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Mercoledi, 24 aprile 2024 - Misteri gloriosi - San Fedele da Sigmaringen ( Letture di oggi )

Madre Teresa di Calcutta:La gioia è la migliore difesa contro le tentazioni. Il demonio è portatore di polvere e sudiciume; si serve di ogni occasione per scagliarci contro quello che ha. Un cuore lieto sa come difendersi da questo sudiciu­me. Gesù può prendere pieno possesso della nostra anima soltanto se essa si abbandona a lui con gioia. « Un santo triste è un tristo santo-», era solito dire San Francesco di Sales. Santa Teresa era preoccupata per le sue Sorelle solamente quando vedeva una di esse perdere la gioia.

LETTURE A CASO

Lc 4,1-44

1Gesù, pieno di Spirito Santo, si allontanò dal Giordano e fu condotto dallo Spirito nel deserto 2dove, per quaranta giorni, fu tentato dal diavolo. Non mangiò nulla in quei giorni; ma quando furono terminati ebbe fame. 3Allora il diavolo gli disse: "Se tu sei Figlio di Dio, di' a questa pietra che diventi pane". 4Gesù gli rispose: "Sta scritto: Non di solo pane vivrà l'uomo". 5Il diavolo lo condusse in alto e, mostrandogli in un istante tutti i regni della terra, gli disse: 6"Ti darò tutta questa potenza e la gloria di questi regni, perché è stata messa nelle mie mani e io la do a chi voglio. 7Se ti prostri dinanzi a me tutto sarà tuo". 8Gesù gli rispose: "Sta scritto: Solo al Signore Dio tuo ti prostrerai, lui solo adorerai". 9Lo condusse a Gerusalemme, lo pose sul pinnacolo del tempio e gli disse: "Se tu sei Figlio di Dio, buttati giù; 10sta scritto infatti:

Ai suoi angeli darà ordine per te,
perché essi ti custodiscano
;

11e anche:

essi ti sosterranno con le mani,
perché il tuo piede non inciampi in una pietra
".

12Gesù gli rispose: "È stato detto: Non tenterai il Signore Dio tuo". 13Dopo aver esaurito ogni specie di tentazione, il diavolo si allontanò da lui per ritornare al tempo fissato.

14Gesù ritornò in Galilea con la potenza dello Spirito Santo e la sua fama si diffuse in tutta la regione. 15Insegnava nelle loro sinagoghe e tutti ne facevano grandi lodi.

16Si recò a Nàzaret, dove era stato allevato; ed entrò, secondo il suo solito, di sabato nella sinagoga e si alzò a leggere. 17Gli fu dato il rotolo del profeta Isaia; apertolo trovò il passo dove era scritto:

18Lo Spirito del Signore è sopra di me;
per questo mi ha consacrato con l'unzione,
e mi ha mandato per annunziare ai poveri un lieto messaggio,
per proclamare ai prigionieri la liberazione
e ai ciechi la vista;
per rimettere in libertà gli oppressi
,
19e predicare un anno di grazia del Signore.

20Poi arrotolò il volume, lo consegnò all'inserviente e sedette. Gli occhi di tutti nella sinagoga stavano fissi sopra di lui. 21Allora cominciò a dire: "Oggi si è adempiuta questa Scrittura che voi avete udita con i vostri orecchi". 22Tutti gli rendevano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca e dicevano: "Non è il figlio di Giuseppe?". 23Ma egli rispose: "Di certo voi mi citerete il proverbio: Medico, cura te stesso. Quanto abbiamo udito che accadde a Cafàrnao, fàllo anche qui, nella tua patria!". 24Poi aggiunse: "Nessun profeta è bene accetto in patria. 25Vi dico anche: c'erano molte vedove in Israele al tempo di Elia, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese; 26ma a nessuna di esse fu mandato Elia, se non a una vedova in Sarepta di Sidone. 27C'erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Eliseo, ma nessuno di loro fu risanato se non Naaman, il Siro".

28All'udire queste cose, tutti nella sinagoga furono pieni di sdegno; 29si levarono, lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte sul quale la loro città era situata, per gettarlo giù dal precipizio. 30Ma egli, passando in mezzo a loro, se ne andò.

31Poi discese a Cafàrnao, una città della Galilea, e al sabato ammaestrava la gente. 32Rimanevano colpiti dal suo insegnamento, perché parlava con autorità. 33Nella sinagoga c'era un uomo con un demonio immondo e cominciò a gridare forte: 34"Basta! Che abbiamo a che fare con te, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? So bene chi sei: il Santo di Dio!". 35Gesù gli intimò: "Taci, esci da costui!". E il demonio, gettatolo a terra in mezzo alla gente, uscì da lui, senza fargli alcun male. 36Tutti furono presi da paura e si dicevano l'un l'altro: "Che parola è mai questa, che comanda con autorità e potenza agli spiriti immondi ed essi se ne vanno?". 37E si diffondeva la fama di lui in tutta la regione.

38Uscito dalla sinagoga entrò nella casa di Simone. La suocera di Simone era in preda a una grande febbre e lo pregarono per lei. 39Chinatosi su di lei, intimò alla febbre, e la febbre la lasciò. Levatasi all'istante, la donna cominciò a servirli.

40Al calar del sole, tutti quelli che avevano infermi colpiti da mali di ogni genere li condussero a lui. Ed egli, imponendo su ciascuno le mani, li guariva. 41Da molti uscivano demòni gridando: "Tu sei il Figlio di Dio!". Ma egli li minacciava e non li lasciava parlare, perché sapevano che era il Cristo.

42Sul far del giorno uscì e si recò in un luogo deserto. Ma le folle lo cercavano, lo raggiunsero e volevano trattenerlo perché non se ne andasse via da loro. 43Egli però disse: "Bisogna che io annunzi il regno di Dio anche alle altre città; per questo sono stato mandato". 44E andava predicando nelle sinagoghe della Giudea.


Un Vangelo commentato a caso

Vangelo Mt 17, 1-9: Il suo volto brillò come il sole.

At 4,1-37

1Stavano ancora parlando al popolo, quando sopraggiunsero i sacerdoti, il capitano del tempio e i sadducei, 2irritati per il fatto che essi insegnavano al popolo e annunziavano in Gesù la risurrezione dai morti. 3Li arrestarono e li portarono in prigione fino al giorno dopo, dato che era ormai sera. 4Molti però di quelli che avevano ascoltato il discorso credettero e il numero degli uomini raggiunse circa i cinquemila.

5Il giorno dopo si radunarono in Gerusalemme i capi, gli anziani e gli scribi, 6il sommo sacerdote Anna, Caifa, Giovanni, Alessandro e quanti appartenevano a famiglie di sommi sacerdoti. 7Fattili comparire davanti a loro, li interrogavano: "Con quale potere o in nome di chi avete fatto questo?". 8Allora Pietro, pieno di Spirito Santo, disse loro: "Capi del popolo e anziani, 9visto che oggi veniamo interrogati sul beneficio recato ad un uomo infermo e in qual modo egli abbia ottenuto la salute, 10la cosa sia nota a tutti voi e a tutto il popolo d'Israele: nel nome di Gesù Cristo il Nazareno, che voi avete crocifisso e che Dio ha risuscitato dai morti, costui vi sta innanzi sano e salvo. 11Questo Gesù è

la pietra che, scartata da voi, costruttori,
è diventata testata d'angolo.


12In nessun altro c'è salvezza; non vi è infatti altro nome dato agli uomini sotto il cielo nel quale è stabilito che possiamo essere salvati".

13Vedendo la franchezza di Pietro e di Giovanni e considerando che erano senza istruzione e popolani, rimanevano stupefatti riconoscendoli per coloro che erano stati con Gesù; 14quando poi videro in piedi vicino a loro l'uomo che era stato guarito, non sapevano che cosa rispondere. 15Li fecero uscire dal sinedrio e si misero a consultarsi fra loro dicendo: 16"Che dobbiamo fare a questi uomini? Un miracolo evidente è avvenuto per opera loro; esso è diventato talmente noto a tutti gli abitanti di Gerusalemme che non possiamo negarlo. 17Ma perché la cosa non si divulghi di più tra il popolo, diffidiamoli dal parlare più ad alcuno in nome di lui". 18E, richiamatili, ordinarono loro di non parlare assolutamente né di insegnare nel nome di Gesù. 19Ma Pietro e Giovanni replicarono: "Se sia giusto innanzi a Dio obbedire a voi più che a lui, giudicatelo voi stessi; 20noi non possiamo tacere quello che abbiamo visto e ascoltato". 21Quelli allora, dopo averli ulteriormente minacciati, non trovando motivi per punirli, li rilasciarono a causa del popolo, perché tutti glorificavano Dio per l'accaduto. 22L'uomo infatti sul quale era avvenuto il miracolo della guarigione aveva più di quarant'anni.

23Appena rimessi in libertà, andarono dai loro fratelli e riferirono quanto avevano detto i sommi sacerdoti e gli anziani. 24All'udire ciò, tutti insieme levarono la loro voce a Dio dicendo: "Signore, tu che hai creato il cielo, la terra, il mare e tutto ciò che è in essi, 25tu che per mezzo dello Spirito Santo dicesti per bocca del nostro padre, il tuo servo Davide:

Perché si agitarono le genti
e i popoli tramarono cose vane?
26Si sollevarono i re della terra
e i principi si radunarono insieme,
contro il Signore e contro il suo Cristo;


27davvero in questa città si radunarono insieme contro il tuo santo servo Gesù, che hai unto come Cristo, Erode e Ponzio Pilato con le genti e i popoli d'Israele, 28per compiere ciò che la tua mano e la tua volontà avevano preordinato che avvenisse. 29Ed ora, Signore, volgi lo sguardo alle loro minacce e concedi ai tuoi servi di annunziare con tutta franchezza la tua parola. 30Stendi la mano perché si compiano guarigioni, miracoli e prodigi nel nome del tuo santo servo Gesù".

31Quand'ebbero terminato la preghiera, il luogo in cui erano radunati tremò e tutti furono pieni di Spirito Santo e annunziavano la parola di Dio con franchezza.

32La moltitudine di coloro che eran venuti alla fede aveva un cuore solo e un'anima sola e nessuno diceva sua proprietà quello che gli apparteneva, ma ogni cosa era fra loro comune. 33Con grande forza gli apostoli rendevano testimonianza della risurrezione del Signore Gesù e tutti essi godevano di grande simpatia. 34Nessuno infatti tra loro era bisognoso, perché quanti possedevano campi o case li vendevano, portavano l'importo di ciò che era stato venduto 35e lo deponevano ai piedi degli apostoli; e poi veniva distribuito a ciascuno secondo il bisogno.

36Così Giuseppe, soprannominato dagli apostoli Bàrnaba, che significa "figlio dell'esortazione", un levita originario di Cipro, 37che era padrone di un campo, lo vendette e ne consegnò l'importo deponendolo ai piedi degli apostoli.


La Città di Dio: Libro V - Visione irrazionalista e razionalista della storia: Fra la prima e la seconda parte dell'opera.

26. 2. Ritengo quindi che ormai si deve polemizzare con coloro i quali, pienamente convinti dalle prove evidenti con cui si dimostra che per il conseguimento dei beni temporali, i soli che gli insipienti bramano di avere, non giova affatto la moltitudine degli dèi falsi, si arrabattano ad affermare che gli dèi non si devono adorare per i vantaggi della vita presente ma per quella che si avrà dopo la morte. Infatti penso di avere esaurientemente risposto con questi primi cinque libri a coloro che vogliono adorare esseri inesistenti in vista dei favori di questo mondo e con fanciullesco risentimento lamentano che non è loro permesso. Dopo aver pubblicato i primi tre libri, quando essi erano già nelle mani di molta gente, ho udito che alcuni stavano preparando per iscritto non saprei quale polemica contro di essi. In seguito mi è stato riferito che l'hanno già fatto ma stanno cercando il tempo propizio per pubblicare senza rischio. Li consiglio a non desiderare ciò che loro non conviene. È facile che chi non sa stare zitto ritenga di aver risposto. Non c'è nulla di più ciarliero della menzogna; ma, non perché essa può urlare più forte della verità, ha le medesime possibilità della verità. Piuttosto considerino attentamente tutti i temi e se giudicando imparzialmente si accorgeranno che essi sono più da esaminare ripetutamente che da demolire con la chiacchiera sfrontata o senz'altro con satirica o istrionesca leggerezza, trattengano le proprie ciance e scelgano di essere piuttosto rimproverati dalle persone prudenti che lodati dagli sfacciati. Ma se essi attendono il tempo propizio non per avere la libertà di dire il vero ma il permesso di dir male, badino che non si verifichi per loro ciò che Cicerone diceva di un tizio il quale era considerato fortunato perché gli era permesso di peccare: Disgraziato, perché gli era permesso di peccare 86. Pertanto chiunque si reputa fortunato se avrà il permesso di dir male, sarà molto più fortunato se non gli sarà affatto permesso. Infatti lasciato da parte il vuoto orgoglio può anche in questo tempo, nell'intento di esprimere il proprio parere, fare delle obiezioni. Da coloro cui si rivolge, nei limiti delle loro possibilità, e in una discussione amichevole condotta con onestà, dignità e libertà, può avere la risposta conveniente.

(Autore: Agostino di Ippona)

L'imitazione di Cristo: ESERCIZIO DELLA PAZIENZA E LOTTA CONTRO I SENSI

PAROLE DEL DISCEPOLO
O Signore Iddio, come vado accorgendomi, mi è veramente necessario saper soffrire, poiché in questa vita accadono molte avversità. Invero, in qualunque maniera io abbia disposto per la mia tranquillità, la mia esistenza non può essere esente da lotte e dolori.

PAROLE DEL SIGNORE
Così è, figlio! Ma è mio volere che tu non cerchi una pace esente da tentazioni o insensibile alle avversità. Ma è mio volere che tu ritenga d'aver trovato pace anche quando sarai tormentato da tribolazioni di vario genere e provato da molte contrarietà. Se dirai che non riesci a sopportarne molte, come riuscirai un giorno a sopportare il fuoco del Purgatorio? Tra due mali bisogna sempre scegliere il minore. Perché, dunque, tu possa evitare l'eterno futuro supplizio, cerca di sopportare volentieri, per amore di Dio, i mali presenti. Credi, forse, che gli uomini che vivono dediti al mondo patiscano nulla o poco? Questo non lo potrai riscontrare, neppure se cercassi fra quelli che vivono negli agi più raffinati.

PAROLE DEL DISCEPOLO
Ma costoro - mi dici - hanno molte gioie ed assecondano i loro desideri; e perciò, sentono poco il peso delle loro tribolazioni.

PAROLE DEL SIGNORE
Sia pure così: abbiano pure qualunque cosa vogliano. Ma per quanto tempo pensi che ciò durerà? Ecco, "come fumo svaniranno" (Sal 36,20) coloro che sono nell'abbondanza in questo mondo, e dei loro passati godimenti non rimarrà alcun ricordo. Anzi, mentre ancora sono in vita, non vi si possono adagiare senza amarezze, noie e timori. Spesso, dalle medesime cose, dalle quali traggono soddisfazione, raccolgono il castigo della loro sofferenza. Ed è giusto che tocchi loro così, perché, cercando e seguendo i piaceri fuori dell'ordine divino, non riescono a saziarsene senza turbamento ed amarezza. Oh quanto brevi, quanto falsi, quanto sregolati e turpi sono tutti questi piaceri! E tutta via, gli uomini del mondo, a causa della loro ebbrezza e cecità, non lo avvertono; e, come bruti, per un piccolo godimento di questa vita corruttibile, corrono incontro alla morte dell'anima. Tu, dunque, o figlio, "non seguire le passioni; poni un freno ai tuoi desideri" (Sir 18 ,30).

"Cerca la gioia nel Signore; Egli esaudirò i desideri del tuo cuore" (Sal 36,4). Se davvero vuoi godere la gioia ed essere più largamente confortato da Me, ecco, nel disprezzo di tutte le cose mondane e nel distacco da tutti i più bassi piaceri consisterà la tua benedizione; e ti sarà reso in cambio abbondante conforto. E quanto più ti sarai privato d'ogni conforto che venga dalle creature, tanto più soavi e profondi conforti troverai in Me. Ma da principio, non potrai raggiungerli senza avere sofferto ed aspramente lottato.

Ti opporrà resistenza l'inveterata consuetudine, che, però, sarà poi vinta da un'abitudine migliore. Protesterà la carne, ma sarà tenuta a freno dal fervore spirituale. L’antico serpente verrà a tentarti fino all'esasperazione, ma sarà messo in tuga dalla preghiera; inoltre, con proficuo lavoro gli verrà chiusa in faccia la porta principale della tua anima.