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Martedi, 23 aprile 2024 - Misteri dolorosi - San Giorgio ( Letture di oggi )

San Giovanni Bosco:Dicono alcuni che per comunicarsi spesso bisogna essere santi. Non è vero. Questo è un inganno! La comunione è per chi vuol farsi santo, non per i santi; i rimedi si danno ai malati, il cibo si dà ai deboli.

LETTURE A CASO

Lc 11,1-53

1Un giorno Gesù si trovava in un luogo a pregare e quando ebbe finito uno dei discepoli gli disse: "Signore, insegnaci a pregare, come anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli". 2Ed egli disse loro: "Quando pregate, dite:

Padre, sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno;
3dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano,
4e perdonaci i nostri peccati,
perché anche noi perdoniamo ad ogni nostro debitore,
e non ci indurre in tentazione".

5Poi aggiunse: "Se uno di voi ha un amico e va da lui a mezzanotte a dirgli: Amico, prestami tre pani, 6perché è giunto da me un amico da un viaggio e non ho nulla da mettergli davanti; 7e se quegli dall'interno gli risponde: Non m'importunare, la porta è già chiusa e i miei bambini sono a letto con me, non posso alzarmi per darteli; 8vi dico che, se anche non si alzerà a darglieli per amicizia, si alzerà a dargliene quanti gliene occorrono almeno per la sua insistenza.

9Ebbene io vi dico: Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. 10Perché chi chiede ottiene, chi cerca trova, e a chi bussa sarà aperto. 11Quale padre tra voi, se il figlio gli chiede un pane, gli darà una pietra? O se gli chiede un pesce, gli darà al posto del pesce una serpe? 12O se gli chiede un uovo, gli darà uno scorpione? 13Se dunque voi, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro celeste darà lo Spirito Santo a coloro che glielo chiedono!".

14Gesù stava scacciando un demonio che era muto. Uscito il demonio, il muto cominciò a parlare e le folle rimasero meravigliate. 15Ma alcuni dissero: "È in nome di Beelzebùl, capo dei demòni, che egli scaccia i demòni". 16Altri poi, per metterlo alla prova, gli domandavano un segno dal cielo. 17Egli, conoscendo i loro pensieri, disse: "Ogni regno diviso in se stesso va in rovina e una casa cade sull'altra. 18Ora, se anche satana è diviso in se stesso, come potrà stare in piedi il suo regno? Voi dite che io scaccio i demòni in nome di Beelzebùl. 19Ma se io scaccio i demòni in nome di Beelzebùl, i vostri discepoli in nome di chi li scacciano? Perciò essi stessi saranno i vostri giudici. 20Se invece io scaccio i demòni con il dito di Dio, è dunque giunto a voi il regno di Dio.

21Quando un uomo forte, bene armato, fa la guardia al suo palazzo, tutti i suoi beni stanno al sicuro. 22Ma se arriva uno più forte di lui e lo vince, gli strappa via l'armatura nella quale confidava e ne distribuisce il bottino.

23Chi non è con me, è contro di me; e chi non raccoglie con me, disperde.

24Quando lo spirito immondo esce dall'uomo, si aggira per luoghi aridi in cerca di riposo e, non trovandone, dice: Ritornerò nella mia casa da cui sono uscito. 25Venuto, la trova spazzata e adorna. 26Allora va, prende con sé altri sette spiriti peggiori di lui ed essi entrano e vi alloggiano e la condizione finale di quell'uomo diventa peggiore della prima".

27Mentre diceva questo, una donna alzò la voce di mezzo alla folla e disse: "Beato il ventre che ti ha portato e il seno da cui hai preso il latte!". 28Ma egli disse: "Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano!".

29Mentre le folle si accalcavano, Gesù cominciò a dire: "Questa generazione è una generazione malvagia; essa cerca un segno, ma non le sarà dato nessun segno fuorché il segno di Giona. 30Poiché come Giona fu un segno per quelli di Nìnive, così anche il Figlio dell'uomo lo sarà per questa generazione. 31La regina del sud sorgerà nel giudizio insieme con gli uomini di questa generazione e li condannerà; perché essa venne dalle estremità della terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco, ben più di Salomone c'è qui. 32Quelli di Nìnive sorgeranno nel giudizio insieme con questa generazione e la condanneranno; perché essi alla predicazione di Giona si convertirono. Ed ecco, ben più di Giona c'è qui.

33Nessuno accende una lucerna e la mette in luogo nascosto o sotto il moggio, ma sopra il lucerniere, perché quanti entrano vedano la luce. 34La lucerna del tuo corpo è l'occhio. Se il tuo occhio è sano, anche il tuo corpo è tutto nella luce; ma se è malato, anche il tuo corpo è nelle tenebre. 35Bada dunque che la luce che è in te non sia tenebra. 36Se il tuo corpo è tutto luminoso senza avere alcuna parte nelle tenebre, tutto sarà luminoso, come quando la lucerna ti illumina con il suo bagliore".

37Dopo che ebbe finito di parlare, un fariseo lo invitò a pranzo. Egli entrò e si mise a tavola. 38Il fariseo si meravigliò che non avesse fatto le abluzioni prima del pranzo. 39Allora il Signore gli disse: "Voi farisei purificate l'esterno della coppa e del piatto, ma il vostro interno è pieno di rapina e di iniquità. 40Stolti! Colui che ha fatto l'esterno non ha forse fatto anche l'interno? 41Piuttosto date in elemosina quel che c'è dentro, ed ecco, tutto per voi sarà mondo. 42Ma guai a voi, farisei, che pagate la decima della menta, della ruta e di ogni erbaggio, e poi trasgredite la giustizia e l'amore di Dio. Queste cose bisognava curare senza trascurare le altre. 43Guai a voi, farisei, che avete cari i primi posti nelle sinagoghe e i saluti sulle piazze. 44Guai a voi perché siete come quei sepolcri che non si vedono e la gente vi passa sopra senza saperlo".

45Uno dei dottori della legge intervenne: "Maestro, dicendo questo, offendi anche noi". 46Egli rispose: "Guai anche a voi, dottori della legge, che caricate gli uomini di pesi insopportabili, e quei pesi voi non li toccate nemmeno con un dito! 47Guai a voi, che costruite i sepolcri dei profeti, e i vostri padri li hanno uccisi. 48Così voi date testimonianza e approvazione alle opere dei vostri padri: essi li uccisero e voi costruite loro i sepolcri. 49Per questo la sapienza di Dio ha detto: Manderò a loro profeti e apostoli ed essi li uccideranno e perseguiteranno; 50perché sia chiesto conto a questa generazione del sangue di tutti i profeti, versato fin dall'inizio del mondo, 51dal sangue di Abele fino al sangue di Zaccaria, che fu ucciso tra l'altare e il santuario. Sì, vi dico, ne sarà chiesto conto a questa generazione. 52Guai a voi, dottori della legge, che avete tolto la chiave della scienza. Voi non siete entrati, e a quelli che volevano entrare l'avete impedito".

53Quando fu uscito di là, gli scribi e i farisei cominciarono a trattarlo ostilmente e a farlo parlare su molti argomenti, 54tendendogli insidie, per sorprenderlo in qualche parola uscita dalla sua stessa bocca.


Un Vangelo commentato a caso

Vangelo Lc 3,10-18: E noi che cosa dobbiamo fare?

2 Cor 9,1-15

1Riguardo poi a questo servizio in favore dei santi, è superfluo che ve ne scriva. 2Conosco infatti bene la vostra buona volontà, e ne faccio vanto con i Macèdoni dicendo che l'Acaia è pronta fin dallo scorso anno e già molti sono stati stimolati dal vostro zelo. 3I fratelli poi li ho mandati perché il nostro vanto per voi su questo punto non abbia a dimostrarsi vano, ma siate realmente pronti, come vi dicevo, perché 4non avvenga che, venendo con me alcuni Macèdoni, vi trovino impreparati e noi dobbiamo arrossire, per non dire anche voi, di questa nostra fiducia. 5Ho quindi ritenuto necessario invitare i fratelli a recarsi da voi prima di me, per organizzare la vostra offerta già promessa, perché essa sia pronta come una vera offerta e non come una spilorceria.

6Tenete a mente che chi semina scarsamente, scarsamente raccoglierà e chi semina con larghezza, con larghezza raccoglierà. 7Ciascuno dia secondo quanto ha deciso nel suo cuore, non con tristezza né per forza, perché Dio ama chi dona con gioia. 8Del resto, Dio ha potere di far abbondare in voi ogni grazia perché, avendo sempre il necessario in tutto, possiate compiere generosamente tutte le opere di bene, 9come sta scritto:

ha largheggiato, ha dato ai poveri;
la sua giustizia dura in eterno
.

10Colui che somministra il seme al seminatore e il pane per il nutrimento, somministrerà e moltiplicherà anche la vostra semente e farà crescere i frutti della vostra giustizia. 11Così sarete ricchi per ogni generosità, la quale poi farà salire a Dio l'inno di ringraziamento per mezzo nostro. 12Perché l'adempimento di questo servizio sacro non provvede soltanto alle necessità dei santi, ma ha anche maggior valore per i molti ringraziamenti a Dio. 13A causa della bella prova di questo servizio essi ringrazieranno Dio per la vostra obbedienza e accettazione del vangelo di Cristo, e per la generosità della vostra comunione con loro e con tutti; 14e pregando per voi manifesteranno il loro affetto a causa della straordinaria grazia di Dio effusa sopra di voi. 15Grazie a Dio per questo suo ineffabile dono!


La Città di Dio: Libro VI - Il politeismo e il problema della salvezza: Varrone stesso fa capire che è invenzione umana.

4. 2. La giustificazione di Varrone nel confessare di aver parlato prima dei valori culturali e poi di quelli religiosi, per il fatto che questi sono stati istituiti dagli uomini, è la seguente: Come, egli dice, il pittore è prima del quadro e il muratore prima dell'edificio, così le città sono prima delle cose istituite dalle città. Afferma inoltre che prima avrebbe scritto degli dèi e poi degli uomini se avesse scritto dell'universale natura degli dèi, quasi che nell'opera parli di una particolare e non universale natura, ovvero come se anche la particolare natura degli dèi, quantunque non universale, non debba essere anteriore a quella degli uomini. Per quale motivo dunque negli ultimi tre libri, trattando esaurientemente degli dèi certi, incerti e scelti non omette, come è evidente, nessuna natura divina? Ci chiediamo dunque quale significato abbia questa sua frase: Se scrivessi sulla universale natura degli dèi e degli uomini, prima di accennare all'umanità, avrei trattato a fondo della divinità. Infatti o tratta dell'universale o particolare natura degli dèi o non ne tratta affatto. Se tratta dell'universale natura, essa deve essere trattata prima della cultura; se al contrario della particolare, per quale motivo anche essa non dovrebbe esser prima della cultura?. Forseché una qualche caratteristica degli dèi è immeritevole di essere considerata prima dell'universale natura umana? E se è eccessivo onore che una qualche caratteristica divina si tratti prima dell'universale cultura umana, forse quella caratteristica è meritevole dell'onore almeno per i Romani. Varrone scrisse infatti i libri della cultura non in riferimento al mondo ma alla sola Roma. Ha affermato tuttavia di averli giustamente anteposti alla compilazione dei libri sulla religione, come il pittore al quadro e il muratore all'edificio. Così veniva ad ammettere apertamente che anche certi valori religiosi, sull'esempio della pittura e della costruzione, sono stati istituiti dagli uomini. Rimane che non ha inteso affatto parlare di una qualche natura divina ma che non l'ha voluto dichiarare apertamente e l'ha lasciato capire a chi poteva. Il significato comune del termine "non ogni" è "qualche" ma può essere anche "nessuna", perché una cosa che è "nessuna" è tanto "non ogni" che "non qualche". Infatti se, come Varrone stesso dice, la natura degli dèi di cui parla fosse l'universale, ne avrebbe dovuto trattare prima della cultura; ed anche se, come la verità stessa afferma malgrado il silenzio di Varrone, non fosse universale ma particolare, dovrebbe certamente venir prima della cultura romana; al contrario viene giustamente dopo; dunque non c'è affatto. Pertanto non intese anteporre la cultura alla religione ma non anteporre la leggenda ai fatti storici. Nel trattare infatti della cultura si conformò alla storia, mentre nel trattare di quella che definisce religione si conformò soltanto alle invenzioni della leggenda. Questo è indubbiamente quanto con sottile intenzione ha voluto mostrare non soltanto nel trattare della religione dopo della cultura ma anche nell'addurre la ragione per cui lo ha fatto. Se l'avesse taciuta, questo suo modo di procedere da qualcuno sarebbe stato forse interpretato in altro senso. Ma nella giustificazione che ne ha dato, non ha permesso ad alcuno di interpretare arbitrariamente e ha mostrato assai chiaramente che gli uomini hanno posto se stessi prima dei propri istituti e non l'umanità prima della divinità. Ha confessato così di avere scritto i libri della religione non sulla base della verità che compete alla natura ma della finzione che compete all'errore. Altrove ha dichiarato più apertamente, come ho ricordato nel quarto libro, che avrebbe scritto secondo la norma della natura se avesse fondato egli stesso una nuova città, ma poiché si era trovato in una vecchia città era stato costretto a seguirne l'usanza.

(Autore: Agostino di Ippona)

L'imitazione di Cristo: DOBBIAMO RIMETTERE OGNI NOSTRA PREOCCUPAZIONE NELLE MANI DI DIO

PAROLE DEL SIGNORE
Figlio, lascia ch'Io faccia con te quello che voglio: Io so quello che ti è necessario. Tu pensi da uomo; tu hai pensieri umani in molte cose, come ti suggerisce l'umano sentimento.

PAROLE DEL DISCEPOLO
Quello che Tu dici, o Signore, è vero. La tua sollecitudine per me è maggiore di quella ch'io posso avere per me stesso. Chi non rimette ogni sua preoccupazione in Te, si affida troppo al caso. Signore, purché la mia volontà si conservi sempre retta e stabilmente unita a Te, fa' di me qualunque cosa Ti sarà piaciuta. Infatti, qualunque cosa farai a mio riguardo non può essere che il bene. Se Tu vuoi ch'io giaccia nelle tenebre dello spirito, sii benedetto; se invece mi vuoi nella luce, sii Tu ancora benedetto. Se Ti degni di darmi consolazioni, sii Tu benedetto; se invece mi vuoi far soffrire, sii Tu parimenti e sempre benedetto.

PAROLE DEL SIGNORE
Figlio, se desideri camminare con Me, devi comportarti proprio così. Devi essere disposto tanto a patire, quanto a godere. Devi essere volentieri indigente e povero tanto, quanto saresti lieto nell'abbondanza e nella ricchezza.

PAROLE DEL DISCEPOLO
Signore, volentieri soffrirò per tuo amore qualunque cosa vorrai che mi succeda. Voglio accettare dalla tua mano, con lo stesso animo, il bene ed il male, la dolcezza e l'amarezza, la gioia ed il dolore; e voglio renderTi grazie per tutte le cose che mi possono accadere. Preservami da ogni peccato, e non temerò né la morte né l'Inferno. Purché Tu non mi respinga per sempre e non mi cancelli dal libro della Vita, non mi potrà nuocere qualunque tribolazione mi sopravvenga.