ancora solo lassù.

24La barca intanto distava già qualche miglio da terra ed era agitata dalle onde, a causa del vento contrario. 25Verso la fine della notte egli venne verso di loro camminando sul mare. 26I discepoli, a vederlo camminare sul mare, furono turbati e dissero: "È un fantasma" e si misero a gridare dalla paura. 27Ma subito Gesù parlò loro: "Coraggio, sono io, non abbiate paura". 28Pietro gli disse: "Signore, se sei tu, comanda che io venga da te sulle acque". 29Ed egli disse: "Vieni!". Pietro, scendendo dalla barca, si mise a camminare sulle acque e andò verso Gesù. 30Ma per la violenza del vento, s'impaurì e, cominciando ad affondare, gridò: "Signore, salvami!". 31E subito Gesù stese la mano, lo afferrò e gli disse: "Uomo di poca fede, perché hai dubitato?".

32Appena saliti sulla barca, il vento cessò. 33Quelli che erano sulla barca gli si prostrarono davanti, esclamando: "Tu sei veramente il Figlio di Dio!".

34Compiuta la traversata, approdarono a Genèsaret. 35E la gente del luogo, riconosciuto Gesù, diffuse la notizia in tutta la regione; gli portarono tutti i malati, 36e lo pregavano di poter toccare almeno l'orlo del suo mantello. E quanti lo toccavano guarivano.


Un Vangelo commentato a caso

Vangelo Mc 1,14-20: Convertitevi e credete al vangelo.

At 22,1-30

1"Fratelli e padri, ascoltate la mia difesa davanti a voi". 2Quando sentirono che parlava loro in lingua ebraica, fecero silenzio ancora di più. 3Ed egli continuò: "Io sono un Giudeo, nato a Tarso di Cilicia, ma cresciuto in questa città, formato alla scuola di Gamalièle nelle più rigide norme della legge paterna, pieno di zelo per Dio, come oggi siete tutti voi. 4Io perseguitai a morte questa nuova dottrina, arrestando e gettando in prigione uomini e donne, 5come può darmi testimonianza il sommo sacerdote e tutto il collegio degli anziani. Da loro ricevetti lettere per i nostri fratelli di Damasco e partii per condurre anche quelli di là come prigionieri a Gerusalemme, per essere puniti.

6Mentre ero in viaggio e mi avvicinavo a Damasco, verso mezzogiorno, all'improvviso una gran luce dal cielo rifulse attorno a me; 7caddi a terra e sentii una voce che mi diceva: Saulo, Saulo, perché mi perseguiti? 8Risposi: Chi sei, o Signore? Mi disse: Io sono Gesù il Nazareno, che tu perseguiti. 9Quelli che erano con me videro la luce, ma non udirono colui che mi parlava. 10Io dissi allora: Che devo fare, Signore? E il Signore mi disse: Alzati e prosegui verso Damasco; là sarai informato di tutto ciò che è stabilito che tu faccia. 11E poiché non ci vedevo più, a causa del fulgore di quella luce, guidato per mano dai miei compagni, giunsi a Damasco.

12Un certo Ananìa, un devoto osservante della legge e in buona reputazione presso tutti i Giudei colà residenti, 13venne da me, mi si accostò e disse: Saulo, fratello, torna a vedere! E in quell'istante io guardai verso di lui e riebbi la vista. 14Egli soggiunse: Il Dio dei nostri padri ti ha predestinato a conoscere la sua volontà, a vedere il Giusto e ad ascoltare una parola dalla sua stessa bocca, 15perché gli sarai testimone davanti a tutti gli uomini delle cose che hai visto e udito. 16E ora perché aspetti? Alzati, ricevi il battesimo e lavati dai tuoi peccati, invocando il suo nome.

17Dopo il mio ritorno a Gerusalemme, mentre pregavo nel tempio, fui rapito in estasi 18e vidi Lui che mi diceva: Affrettati ed esci presto da Gerusalemme, perché non accetteranno la tua testimonianza su di me. 19E io dissi: Signore, essi sanno che facevo imprigionare e percuotere nella sinagoga quelli che credevano in te; 20quando si versava il sangue di Stefano, tuo testimone, anch'io ero presente e approvavo e custodivo i vestiti di quelli che lo uccidevano. 21Allora mi disse: Va', perché io ti manderò lontano, tra i pagani".

22Fino a queste parole erano stati ad ascoltarlo, ma allora alzarono la voce gridando: "Toglilo di mezzo; non deve più vivere!". 23E poiché continuavano a urlare, a gettar via i mantelli e a lanciar polvere in aria, 24il tribuno ordinò di portarlo nella fortezza, prescrivendo di interrogarlo a colpi di flagello al fine di sapere per quale motivo gli gridavano contro in tal modo.

25Ma quando l'ebbero legato con le cinghie, Paolo disse al centurione che gli stava accanto: "Potete voi flagellare un cittadino romano, non ancora giudicato?". 26Udito ciò, il centurione corse a riferire al tribuno: "Che cosa stai per fare? Quell'uomo è un romano!". 27Allora il tribuno si recò da Paolo e gli domandò: "Dimmi, tu sei cittadino romano?". Rispose: "Sì". 28Replicò il tribuno: "Io questa cittadinanza l'ho acquistata a caro prezzo". Paolo disse: "Io, invece, lo sono di nascita!". 29E subito si allontanarono da lui quelli che dovevano interrogarlo. Anche il tribuno ebbe paura, rendendosi conto che Paolo era cittadino romano e che lui lo aveva messo in catene.

30Il giorno seguente, volendo conoscere la realtà dei fatti, cioè il motivo per cui veniva accusato dai Giudei, gli fece togliere le catene e ordinò che si riunissero i sommi sacerdoti e tutto il sinedrio; vi fece condurre Paolo e lo presentò davanti a loro.


La Città di Dio: Libro II - Immoralità del politeismo: Gli dèi romani non danno leggi.

16. Se i Romani avessero potuto ricevere leggi morali dai propri dèi, non avrebbero dopo alcuni anni dalla fondazione di Roma preso in prestito dagli Ateniesi le leggi di Solone. Tuttavia non le conservarono come le avevano ricevute ma si sforzarono di renderle migliori e più perfette. Eppure Licurgo aveva fantasticato di avere stabilito le leggi per gli Spartani con l'autorità di Apollo. I Romani da saggi che erano non vollero crederlo e per questo non le derivarono da lui. Si tramanda che Numa Pompilio, successore di Romolo nel regno, stabilì alcune leggi che non erano affatto sufficienti per amministrare lo Stato. Egli organizzò anche molti riti religiosi ma non si dice che abbia ricevuto le leggi dalle divinità. Dunque gli dèi non si preoccuparono affatto che capitassero ai loro adoratori mali spirituali, mali sociali, mali morali; eppure sono mali tanto grandi che, secondo l'affermazione di alcuni loro uomini dottissimi, pur rimanendo le città, gli Stati sono annientati. Anzi, come è stato detto dianzi, gli dèi si diedero da fare perché i mali aumentassero.

(Autore: Agostino di Ippona)

L'imitazione di Cristo: L'AMORE DI SÉ RALLENTA MOLTISSIMO IL PASSO VERSO IL SOMMO BENE

PAROLE DEL SIGNORE
Figlio, bisogna che tu dia tutto, per avere tutto e per non appartenere più in nulla a te stesso. Sappi che l'amore di te stesso ti danneggia più che qualunque altra cosa del mondo. Qualsivoglia cosa sta più o meno attaccata a te, a seconda dell'amore e dell'affetto che le porti. Ma se il tuo amore sarà puro, semplice e conforme alla volontà mia, non subirai la schiavitù delle cose. Non desiderare ciò che non ti è lecito possedere; non volere ciò che può esserti d'impaccio, togliendoti la libertà interiore. È cosa strana che tu non t'affidi a Me, dal profondo del cuore, con tutto te stesso e con tutte le cose che puoi desiderare od avere.

Perché ti struggi in vana tristezza? Perché t'affatichi con affanni superflui? Sta' a quello che dispongo Io, e non subirai alcun danno. Se cerchi questa o quest'altra cosa; se vorrai essere qui o là, per conseguire maggiormente il tuo vantaggio e per assecondare il tuo piacere, non sarai mai in pace né libero da ansietà, perché in ogni cosa si troverà qualche manchevolezza e dappertutto ci sarà chi ti contrasta. Giova, pertanto, non l'acquisto o l'accrescimento d'un qualsiasi bene esteriore; giova, invece, ciò che è da noi disprezzato e reciso radicalmente dal cuore.

E non intendere che questo valga soltanto per la stima, per il danaro e per le ricchezze; devi intendere che vale anche per gli onori tanto ambiti e per le vane lodi desiderate: cose tutte che passano con il passare di questo mondo. Poca sicurezza dà il luogo in cui ti trovi, se ti manca il fervore spirituale. Né durerà a lungo quella pace che hai cercata fuori di te, se ti manca il vero fondamento della fermezza del cuore; voglio dire: se non ti sarai saldamente unito a Me, potrai, si, cambiare posto, ma non diventare migliore. In verità, se ti si ripresenta l'occasione e la accogli, troverai quello che avevi fuggito, ancora di più.

PREGHIERA PER OTTENERE LA PURIFICAZIONE DEL CUORE E LA CELESTE SAPIENZA

PAROLE DEL DISCEPOLO

Fortificami, o Dio, con la Grazia dello Spirito Santo; Fa' che per la tua virtù mi corrobori nella vita interiore; fa' che il mio cuore si liberi da ogni inutile sollecitudine ed ansietà e non si lasci trascinare dai vari desideri di cosa alcuna, di poco valore o preziosa che sia; fa' ch'io sappia riguardare tutte le cose come passeggere e me pure passeggero con esse. Nulla, infatti, è durevole sotto il sole, dove "tutto è vanità e un inseguire il vento" (Qo 1,14). Oh, quanto è saggio chi ragiona così!

Dammi, o Signore, la sapienza celeste, perché impari a cercare e trovare Te, sopra ogni cosa; apprenda a gustare ed amare Te, soprattutto; apprenda a considerare tutto il resto com'è in realtà, secondo le disposizioni della sapienza tua.Dammi la prudenza, perché io sappia tenere lontano chi mi lusinga; la pazienza, perché io sopporti chi mi contrasta. Questa è, infatti, grande saggezza: non lasciarsi smuovere da ogni soffio di parole e non prestare orecchio alla sirena che perfidamente lusinga. Intrapresa in tal modo la strada, si prosegue il cammino con sicurezza.