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Venerdi, 19 aprile 2024 - Misteri dolorosi - San Leone IX Papa ( Letture di oggi )

Sant'Antonio di Padova:Di rado peccano coloro ai quali mancano le attrattive del peccato; e più presto si rivolgono alla grazia quelli che nulla hanno al mondo con cui sollazzarsi. Perciò, felice la sofferenza che ci orienta verso le cose migliori! Così, quelli che non godono l'abbondanza delle cose mondane, quelli che hanno una salute fisica cagionevole, con maggiore facilità rispondono all'invito divino. Succede che qualcuno, fortemente attaccato a questa terra, a un certo momento, non potendo tener dietro al mondo, viene dal mondo disprezzato e abbandonato. E Cristo lo incontra, perché egli va in cerca di quelli che il mondo copre di disprezzo e di abbandono, e lo attira al suo amore e lo nutre con la sua divina parola.

UFFICIO DELLE LETTURE
Martedì della 4° settimana del tempo ordinario (San Giovanni Bosco)


V. O Dio, vieni a salvarmi.
R. Signore, vieni presto in mio aiuto.

Gloria al Padre e al Figlio
e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre
nei secoli dei secoli. Amen. Alleluia.

Questa introduzione si omette quando si comincia l'Ufficio con l'Invitatorio.

Inno
Frumento di Cristo noi siamo,
cresciuto nel sole di Dio,
nell'acqua del fonte impastati,
segnati dal crisma divino.

In pane trasformaci, o Padre,
per il sacramento di pace:
un Pane, uno Spirito, un Corpo,
la Chiesa una-santa, o Signore.

O Cristo, pastore glorioso,
a te la potenza e l'onore
col Padre e lo Spirito Santo
nei secoli dei secoli. Amen.

I Antifona
A te giunga, Signore, il mio grido:
non nascondermi il tuo volto.

SALMO 101 (2-12) Aspirazioni e preghiere di un esule
Sia benedetto Dio... il quale ci consola in ogni nostra tribolazione (2 Cor 1, 4).

Signore, ascolta la mia preghiera, *
a te giunga il mio grido.

Non nascondermi il tuo volto; †
nel giorno della mia angoscia
piega verso di me l’orecchio. *
Quando ti invoco: presto, rispondimi.

Si dissolvono in fumo i miei giorni *
e come brace ardono le mie ossa.
Il mio cuore abbattuto come erba inaridisce, *
dimentico di mangiare il mio pane.

Per il lungo mio gemere *
aderisce la mia pelle alle mie ossa.
Sono simile al pellicano del deserto, *
sono come un gufo tra le rovine.

Veglio e gemo *
come uccello solitario sopra un tetto.
Tutto il giorno mi insultano i miei nemici, *
furenti imprecano contro il mio nome.

Di cenere mi nutro come di pane *
alla mia bevanda mescolo il pianto,
davanti alla tua collera e al tuo sdegno, *
perché mi sollevi e mi scagli lontano.

I miei giorni sono come ombra che declina, *
e io come erba inaridisco.

Gloria al Padre e al Figlio
e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre
nei secoli dei secoli. Amen.

I Antifona
A te giunga, Signore, il mio grido:
non nascondermi il tuo volto.

II Antifona
Volgiti, Signore, alla preghiera del povero.

SALMO 101 II (13-23) Aspirazioni e preghiere di un esule
Sia benedetto Dio... il quale ci consola in ogni nostra tribolazione (2 Cor 1, 4).

Ma tu, Signore, rimani in eterno, *
il tuo ricordo per ogni generazione.

Tu sorgerai, avrai pietà di Sion, †
perché è tempo di usarle misericordia: *
l’ora è giunta.

Poiché ai tuoi servi sono care le sue pietre *
e li muove a pietà la sua rovina.

I popoli temeranno il nome del Signore *
e tutti i re della terra la tua gloria,
quando il Signore avrà ricostruito Sion *
e sarà apparso in tutto il suo splendore.

Egli si volge alla preghiera del misero *
e non disprezza la sua supplica.

Questo si scriva per la generazione futura *
e un popolo nuovo darà lode al Signore.

Il Signore si è affacciato dall’alto del suo santuario, *
dal cielo ha guardato la terra,
per ascoltare il gemito del prigioniero, *
per liberare i condannati a morte;

perché sia annunziato in Sion il nome del Signore *
e la sua lode in Gerusalemme,
quando si aduneranno insieme i popoli *
e i regni per servire il Signore.

Gloria al Padre e al Figlio
e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre
nei secoli dei secoli. Amen.

II Antifona
Volgiti, Signore, alla preghiera del povero.

III Antifona
In principio, Signore,
hai fondato la terra,
i cieli sono opera delle tue mani.

SALMO 101 III (24-29) Aspirazioni e preghiere di un esule
Sia benedetto Dio... il quale ci consola in ogni nostra tribolazione (2 Cor 1, 4).

Ha fiaccato per via la mia forza, *
ha abbreviato i miei giorni.

Io dico: Mio Dio, †
non rapirmi a metà dei miei giorni; *
i tuoi anni durano per ogni generazione.

In principio tu hai fondato la terra, *
i cieli sono opera delle tue mani.

Essi periranno, ma tu rimani, *
tutti si logorano come veste,
come un abito tu li muterai *
ed essi passeranno.

Ma tu resti lo stesso *
e i tuoi anni non hanno fine.
I figli dei tuoi servi avranno una dimora, *
resterà salda davanti a te la loro discendenza.

Gloria al Padre e al Figlio
e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre
nei secoli dei secoli. Amen.

III Antifona
In principio, Signore,
hai fondato la terra,
i cieli sono opera delle tue mani.

Versetto
V. Popolo mio, porgi l’orecchio al mio insegnamento,
R. ascolta le parole della mia bocca.

Prima Lettura

Dalla prima lettera ai Tessalonicesi di san Paolo, apostolo 4, 1-18
La santità della vita e la speranza della risurrezione

Fratelli, vi preghiamo e supplichiamo nel Signore Gesù: avete appreso da noi come comportarvi in modo da piacere a Dio, e così già vi comportate; cercate di agire sempre così per distinguervi ancora di più. Voi conoscete infatti quali norme vi abbiamo dato da parte del Signore Gesù. Perché questa è la volontà di Dio, la vostra santificazione: che vi asteniate dalla impudicizia, che ciascuno sappia mantenere il proprio corpo con santità e rispetto, non come oggetto di passioni e libidine, come i pagani che non conoscono Dio; che nessuno offenda e inganni in questa materia il proprio fratello, perché il Signore è vindice di tutte queste cose, come già vi abbiamo detto e attestato. Dio non ci ha chiamati all'impurità, ma alla santificazione. Perciò chi disprezza queste norme non disprezza un uomo, ma Dio stesso, che vi dona il suo Santo Spirito.
Riguardo all'amore fraterno, non avete bisogno che ve ne scriva; voi stessi infatti avete imparato da Dio ad amarvi gli uni gli altri, e questo voi fate verso tutti i fratelli dell'intera Macedonia. Ma vi esortiamo, fratelli, a farlo ancora di più e a farvi un punto di onore: vivere in pace, attendere alle cose vostre e lavorare con le vostre mani, come vi abbiamo ordinato, al fine di condurre una vita decorosa di fronte agli estranei e di non aver bisogno di nessuno.
Non vogliamo poi lasciarvi nell'ignoranza, fratelli, circa quelli che sono morti, perché non continuiate ad affliggervi come gli altri che non hanno speranza. Noi crediamo infatti che Gesù è morto e risuscitato; così anche quelli che sono morti, Dio li radunerà per mezzo di Gesù insieme con lui. Questo vi diciamo sulla parola del Signore: noi che viviamo e saremo ancora in vita per la venuta del Signore, non avremo alcun vantaggio su quelli che sono morti. Perché il Signore stesso, a un ordine, alla voce dell'arcangelo e al suono della tromba di Dio, discenderà dal cielo. E prima risorgeranno i morti in Cristo; quindi noi, i vivi, i superstiti, saremo rapiti insieme con loro tra le nuvole, per andare incontro al Signore nell'aria, e così saremo sempre con il Signore. Confortatevi dunque a vicenda con queste parole.

Responsorio Prima Lettura Cfr. 1 Ts 4, 16; Mc 13, 27; Mt 24, 31
R. Il Signore stesso con un suo comando, alla voce dell'arcangelo, al suono della tromba di Dio, scenderà dal cielo, * e radunerà gli eletti dall'estremità della terra all'estremità del cielo. V. Quando verrà il Figlio dell'uomo, manderà i suoi angeli con una grande tromba,
R. e radunerà gli eletti dall'estremità della terra all'estremità del cielo.

Seconda Lettura

Dalle «Lettere» di san Giovanni Bosco (Epistolario, Torino, 1959, 4, 202. 294-205. 209)
Imitare Gesù e lasciarsi guidare dall'amore

Se vogliamo farci vedere amici del vero bene dei nostri allievi, e obbligarli a fare il loro dovere, bisogna che voi non dimentichiate mai che rappresentate i genitori di questa cara gioventù, che fu sempre tenero oggetto delle mie occupazioni, dei miei studi, del mio ministero sacerdotale, e della nostra Congregazione salesiana. Se perciò sarete veri padri dei vostri allievi, bisogna che voi ne abbiate anche il cuore; e non veniate mai alla repressione o punizione senza ragione e senza giustizia, e solo alla maniera di chi vi si adatta per forza e per compiere un dovere.
Quante volte, miei cari figliuoli, nella mia lunga carriera ho dovuto persuadermi di questa grande verità! E' certo più facile irritarsi che pazientare, minacciare un fanciullo che persuaderlo: direi ancora che è più comodo alla nostra impazienza ed alla nostra superbia castigare quelli che resistono, che correggerli col sopportarli con fermezza e con benignità. La carità che vi raccomando è quella che adoperava san Paolo verso i fedeli di fresco convertiti alla religione del Signore, e che sovente lo facevano piangere e supplicare quando se li vedeva meno docili e corrispondenti al suo zelo.
Difficilmente quando si castiga si conserva quella calma, che è necessaria per allontanare ogni dubbio che si opera per far sentire la propria autorità, o sfogare la propria passione. Riguardiamo come nostri figli quelli sui quali abbiamo da esercitare qualche potere. Mettiamoci quasi al loro servizio, come Gesù che venne ad ubbidire e non a comandare, vergognandoci di ciò che potesse aver l`aria in noi di dominatori; e non dominiamoli che per servirli con maggior piacere. Così faceva Gesù con i suoi apostoli, tollerandoli nella loro ignoranza e rozzezza, nella loro poca fedeltà, e col trattare i peccatori con una dimestichezza e familiarità da produrre in alcuni lo stupore, in altri quasi lo scandalo, ed in molti la santa speranza di ottenere il perdono da Dio. Egli ci disse perciò di imparare da lui ad essere mansueti ed umili di cuore (Mt 11, 29).
Dal momento che sono i nostri figli, allontaniamo ogni collera quando dobbiamo reprimere i loro falli, o almeno moderiamola in maniera che sembri soffocata del tutto. Non agitazione dell'animo, non disprezzo negli occhi, non ingiuria sul labbro; ma sentiamo la compassione per il momento, la speranza per l'avvenire, ed allora voi sarete i veri padri e farete una vera correzione.
In certi momenti molto gravi, giova più una raccomandazione a Dio, un atto di umiltà a lui, che una tempesta di parole, le quali, se da una parte non producono che male in chi le sente, dall'altra parte non arrecano vantaggio a chi le merita.
Ricordatevi che l'educazione è cosa del cuore, e che Dio solo ne è il padrone, e noi non potremo riuscire a cosa alcuna, se Dio non ce ne insegna l'arte, e non ce ne mette in mano le chiavi.
Studiamoci di farci amare, di insinuare il sentimento del dovere del santo timore di Dio, e vedremo con mirabile facilità aprirsi le porte di tanti cuori ed unirsi a noi per cantare le lodi e le benedizioni di colui, che volle farsi nostro modello, nostra via, nostro esempio in tutto, ma particolarmente nell'educazione della gioventù.

Responsorio Cfr. Mc 10, 13-14; Mt 18, 5
R. Presentavano a Gesù dei bambini perché li accarezzasse, ma i discepoli li sgridavano. Gesù disse: Lasciate che vengano a me, non glielo impedite:
* a chi è come loro appartiene il regno di Dio.
V. E chi accoglie anche uno solo di questi bambini in nome mio, accoglie me:
R. a chi è come loro appartiene il regno di Dio.


ORAZIONE
O Dio, che in san Giovanni Bosco hai dato alla tua Chiesa un padre e un maestro dei giovani, suscita anche in noi la stessa fiamma di carità a servizio della tua gloria per la salvezza dei fratelli. Per il nostro Signore.

R. Amen.
Benediciamo il Signore.
R. Rendiamo grazie a Dio.