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Sabato, 20 aprile 2024 - Misteri gaudiosi - Beata Chiara Bosatta ( Letture di oggi )

Sant'Antonio di Padova:Dove c'è disordine, bisogna portare la luce, e abituarsi a distinguere ciò che è mondo da ciò che è immondo, la malattia dalla sanità, il vile dal prezioso, il chiaro dall'oscuro, la virtù dal vizio. E questo si ottiene riflettendo su quale è il fine di tutte le cose e di ogni nostra singola azione.

LETTURE A CASO

Mc 13,1-36

1Mentre usciva dal tempio, un discepolo gli disse: "Maestro, guarda che pietre e che costruzioni!". 2Gesù gli rispose: "Vedi queste grandi costruzioni? Non rimarrà qui pietra su pietra, che non sia distrutta". 3Mentre era seduto sul monte degli Ulivi, di fronte al tempio, Pietro, Giacomo, Giovanni e Andrea lo interrogavano in disparte: 4"Dicci, quando accadrà questo, e quale sarà il segno che tutte queste cose staranno per compiersi?".

5Gesù si mise a dire loro: "Guardate che nessuno v'inganni! 6Molti verranno in mio nome, dicendo: "Sono io", e inganneranno molti. 7E quando sentirete parlare di guerre, non allarmatevi; bisogna infatti che ciò avvenga, ma non sarà ancora la fine. 8Si leverà infatti nazione contro nazione e regno contro regno; vi saranno terremoti sulla terra e vi saranno carestie. Questo sarà il principio dei dolori.

9Ma voi badate a voi stessi! Vi consegneranno ai sinedri, sarete percossi nelle sinagoghe, comparirete davanti a governatori e re a causa mia, per render testimonianza davanti a loro. 10Ma prima è necessario che il vangelo sia proclamato a tutte le genti. 11E quando vi condurranno via per consegnarvi, non preoccupatevi di ciò che dovrete dire, ma dite ciò che in quell'ora vi sarà dato: poiché non siete voi a parlare, ma lo Spirito Santo. 12Il fratello consegnerà a morte il fratello, il padre il figlio e i figli insorgeranno contro i genitori e li metteranno a morte. 13Voi sarete odiati da tutti a causa del mio nome, ma chi avrà perseverato sino alla fine sarà salvato.

14Quando vedrete l'abominio della desolazione stare là dove non conviene, chi legge capisca, allora quelli che si trovano nella Giudea fuggano ai monti; 15chi si trova sulla terrazza non scenda per entrare a prender qualcosa nella sua casa; 16chi è nel campo non torni indietro a prendersi il mantello. 17Guai alle donne incinte e a quelle che allatteranno in quei giorni! 18Pregate che ciò non accada d'inverno; 19perché quei giorni saranno una tribolazione, quale non è mai stata dall'inizio della creazione, fatta da Dio, fino al presente, né mai vi sarà. 20Se il Signore non abbreviasse quei giorni, nessun uomo si salverebbe. Ma a motivo degli eletti che si è scelto ha abbreviato quei giorni. 21Allora, dunque, se qualcuno vi dirà: "Ecco, il Cristo è qui, ecco è là", non ci credete; 22perché sorgeranno falsi cristi e falsi profeti e faranno segni e portenti per ingannare, se fosse possibile, anche gli eletti. 23Voi però state attenti! Io vi ho predetto tutto.

24In quei giorni, dopo quella tribolazione,

il sole si oscurerà
e la luna non darà più il suo splendore
25e gli astri si metteranno a cadere dal cielo
e le potenze che sono nei cieli saranno sconvolte.

26Allora vedranno il Figlio dell'uomo venire sulle nubi con grande potenza e gloria. 27Ed egli manderà gli angeli e riunirà i suoi eletti dai quattro venti, dall'estremità della terra fino all'estremità del cielo.

28Dal fico imparate questa parabola: quando già il suo ramo si fa tenero e mette le foglie, voi sapete che l'estate è vicina; 29così anche voi, quando vedrete accadere queste cose, sappiate che egli è vicino, alle porte. 30In verità vi dico: non passerà questa generazione prima che tutte queste cose siano avvenute. 31Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno. 32Quanto poi a quel giorno o a quell'ora, nessuno li conosce, neanche gli angeli nel cielo, e neppure il Figlio, ma solo il Padre.

33State attenti, vegliate, perché non sapete quando sarà il momento preciso. 34È come uno che è partito per un viaggio dopo aver lasciato la propria casa e dato il potere ai servi, a ciascuno il suo compito, e ha ordinato al portiere di vigilare. 35Vigilate dunque, poiché non sapete quando il padrone di casa ritornerà, se alla sera o a mezzanotte o al canto del gallo o al mattino, 36perché non giunga all'improvviso, trovandovi addormentati. 37Quello che dico a voi, lo dico a tutti: Vegliate!".


Un Vangelo commentato a caso

Vangelo Lc 22,14-23,56: La Passione di Nostro Signore

Rm 16,1-27

1Vi raccomando Febe, nostra sorella, diaconessa della Chiesa di Cencre: 2ricevetela nel Signore, come si conviene ai credenti, e assistetela in qualunque cosa abbia bisogno; anch'essa infatti ha protetto molti, e anche me stesso.

3Salutate Prisca e Aquila, miei collaboratori in Cristo Gesù; per salvarmi la vita essi hanno rischiato la loro testa, 4e ad essi non io soltanto sono grato, ma tutte le Chiese dei Gentili; 5salutate anche la comunità che si riunisce nella loro casa.

Salutate il mio caro Epèneto, primizia dell'Asia per Cristo. 6Salutate Maria, che ha faticato molto per voi. 7Salutate Andronìco e Giunia, miei parenti e compagni di prigionia; sono degli apostoli insigni che erano in Cristo già prima di me. 8Salutate Ampliato, mio diletto nel Signore. 9Salutate Urbano, nostro collaboratore in Cristo, e il mio caro Stachi. 10Salutate Apelle che ha dato buona prova in Cristo. Salutate i familiari di Aristòbulo. 11Salutate Erodione, mio parente. Salutate quelli della casa di Narcìso che sono nel Signore. 12Salutate Trifèna e Trifòsa che hanno lavorato per il Signore. Salutate la carissima Pèrside che ha lavorato per il Signore. 13Salutate Rufo, questo eletto nel Signore, e la madre sua che è anche mia. 14Salutate Asìncrito, Flegónte, Erme, Pàtroba, Erma e i fratelli che sono con loro. 15Salutate Filòlogo e Giulia, Nèreo e sua sorella e Olimpas e tutti i credenti che sono con loro. 16Salutatevi gli uni gli altri con il bacio santo. Vi salutano tutte le chiese di Cristo.

17Mi raccomando poi, fratelli, di ben guardarvi da coloro che provocano divisioni e ostacoli contro la dottrina che avete appreso: tenetevi lontani da loro. 18Costoro, infatti, non servono Cristo nostro Signore, ma il proprio ventre e con un parlare solenne e lusinghiero ingannano il cuore dei semplici.

19La fama della vostra obbedienza è giunta dovunque; mentre quindi mi rallegro di voi, voglio che siate saggi nel bene e immuni dal male. 20Il Dio della pace stritolerà ben presto satana sotto i vostri piedi. La grazia del Signor nostro Gesù Cristo sia con voi.

21Vi saluta Timòteo mio collaboratore, e con lui Lucio, Giàsone, Sosìpatro, miei parenti. 22Vi saluto nel Signore anch'io, Terzo, che ho scritto la lettera. 23Vi saluta Gaio, che ospita me e tutta la comunità. Vi salutano Erasto, tesoriere della città, e il fratello Quarto.

25A colui che ha il potere di confermarvi
secondo il vangelo che io annunzio
e il messaggio di Gesù Cristo,
secondo la rivelazione del mistero
taciuto per secoli eterni,
26ma rivelato ora
e annunziato mediante le scritture profetiche,
per ordine dell'eterno Dio, a tutte le genti
perché obbediscano alla fede,
27a Dio che solo è sapiente,
per mezzo di Gesù Cristo,
la gloria nei secoli dei secoli. Amen.


La Città di Dio: Libro II - Immoralità del politeismo: Brillante codice di vita dissoluta.

20. Ma simili adoratori e amatori di questi dèi, che si vantano anche di imitare nei delitti e azioni infami, non si preoccupano affatto che la società sia corrotta e depravata. Basta che si regga, dicono, basta che prosperi colma di ricchezze, gloriosa delle vittorie ovvero, che è preferibile, tranquilla nella pace. E a noi che ce ne importa?, dicono. Anzi ci riguarda piuttosto se aumentano sempre le ricchezze che sopperiscono agli sperperi continui e per cui il potente può asservirsi i deboli. I poveri si inchinino ai ricchi per avere un pane e per godere della loro protezione in una supina inoperosità; i ricchi si approfittino dei poveri per le clientele e in ossequio al proprio orgoglio. I cittadini acclamino non coloro che curano i loro interessi ma coloro che favoriscono i piaceri. Non si comandino cose difficili, non sia proibita la disonestà. I governanti non badino se i sudditi sono buoni ma se sono soggetti. Le province obbediscano ai governanti non come a difensori della moralità ma come a dominatori dello Stato e garanti dei godimenti e non li onorino con sincerità, ma li temano da servi sleali. Si noti nelle leggi piuttosto il danno che si apporta alla vigna altrui che alla propria vita morale. Sia condotto in giudizio soltanto chi ha infastidito o danneggiato la roba d'altri, la casa, la salute o un terzo non consenziente, ma per il resto si faccia pure dei suoi, con i suoi o con altri consenzienti ciò che piace. Ci siano in abbondanza pubbliche prostitute o per tutti coloro che ne vogliono usare ma principalmente per quelli che non si possono permettere di averne delle proprie. Si costruiscano case spaziose e sontuose, si tengano spesso splendidi banchetti, in cui, secondo il piacere e le possibilità di ciascuno, di giorno e di notte si scherzi, si beva, si vomiti, si marcisca. Strepitino da ogni parte i ballabili, i teatri ribollano di grida di gioia malsana e di ogni tipo di piacere crudele e depravante. Sia considerato pubblico nemico colui al quale questo benessere non va a genio. La massa sia libera di non far parlare, di esiliare, di ammazzare l'individuo che tenti di riformare o abolire questo benessere. Siano considerati veri dèi coloro che hanno concesso ai cittadini di raggiungerlo e una volta raggiunto di conservarlo. Siano adorati come vorranno, chiedano gli spettacoli che vorranno e che possano avere assieme o mediante i loro adoratori; concedano soltanto che per tale benessere non si debba temer nulla dal nemico, dalla peste, dalla sventura. Chi, se è sano di mente, potrà paragonare questa società civile non dirò all'impero romano ma alla casa di Sardanapalo? Costui, re nei tempi andati, fu così dedito ai piaceri da far scrivere nel suo sarcofago che da morto aveva soltanto le cose che la sua libidine aveva delibato mentre era vivo. E se i Romani di oggi lo avessero per re che consente loro i piaceri e non frastorna con la severità alcuno dall'averli, a lui più volentieri dedicherebbero il tempio e il flamine che i Romani di una volta dedicarono a Romolo.

(Autore: Agostino di Ippona)

L'imitazione di Cristo: EVITARE LA TROPPA CONFIDENZA

"Non aprire il tuo cuore ad ogni uomo" (Sir 8,22), ma tratta ciò che ti riguarda con chi è saggio e timorato di Dio. Frequenta poco i giovani e gli sconosciuti. Non adulare i ricchi e non comparire volentieri alla presenza dei potenti. Accompàgnati, invece, con gli umili, con i semplici, con i devoti e con le persone di retti costumi; e parla con loro di argomenti edificanti. Non permetterti confidenza con nessuna donna, ma raccomanda indistintamente a Dio tutte le pie donne. Desidera avere familiarità solo con Dio e con i suoi Angeli, e schiva la notorietà della gente. Bisogna avere con tutti carità, ma la dimestichezza non è conveniente. Non di rado capita che una persona sconosciuta diventi nota per la buona fama; ma quando, poi, la si vede da vicino, desta impressione sfavorevole. Talvolta noi pensiamo di piacere agli altri per la nostra socievolezza, ed invece cominciamo ad essere loro antipatici per la deplorevole condotta che si scopre in noi.