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Mercoledi, 24 aprile 2024 - Misteri gloriosi - San Fedele da Sigmaringen ( Letture di oggi )

Don Nikola Vucic:Nella vita quotidiana capita spesso che ti irriti presto se una persona non si comporta come vorresti tu. Ti innervosisci e rischi di perdere la pace interiore. Allora, che fare? Sì, puoi ricorrere alla correzione fraterna, ma poi affida tutto a Dio e prega. Dio permette certe situazioni per edificati e per darti la forza di sopportare con umiltà e carità i difetti degli altri. Devi imparare a rimanere calmo anche quando chi ti sta accanto si comporta in un modo che a te sembra sbagliato. Se Dio non si stanca di quella persona e non toglie quel difetto - e magari per questo attende un momento opportuno - anche tu dovresti avere la stessa delicatezza, pazienza e speranza nei confronti degli altri.

LETTURE A CASO

Lc 7,1-50

1Quando ebbe terminato di rivolgere tutte queste parole al popolo che stava in ascolto, entrò in Cafàrnao. 2Il servo di un centurione era ammalato e stava per morire. Il centurione l'aveva molto caro. 3Perciò, avendo udito parlare di Gesù, gli mandò alcuni anziani dei Giudei a pregarlo di venire e di salvare il suo servo. 4Costoro giunti da Gesù lo pregavano con insistenza: "Egli merita che tu gli faccia questa grazia, dicevano, 5perché ama il nostro popolo, ed è stato lui a costruirci la sinagoga". 6Gesù si incamminò con loro. Non era ormai molto distante dalla casa quando il centurione mandò alcuni amici a dirgli: "Signore, non stare a disturbarti, io non son degno che tu entri sotto il mio tetto; 7per questo non mi sono neanche ritenuto degno di venire da te, ma comanda con una parola e il mio servo sarà guarito. 8Anch'io infatti sono uomo sottoposto a un'autorità, e ho sotto di me dei soldati; e dico all'uno: Va' ed egli va, e a un altro: Vieni, ed egli viene, e al mio servo: Fa' questo, ed egli lo fa". 9All'udire questo Gesù restò ammirato e rivolgendosi alla folla che lo seguiva disse: "Io vi dico che neanche in Israele ho trovato una fede così grande!". 10E gli inviati, quando tornarono a casa, trovarono il servo guarito.

11In seguito si recò in una città chiamata Nain e facevano la strada con lui i discepoli e grande folla. 12Quando fu vicino alla porta della città, ecco che veniva portato al sepolcro un morto, figlio unico di madre vedova; e molta gente della città era con lei. 13Vedendola, il Signore ne ebbe compassione e le disse: "Non piangere!". 14E accostatosi toccò la bara, mentre i portatori si fermarono. Poi disse: "Giovinetto, dico a te, alzati!". 15Il morto si levò a sedere e incominciò a parlare. Ed egli lo diede alla madre. 16Tutti furono presi da timore e glorificavano Dio dicendo: "Un grande profeta è sorto tra noi e Dio ha visitato il suo popolo". 17La fama di questi fatti si diffuse in tutta la Giudea e per tutta la regione.

18Anche Giovanni fu informato dai suoi discepoli di tutti questi avvenimenti. Giovanni chiamò due di essi 19e li mandò a dire al Signore: "Sei tu colui che viene, o dobbiamo aspettare un altro?". 20Venuti da lui, quegli uomini dissero: "Giovanni il Battista ci ha mandati da te per domandarti: Sei tu colui che viene o dobbiamo aspettare un altro?". 21In quello stesso momento Gesù guarì molti da malattie, da infermità, da spiriti cattivi e donò la vista a molti ciechi. 22Poi diede loro questa risposta: "Andate e riferite a Giovanni ciò che avete visto e udito: i ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi vengono sanati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunziata la buona novella. 23E beato è chiunque non sarà scandalizzato di me!".

24Quando gli inviati di Giovanni furono partiti, Gesù cominciò a dire alla folla riguardo a Giovanni: "Che cosa siete andati a vedere nel deserto? Una canna agitata dal vento? 25E allora, che cosa siete andati a vedere? Un uomo avvolto in morbide vesti? Coloro che portano vesti sontuose e vivono nella lussuria stanno nei palazzi dei re. 26Allora, che cosa siete andati a vedere? Un profeta? Sì, vi dico, e più che un profeta. 27Egli è colui del quale sta scritto:

Ecco io mando davanti a te il mio messaggero,
egli preparerà la via davanti
a te.

28Io vi dico, tra i nati di donna non c'è nessuno più grande di Giovanni, e il più piccolo nel regno di Dio è più grande di lui. 29Tutto il popolo che lo ha ascoltato, e anche i pubblicani, hanno riconosciuto la giustizia di Dio ricevendo il battesimo di Giovanni. 30Ma i farisei e i dottori della legge non facendosi battezzare da lui hanno reso vano per loro il disegno di Dio.

31A chi dunque paragonerò gli uomini di questa generazione, a chi sono simili? 32Sono simili a quei bambini che stando in piazza gridano gli uni agli altri:

Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato;
vi abbiamo cantato un lamento e non avete pianto!

33È venuto infatti Giovanni il Battista che non mangia pane e non beve vino, e voi dite: Ha un demonio. 34È venuto il Figlio dell'uomo che mangia e beve, e voi dite: Ecco un mangione e un beone, amico dei pubblicani e dei peccatori. 35Ma alla sapienza è stata resa giustizia da tutti i suoi figli".

36Uno dei farisei lo invitò a mangiare da lui. Egli entrò nella casa del fariseo e si mise a tavola. 37Ed ecco una donna, una peccatrice di quella città, saputo che si trovava nella casa del fariseo, venne con un vasetto di olio profumato; 38e fermatasi dietro si rannicchiò piangendo ai piedi di lui e cominciò a bagnarli di lacrime, poi li asciugava con i suoi capelli, li baciava e li cospargeva di olio profumato.

39A quella vista il fariseo che l'aveva invitato pensò tra sé. "Se costui fosse un profeta, saprebbe chi e che specie di donna è colei che lo tocca: è una peccatrice". 40Gesù allora gli disse: "Simone, ho una cosa da dirti". Ed egli: "Maestro, di' pure". 41"Un creditore aveva due debitori: l'uno gli doveva cinquecento denari, l'altro cinquanta. 42Non avendo essi da restituire, condonò il debito a tutti e due. Chi dunque di loro lo amerà di più?". 43Simone rispose: "Suppongo quello a cui ha condonato di più". Gli disse Gesù: "Hai giudicato bene". 44E volgendosi verso la donna, disse a Simone: "Vedi questa donna? Sono entrato nella tua casa e tu non m'hai dato l'acqua per i piedi; lei invece mi ha bagnato i piedi con le lacrime e li ha asciugati con i suoi capelli. 45Tu non mi hai dato un bacio, lei invece da quando sono entrato non ha cessato di baciarmi i piedi. 46Tu non mi hai cosparso il capo di olio profumato, ma lei mi ha cosparso di profumo i piedi. 47Per questo ti dico: le sono perdonati i suoi molti peccati, poiché ha molto amato. Invece quello a cui si perdona poco, ama poco". 48Poi disse a lei: "Ti sono perdonati i tuoi peccati". 49Allora i commensali cominciarono a dire tra sé: "Chi è quest'uomo che perdona anche i peccati?". 50Ma egli disse alla donna: "La tua fede ti ha salvata; va' in pace!".


Un Vangelo commentato a caso

Vangelo Lc 16, 19-31: Nella vita, tu hai ricevuto i tuoi beni, e Lazzaro i suoi mali; ma ora lui è consolato, tu invece sei in mezzo ai tormenti.

1 Ts 3,1-13

1Per questo, non potendo più resistere, abbiamo deciso di restare soli ad Atene 2e abbiamo inviato Timòteo, nostro fratello e collaboratore di Dio nel vangelo di Cristo, per confermarvi ed esortarvi nella vostra fede, 3perché nessuno si lasci turbare in queste tribolazioni. Voi stessi, infatti, sapete che a questo siamo destinati; 4già quando eravamo tra voi, vi preannunziavamo che avremmo dovuto subire tribolazioni, come in realtà è accaduto e voi ben sapete. 5Per questo, non potendo più resistere, mandai a prendere notizie sulla vostra fede, per timore che il tentatore vi avesse tentati e così diventasse vana la nostra fatica.

6Ma ora che è tornato Timòteo, e ci ha portato il lieto annunzio della vostra fede, della vostra carità e del ricordo sempre vivo che conservate di noi, desiderosi di vederci come noi lo siamo di vedere voi, 7ci sentiamo consolati, fratelli, a vostro riguardo, di tutta l'angoscia e tribolazione in cui eravamo per la vostra fede; 8ora, sì, ci sentiamo rivivere, se rimanete saldi nel Signore. 9Quale ringraziamento possiamo rendere a Dio riguardo a voi, per tutta la gioia che proviamo a causa vostra davanti al nostro Dio, 10noi che con viva insistenza, notte e giorno, chiediamo di poter vedere il vostro volto e completare ciò che ancora manca alla vostra fede?

11Voglia Dio stesso, Padre nostro, e il Signore nostro Gesù dirigere il nostro cammino verso di voi! 12Il Signore poi vi faccia crescere e abbondare nell'amore vicendevole e verso tutti, come anche noi lo siamo verso di voi, 13per rendere saldi e irreprensibili i vostri cuori nella santità, davanti a Dio Padre nostro, al momento della venuta del Signore nostro Gesù con tutti i suoi santi.


II lettera ai Corinti: Il secolo presente ed il futuro sono due nemici: disprezziamo il primo e amiamo il secondo. Non c’è nessuna altra speranza di salvezza

1. Dice il Signore. Nessun servitore può servire a due padroni. Se noi vorremo servire a Dio e a Mammona sarà a nostro danno.

2. Che giova infatti guadagnare tutto il mondo e perdere l’anima?.

3. Il secolo presente e il secolo futuro sono due nemici.

4. Il primo predica l’adulterio, la corruzione, l’avarizia e l’inganno; il secondo ne sta lontano.

5. Non possiamo quindi essere amici d’ambedue, ma dobbiamo star lontano dal primo e attenerci al secondo.

6. Noi crediamo che sia meglio odiare i beni di quaggiù, perché meschini, di breve durata e corruttibili, ed amare invece quelli di là, che sono incorruttibili.

7. Facendo la volontà di Cristo, troveremo riposo; ma se disobbediamo ai suoi comandamenti, nulla ci scamperà dall’eterno castigo.

8. Dice la Scrittura in Ezechiele: Se risorgessero Noè, Giobbe e Daniele, non libererebbero i loro figli dalla cattività.

9. Se uomini così giusti non possono con la loro giustizia liberare i loro figli, come potremo noi aver fiducia di entrare nel regno di Dio, se non conserveremo puro ed immacolato il nostro battesimo? E chi sarà il nostro avvocato, se non saremo trovati provvisti di opere sante e giuste?

(Autore: San Clemente Romano)

L'imitazione di Cristo: SOPPORTARE I DIFETTI DEGLI ALTRI

I difetti che l'uomo non riesce a correggere in sé e negli altri, li deve sopportare con pazienza, finché Dio non disponga altrimenti. Pensa che, forse, è meglio così, perché tu dia prova di pazienza, senza la quale i nostri meriti hanno ben poco pregio. Tuttavia, davanti a siffatti ostacoli, devi anche pregare Dio che si degni d'aiutarti a poterli sopportare con serenità. Se un tuo simile, ammonito da te una o due volte, non ti ascolta, non voler litigare con lui, ma metti tutto nelle mani di Dio, perché sia fatta la sua volontà ed Egli sia onorato in tutti i suoi servi: Egli sa opportunamente volgere in bene anche il male.

Procura d'essere paziente nel tollerare i difetti degli altri e le loro fragilità, quali esse siano; anche tu ne hai tante, che gli altri sono costretti a sopportare. Se non riesci a plasmarti come vorresti, come potrai pretendere che altri si conformi al tuo desiderio? Ben vogliamo, noi, che gli altri siano perfetti; eppure, non ci emendiamo dei nostri difetti! vogliamo che il nostro prossimo sia ripreso severamente, e noi non vogliamo essere ripresi. Ci urta che sia concessa agli altri una larga libertà, ed intanto non sopportiamo che si neghi a noi quello che chiediamo.

Pretendiamo che gli altri siano tenuti a freno da regolamenti, e noi non tolleriamo d'essere sottomessi appena un po'. Così, dunque, appare chiaro quanto raramente usiamo la stessa bilancia per noi e per il prossimo. Se tutti fossero perfetti, che cosa ci resterebbe da soffrire da parte degli altri per amore di Dio? Ora, invece, Dio ha disposto così, perché impariamo a portare l'uno i pesi dell'altro (Gal 6,2), non essendoci nessuno senza difetto, nessuno senza il suo fardello, nessuno abbastanza saggio per guidarsi da solo: occorre, quindi, che a vicenda ci sopportiamo e ci consoliamo, e del pari ci aiutiamo, ci istruiamo e ci ammoniamo. Nei casi di qualche avversità, dunque, meglio si manifesta quale sia il grado di virtù di ciascuno. Infatti, le occasioni, se non rendono fragile l'uomo, mettono, però, in evidenza quale egli è.